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Tito Maniacco

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Tito Maniacco: “Il guardiano del faro” (poeti friulani # 4.3)

  II Oh quanto a me somigli nella tua solida inutilità faro dismesso dalla mutevole catena del moderno quando radar satelliti locali satelliti orbitali segreti satelliti del cupo poliremo militare hanno ri-messo nel bric à brac del magazzino dell'antiquario de La peau de chagrin questo relitto d'epoca pre fordista per le perdute navi di un perduto impero costruito infilando cemento e pietre fra il ruggito nero della bora e il belante groviglio dei giorni immoti chiatte a vapore e marinai di gomena insieme a marinai...

Tito Maniacco (poeti friulani # 4.2)

  La torre dei Celti  I Coloro che hanno certi pensieri in un certo composto modo siedono come se le ossa fossero intenzioni o segrete speranze così osservi colui che seduto qui con la penna scrive a questo tavolo e a lui ti rivolgi con amicizia e gli porgi attento lo sguardo   E allora lasciando cadere la penna sul foglio bianco quadrato Ti sussurra piano perché il vento che agita gli oscuri fiori è caduto: così come dicono...

Tito Maniacco (poeti friulani # 4.1)

fotografie di Danilo De Marco   In principio era la parola I Credo che la parola sia perduta, tanta fatica costa pronunciarla.   Credo che noi siamo perduti senza la sua stella.   Allora ognuno, vinto dal panico, getterà le armi e s’arrenderà al dolce clemente nemico.     II   Vi è nelle cose un senso più profondo che sfugge, come nelle conchiglie il mare. Arrendersi, ora, è morire della morte che questo secolo ci può dare, come il diritto al benessere, alla macchina, agli strumenti del demonio, i feticci alienanti...
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