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Apocrifi

di Pablo Clemente Neruda

(Fonti: qui e qui)

Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle

che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno

di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore

chi non capovolge il tavolo,

chi e’ infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza

per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette

almeno una volta nella vita

di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente

chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare;

chi passa i giorni a lamentarsi

della propria sfortuna o

della pioggia incessante.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto

prima di iniziarlo,

chi non fa domande

sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde

quando gli chiedono

qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo

di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà

al raggiungimento

di una splendida felicita’.

(Dal discorso al Senato della Repubblica, 25/01/2008)

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43 Commenti

  1. Bellissima! Peccato che il Signore di Ceppaloni, amico di Campanella, abbia osato sporcarla con la sua voce…solo una persona mediocre poteva trascinare tutti noi verso un ancor più orribile fututro senza esprimere e giustificare una propia idea, ma solo rifilandoci bellissime parole che mi ricorderanno una delle persone più ripugnanti della repubblica italiana.

  2. Sì, ma controllate le fonti! Il bello di questa storia è, come dice il titolo letteralmente, che trattasi di apocrifo: questa poesia non è di Neruda. Il miglior modo, è evidente, in cui Mastella poteva scegliere di rappresentarsi, per quanto (ma ancora di più per questo) inconsapevolmente.
    Sulla riflessione di come Internet propaghi apocrifi, poi, Jan potrebbe dire qualcosa di più approfondito.

  3. Bella bufala internettiana questa poesia “di Neruda” che, dovunque appare, riceve un grande tributo di elogi e quasi di lacrime. Anche Mastella ieri era quasi commosso nel leggerla (la bufala).
    Sarebbe bello conoscerne l’autore.
    (Sono contenta per Neruda che, grazie a Mastella, finalmente smette di essere ammirato in rete quasi unicamente attraverso una poesia che non ha scritto).

  4. Anche io personalmente ho voluto scrivere alla Fundación Pablo Neruda
    e due minuti fa ho ricevuto la seguente risposta:

    Informaciones Neruda
    a me

    mostra dettagli
    14.19 (12 minuti fa)
    Estimada Anna:

    El poema NO pertenece a Neruda.

    Gracias por su pregunta

    Fundación Pablo Neruda
    __________________________
    Comunicaciones
    Fundación Pablo Neruda
    562-7376004

  5. allora, chiedo ai saccentoni che affannano i propri occhietti sulle pagine di internet: su quale raccolta del poeta cileno si troverebbe quella che sembra più una poesia del mio compagno del ginnasio, vergata sulla smemoranda ?
    la scoperta dell’apocrifo, celebrato a palazzo Madama, è l’ennesimo segnale dei tempi.

  6. Oh, grazie. E bene. Brava la Martha Medeiros.
    Bene anche che la notizia sia arrivata anche su Repubblica on-line. Domani, forse, sarà anche sui giornali in edicola.

  7. A’ MASTELA

    A carne é fraca,
    mas você tem que ser forte,
    é o que recomendam todos.
    Tente,
    ao menos de vez em quando,
    ser sexualmente vegetariano
    e não ceder às tentações.
    Se conseguir, bravo:
    terá as rédeas de seu destino na mão.
    Mas se não der certo, console-se.
    Criaturas que derretem-se,
    entregam-se, consomem-se
    e não sabem negar-se
    costumam trazer um sorriso
    enigmático nos lábios.
    Alguma recompensa há de ter.

  8. Di fatto il mastella apocrifo, anziché fare il funerale al governo ha fatto la sua dichiarazione di morto.
    Lentamente muore/chi abbandona un progetto/prima di iniziarlo,/chi non fa domande/sugli argomenti che non conosce,chi non risponde/quando gli chiedono/qualcosa che conosce.

  9. L’ho già ricordata da Anna Setari, qualcosa di analogo capitò anche con un falso testamento di García Márquez che circolava pere la rete e puzzava di falso da un miglio; puzzava per chiunque avesse letto almeno un paio di pagine del Gabo original; ma questi leggono solo lettere di raccomandazioni e mandati di comparizione di tribunali di periferia.

  10. Che poi, in realtà questa poesia non è contenuta in alcuna raccolta. E’ una cosa che è stata fatta girare via internet per anni: una squallida catena insomma. E ancor peggio è che Mastella l’abbia voluta utilizzare per dare un alibi al proprio trasformismo. Lui di certo non rischia di morire lentamente: cambia “percorsi” in continuazione e l’unica abitudine che ha è quella di voltare la gabbana…anzi no, ne ha un’altra: inizia per ‘conc’ e finisce per ‘ussione’…

  11. Barbache?
    Non è un mistero che in una certa provincia campana non si muova foglia che Clempablo non voglia e non ci siano poltrone per chi non è munito di “campanile”…

  12. Così come in tutte le altre provenze italiane, giusto. Campanile o no. Franza o Spagna. Ripeto: hai carte processuali o intercettazioni più decisive rispetto a quelle messe insieme da Master Travallio?

