
Liliane Giraudon
Un capitolo di La fiancée de Makhno (2004)
tradotto da Andrea Raos
Una frase deve ogni giorno venire puntata. Ma non sul mondo che attraverso, né su me stesso. “Ossèrvati è la parola del serpente”. Franz aveva ragione. Osservarmi, ora che lei non fa più parte del mio corpo, sarebbe tempo perso. Annotare ogni giorno qualche gesto o tracciare linee nello spazio deve servire ad avvicinarmi a lei.
Devo raggiungerla. Non seguirne le tracce, come senza dubbio lei teme che io faccia, ma tagliare per altri territori e intercettarla prima che ritrovi quello che crede essere l’accesso agli antichi altopiani.
Dal mio incontro con Laika, la mia intera esistenza sarà stata simile alla dissimulazione di un combattimento. Un combattimento che avrò condotto da solo, e per lei sola. Insieme separatamente abbiamo conosciuto l’Inferno. Ciò che è stato concepito male finisce male. Li chiamano cani puzzolenti. Ma solo gli uomini impestano l’aria, mentre le donne ammorbano l’erba su cui si genuflettono, a succhiare i loro padroni.







Cara Nazione,
Oggi Maurizio Cattelan (nell’immagine, uno dei suoi lavori più famosi, La Nona Ora, 1999) riceve una laurea ad honorem in sociologia dall’Università di Trento. Per l’occasione, la rivista “Work. Art in progress”, mi ha chiesto un intervento.

Ricordiamo alla nazione che nella giornata di oggi è in corso l’ennesimo sciopero generale (che non verrà registrato per i dieci milioni di precari e atipici privi di contrattazione collettiva e di futuro pensionistico) contro le politiche peroniste di un governo che sta mandando allo sfascio il Paese, che ieri in un clima da stadio è stata divorata la parte seconda della Costituzione plasmata come pongo sugli interessi del plenipresidente e di leghisti e fascisti alla deriva, che 6000000 di italiani vivono con meno di 1000 euro al mese, che mediaset annuncia grazie alla Gasparri un aumento di ricavi di un paio di miliardi di euro, che pure il tempo fa schifo. Siori e siore, benvenuti in Italia.
Morpheus lascia che sia Neo a decidere. Se ingerisce la pillola azzurra, la sua percezione del mondo non cambierà e la vita di Neo continuerà come sempre. Se ingerisce la pillola rossa, il mondo gli si manifesterà quale esso realmente è: una realtà che va ben al di là di quanto Neo possa anche solo lontanamente immaginare. «Pillola azzurra: fine della storia; pillola rossa: resti nel Paese delle Meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio.» Neo fa la sua scelta e l’avventura comincia. 

Avevo trascritto dall’ultimo librone di Peter Handke (
Gli scrittori smettono di scrivere. Sul forum di Maltesenarrazioni.it i fan implorano Matteo Galiazzo: torna a scrivere per noi. Ma lui ha altri interessi. Sullo stesso forum Marco Drago, spazientito, sbuffa: ma perché un autore deve per forza scrivere libri? ci sono tante cose più interessanti: la radio, il cinema, il multimediale. Giulio Mozzi confessa a Stilos che non riesce a pensare a storie veramente nuove e che se anche ci riuscisse la pubblicazione di libri propri non gli provocherebbe nessun brivido: si gode di più a pubblicare gli altri. Tiziano Scarpa non ha intenzione di smettere ma un suo pezzo accorato sulla sorte commerciale di A perdifiato di Mauro Covacich, uno dei più bei romanzi italiani degli ultimi anni (e uno dei più favorevolmente recensiti) indurrebbe chiunque a smettere. Neanche Antonio Moresco ha intenzione di smettere, però gli succede sempre più spesso di dedicarsi al reportage occasionale, non si sa se a scapito di opere più articolate.
Ricevo questo intervento che pubblico molto volentieri. Non ho la tivù, e purtroppo non ho ancora seguito le lezioni televisive di Busi che ci segnala Marcolini. Voi sì? Che ne pensate? Ma a prescidere dal grande Aldo Busi, mi sembra un’occasione per continuare a riflettere sull’atteggiamento degli intellettuali verso la televisione (andarci?, non andarci?) e in generale su un impegno culturale più popolare (o, per meglio dire, più pop), che tenga conto delle classi poco alfabetizzate e molto telebetizzate. T. S.
Tradotto per la prima volta in italiano lo 