di Daniele Ventre
Sul macello terroristico di Parigi e sulle connesse minacce jihadiste molte parole per forza di cose si spenderanno. A tutti i livelli di esposizione mediatica, personaggi pubblici, opinionisti e bloggers e comune sentire si muoveranno, come già per Charlie Hebdo, sui ben noti binari di circostanza: il grido di dolore, il giorno dopo e la quotidianità devastata, i proclami da sciacallo dei politicanti razzisti, i contro-proclami equanimi degli intellettuali tolleranti, lo sguardo ambiguo e sospettoso sul migrante (specie se magrebino o mediorientale), il sacrosanto umorismo tragico dei vignettisti e quant’altro una società sotto attacco inevitabilmente esprime nell’adattarsi al tempo del massacro.… Leggi il resto »