  13. (ce ne vuole per scambiarla per una poesia di PN; ricordo il falso simile di GG Marquez. Direi che è il momento di scrivere altre nuove poesie di Neruda e lanciarle in catene via mail, affiancandole magari a slideshow in powerpoint con gattini, albe, fanciulli, foreste roride, anziani che sorridono, fiori, coppie con figli biondissini, cuori)

  14. Che non mi si faccia passare per una con i paraocchi! Non sono così ingenua da credere che, a parte Ceppaman, tutti gli altri siano immacolati. So perfettamente che da destra a sinistra ognuno utilizza il proprio potere per insediare persone “care” nelle poltrone che contano.

  15. L’Ansa scrive che Prodi replicherà domani alla bufala di Mastella con una lunga citazione da Canetti: “Forse possiamo cambiarla ma è l’unica che c’è, questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole. Forse cent’anni o duecento è un attimo che va. Fosse di un attimo appena, sarebbe con me tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole, tutti aggrappati a un filo e non sappiamo dove: minchia, signor Clemente!”

  16. Minchia, signor clemente
    (di prodi-faletti-sircana)

    Minchia, signor clemente
    che dal governo te ne vai fuori
    che mandi a casa la maggioranza
    con i tuoi quattro senatori

    perché ti fermi a questa stazione
    perché ti infliggi questo tormento
    che c’hai un partito in via d’estinzione
    che rappresenta l’uno per cento

    Ora da silvio cerchi riparo
    col buon ufficio dei cardinali
    potevi fare come cuffaro
    e ripartire con i cannoli

    fattelo dire, sei un gran fetente

    Minchia, signor clemente
    non mi riprendo da sta iattura
    che potevamo arrivare in fondo
    alla fottuta legislatura

    c’erano i conti rimessi a posto
    c’eran le tasse da ribassare
    c’erano i dico la gentiloni
    tutto il programma da attuare

    rifondazione teneva il passo
    sotto controllo pure veltroni
    forse tabacci saltava il fosso
    e mi inculavo lamberto dini

    eppure a te non ti frega niente

    Minchia, signor clemente
    sei proprio schiavo dell’avarizia
    ti avevo fatto guardasigilli
    al ministero della giustizia

    che non è terra di provoloni
    ma di giuristi d’alta statura
    non di concussi di ceppaloni
    pronti al mandato di cattura

    che se m’incazzo chiamo di pietro
    che ti fa un culo domiciliare
    ti mando tutto il csm
    senza l’indulto parentale

    ti tolgo i punti della patente…

    Minchia, signor clemente
    minchia, signor clemente
    minchia, signor clemente
    minchia, signor clemente

    (http://www.radiopopolare.it/trasmissioni/labanda/)

  17. scusa marco, ma dire che la notizia della bufala è venuta dal blog haramlik, subito dopo il discorso di mastella, no, vero?
    Persino la repubblica ha pescato lì la notizia, naturalmente senza farne accenno, ed è abbastanza normale per un giornale, ma per un blog è un un po’ meno giustificabile :-)
    geo

  18. Georgia, io ho scoperto la cosa da solo, non che ci volesse tanto del resto. Le fonti da cui ho attinto le ho citate. Haramlik, mi perdoni, non so chi sia. Un po’ mi spiace quest’esser malfidati.

  19. capisco marco, ma è difficile da crederci, credimi ;-)
    E’ dalla sera del 24 che ne parliamo tutti :-))))), Lia, Catepol, Mantellini, io, anna setari e molti altri ….
    Beh complimenti per la celerità :-), almeno il giornalista (della casta) Totaro è arrivato prima di te a pescare nella rete ;-)
    Intanto come mai non passa l’altro mio commento?
    Va beh amici come prima, anche se … non ti credo :-)))), ma spero mi perdonerai, anche perchè se credessi a quello che dici, mi sembrerebbe veramente un po’ ridicolo, per un blog famoso (che si occupa di politica e letteratura) arrivare, candidi come serpenti e astuti come colombe, a dare la notizia dopo due giorni mentre tutta la rete ne parla … se fosse vero, la cosa vi porrebbe un po’ alla periferia della rete …;-)
    geo

