Bullismo editoriale

di Lucio Angelini

braccio-di-ferro.jpgContinua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore o autrice segnalati; non tutti gli autori che ho contattato hanno risposto. (T.S.)

Scelgo un fenomeno: il bullismo editoriale, per il quale ho una testimonianza di prima mano:
Nei primi anni 1990 pubblico una manciata di titoli per Orietta Fatucci di Einaudi Ragazzi/Emme/EL di Trieste, fra cui Grande, Grosso e Giuggiolone e Quella bruttacattiva della mamma!. Quest’ultimo viene anche tradotto in francese per Flammarion/Castor Poche (Méchante Maman!).

Sono contento. Scrivere è la mia passione. Magari continuasse così sempre!

Invece no. Bastano un paio di scazzi (il primo con la mia talent-scout Orietta Fatucci, contraria all’iniziativa benefica Nuvole a colazione del 1995, il secondo con Margherita Forestan di Mondadori Ragazzi) perché venga estromesso dal giro. Nessuno mi pubblica più.

Vago sconsolato per il Gran Bosco della Letteratura per Ragazzi (in realtà un piccolo mondo in cui tutti conoscono tutti) e lo scopro popolato di vere streghe e di veri orchi, contro cui non ho alcuna speranza di vincere. Nessuna proppiana figura di “salvatore” compare in mio aiuto. L’avventura è finita. Non c’è lieto fine. Sono passati sette anni da allora. Sette scarpe di ferro ho consumato… nel mio girovagare da una casa editrice all’altra. Sette fiaschi di lacrime ho versato… La sentenza emessa dalla Fatucci nei miei confronti è inappellabile: “Tu non
lavorerai mai più”. So che nel mondo dello spettacolo il principio “Tu lavori, tu no” è routine. Non sarò né il primo, né l’ultimo a cui sarà stato impedito di esprimersi.

Scrisse Hans Christian Andersen a Jonas Collin nel maggio 1835:

Talent is nothing, except in fortunate circumstances.

Madame Fatucci volle dimostrarmi che, come mi aveva creato, con la stessa facilità avrebbe potuto distruggermi (il classico “delirio di onnipotenza”, ovvero creare e distruggere per sentirsi come Dio). Io pensai: “Figuriamoci!”. E invece così è stato.

Lo so che il mio è solo un caso di ordinario bullismo editoriale, ma si supponga – per assurdo – che questa prepotenza fosse stata inflitta al giovane Andersen, o al giovane Calvino, o al giovane Rodari. Sarebbe stato così ininfluente (o privato) il fatto che la sua voce venisse spenta?

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16 Commenti

  1. Io questa cosa l’ho già letta… ma dove? Aspetta, aspetta… ah, ecco ora ricordo:

    http://www.giuliomozzi.com/archives/2004/02/18/il_cielo_sopra_.html

    e anche qui:

    http://www.sonzogno.rcslibri.it/rcslibri/forum/17-sgarbi_5.html

    Domanda: ma che c’entra con “la lista della spesa”?
    Non bisognava segnalare qualcosa “di bello, di importante, di significativo nella cultura e in generale nella creatività artistica italiana, dal 1 gennaio del 2000 a oggi”?? O no?

  2. Caro Gianni, anch’io avevo già letto questo comunicato. Ma sto pubblicando quel che ho ricevuto. Non sia mai che mi si dica che ho censurato qualcuno. Non è interessante anche far vedere che cosa arriva quando uno fa una domanda precisa? Come ricordi anche tu, avevo chiesto alle lettrici e lettori di segnalare qualcosa “di bello, di importante, di significativo nella cultura e in generale nella creatività artistica italiana, dal 1 gennaio del 2000 a oggi”. Evidentemente, Lucio Angelini ha estrapolato dall’elenco la parola “significativo”. Per lui è significativo che nella cultura italiana di questi anni si siano manifestati fenomeni di bullismo editoriale. Che dobbiamo fare, se non prendere atto?

  3. E vabbè, corro ai ripari con una segnalazione non autobiografica. Ho da poco rivisto in azione qui a Venezia – alla Biennale Teatro – il grandissimo Vincenzo Pirrotta in “Le Eumenidi”.
    Decisamente il più grande talento emergente dopo Paolini e Celestini.

    P.S. Fanculo alle Erinni che infestano le redazioni della Letteratura Italiana per Ragazzi.

  4. Aggiungo che dell’esistenza del ***poco significativo*** Gianni Biondillo, invece, non mi ero minimamente accorto:-)

  5. Biondillo, biondastro, biondo-slavato?
    Suvvia, signor Gianni, non si rassegni: si converta all’hennè.

  6. (Per Andrea).
    Ma no, faccio così un po’ per celia e un po’ per non morire al primo incontro. Biondillo mi è simpatico, con i suoi colpi di sole:-)
    Però, ripensandoci, è vero che uno dei fenomeni ***più significativi*** degli ultimi anni, nel campo culturale, è proprio la concentrazione bullistica (quella sì) nelle stesse mani di gran parte dell’apparato editorial-mediatico, con sistematica espunzione dei non allineati.
    Le mani di chi?
    Ma dai, quel tizio che di recente ha nascosto i segni dell’avvenuta circoncisione sotto una pudica bandana.

  7. (Per Ferrazzi). Tesoro, vuoi dire che non sei riuscito a leggere il mio contributo come una sorta di parallelo rovesciato, che insegue il tema del tempo in modo anticonvenzionale senza declinare apertamente la materia e attribuendo simbolicamente alla vicenda la possibilità di acquisirne il senso? Che sciocco sei stato! Come non capire che era proprio su questa prospettiva che si giocava la mia partita a scacchi con Madame Fatucci? Se tu e Biondillo aveste intuito strutturalmente lo specchiarsi delle nostre esperienze parallele, avreste subito compreso che la costruzione della vicenda rimandava a una sfida affascinante perché aperta e senza conclusione alcuna, quasi a determinare l’ossessività di questa ricerca. Un bacione.

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