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narrativa argentina

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Islario fantastico argentino

di Salvador Gargiulo e Gonzalo Monterroso
Contrariamente ad altre geografie più accomodanti, dove il semplice fatto di gettare un seme viene ricompensato nella primavera dell’anno seguente, in molte delle nostre isole questo patto non viene osservato. Ricoveri di uccelli e di lupi, aperte alle inondazioni, scoscese, circolari, sterili, desertiche. Tutti aggettivi che sembrano escludere l’essere umano, allontanarlo con tutti i mezzi di cui si avvale la natura.

Acqueforti spagnole

SANTIAGO DI COMPOSTELA – CITTÀ TRISTE, SENZA ALBERI, CHE SI RALLEGRA D’INVERNO SOTTO LA PIOGGIA (“El Mundo”, 6 ottobre 1935) Il Medioevo. Sì, il Medioevo, con le sue vaste zone di ombra e pietra, così lo immaginiamo dopo aver letto una cronaca e aver chiuso gli occhi. Gelido, ascetico. Galizia, la bucolica, si cancella al giungere dinnanzi alle mura di cinta di Santiago di Compostela. La violenta presenza della città medievale è così...

Sobre Mascarò

di Marino Magliani

Il paese degli uomini umidi (e una prefazione di Adrian N. Bravi)

Il paese degli uomini umidi è situato dietro il sole, in un angolo del mondo sbiadito dall’oblio. Vuoto e desolato dorme il suo metafisico male di abulia sotto un’eterna cappa di muschio verniciato da poco e fresco di rugiada. Rugiada: lacrima versata da un ricordo che respira nella buia alcova dell’anima come una farfalla di luce. Nessuna geografia contiene il profilo del paese degli uomini umidi, perché il paese degli uomini umidi...

Horacio Quiroga: la vita come un crimine

di Mauro F. Minervino Esiste su Horacio Quiroga un giudizio lapidario, e forse un po’ malevolo, formulato da J.L. Borges nel 1945: «Ha scritto racconti che aveva scritto meglio Kipling». Non esattamente una riduzione, però. Essere secondi a Kipling non avrebbe dovuto offendere il talento letterario di nessuno, specie se una simile graduatoria fosse stata stilata da un genio della letteratura universale come Borges. In realtà già il «New York Times»,...

Monologo dello scapolone (da Aguafuertes porteñas)

di Roberto Arlt Mi guardo il pollice del piede e godo. Godo perché nessuno mi infastidisce. Come una tartaruga, al mattino, tiro fuori la testa da sotto il guscio di coperte, e muovendo il pollice del piede, compiaciuto, mi dico: “Nessuno mi disturba, vivo solo, tranquillo e grasso come un arciprete ingordo”. Il mio lettuccio è onesto, una piazza, e ringrazio. Potrebbe usarlo comodamente il papa o l’arcivescovo. Alle otto del mattino entra...
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