  20. Altro che inculare le mosche. A parte il fatto che non è successo due giorni dopo, ma la mattina dopo. Ma anche se fosse stato un mese dopo poco sarebbe cambiato. Mi spiace, ma non leggo gli altri blog. Vengo sul tuo di frequente, e basta. Non conosco neppure quelli che citi. Se per te è importante star dentro la rete, benissimo. Ognuno sceglie di impiegare il proprio tempo come meglio crede. A me piaceva metter la secchia rapita come installazione di questo blog letterario, cha a quanto pare è quello più letto in rete (e non lo dico per snobismo, a me sinceramente frega ben poco di queste cose). Dopodiché, alla periferia della rete, ci sto con molto piacere.
    (Non ci tengo a questionare con te. C’è stima reciproca, e mi spiacerebbe incrinarla. Ma queste puntualizzazioni mi sembrano piuttosto inconsistenti, sinceramente. Ma, anche qui, ognuno sceglie i propri criteri nell’attribuzione di valore)

  21. va beh in realtà sono più incazzata con il giornalista della repubblica che con te (che forse sei veramente innocente) che non ha scusanti perchè ha lasciato tracce nella rete :-)))
    Ad ogni modo quando uno fa una ricerca, come tu sicuramente avrai fatto, google presenta vari link e le scelte non sono sempre neutrali … va beh dai chiusa la polemica, ognuno poi in rete si comporta come vuole.
    geo

  22. Georgia, dai… perché non credere a Marco?
    Io l’ho saputo prima da te, mi hai fatto ridere, e allora?
    Che tristezza questa malfidenza. Cosa credi ci volesse guadagnare Marco – NON dicendo che è stata una sua “scoperta” – MA citando fonti che non fossero le tue?
    Non ti pare l’atteggiamenrto di chi si crede fin troppo al centro del mondo (della rete)? Che razza di polemica sgonfia è mai questa?
    In rete le idee rizomano, lo sai. I percorsi non sono univoci, ti facevo più elastica, più leggera. Non così attenta all’imprimatur, alla ius primae noctis.
    Su, metti via la penna rossa, spegni il computer, prendi un po’ d’aria; ogni tanto aiuta.
    Fai un giro in periferia, come facciamo noi, che, come ci dici tu, ci stiamo pure in rete (e ci stiamo benissimo).

    E per finire: ;-))))))))

  23. “E’ dalla sera del 24 che ne parliamo tutti :-))))), Lia, Catepol, Mantellini, io, anna setari e molti altri …”. Io direi di mettere uno sbarramento al 5%. Per i blog, naturalmente.

  24. allora intanto ora (per quel che vale) credo a marco:-) e ieri (dopo aver preso aria in campagna) ero incazzata con il giornalista e capitando qui ne ha buscate anche marco :-) (capita)
    poi non è vero che tu, ganni, consideri la polemica sgonfia altrimenti ora non te la palleggeresti giocando di tacco e di punta e ri-gettandomela all’improvviso, anzi credo che una soffiatina nella polemica ti sia piaciuto un sacco mettercela :-).
    Marco NON ci guadagnava nulla è chiaro (come accade per il 90% delle persone che girano in rete), inutile dirlo, come le fonti sue NON erano le mie, ma solo quelle di lia (come è stato per tutti noi e anche per il giornalista della repubblica).
    Sai benissimo gianni che ho ragione, e che la storia delle idee che rizomano fa acqua da tutte le parti stavolta ;-).
    Poi dai, sei anche banale … lo sai bene che a chi gira in rete non si dice mai “va a prendere aria e riposati” :-) perchè è un colpo basso, ogni navigatore ormai quando si pone dietro il monitor è colto sempre da grossi sensi di colpa, perchè sa bene che sarebbe meglio andare a prendere aria che girare nel web ;-). Come del resto non è affatto elegante dire del proprio blog: “che a quanto pare è quello più letto in rete” (aggiungendo subito che naturalmente non ce ne frega nulla perchè siamo superiori) perchè “letto” è parola molto grossa e anche quasi indimostrabile, al massimo il più frequentato;-).
    Ad ogni modo per gli scippi dei giornali (a puro titolo di curiosità) leggetevi il divertente post di catepol, ah già non la conoscete… e fate male perchè la ragazza è vispa e poi sono sicura che almeno jan la conosce bene;-).
    E visto che mandate gli altri a prendere aria, cercate almeno di aprire ogni tanto le porte e finestre del vostro condominio invece di restarci chiusi come in una torre d’avorio, da sotto l’uscio incomincia a venire un po’ odore di naftalina e di chiuso :-)))))
    con immutata stima e simpatia
    georgia

  25. L’INNO BIPARTISAN (Bondi/Sircana/Apicella/Fossati)
    scaricabile da oggi su http://www.baghetta2.splinder.com

    Scommetto che nessuno ruba come te
    però chissà perché non lo dimostri a me
    se tu ti decidessi a dirmi almeno un sì
    io non sarei ridotto così.
    Reato reato reato
    come vorrei non averti amato
    Reato reato reato
    tu sei un mostro di ingenuità.
    Reato reato reato
    la serenata che ti ho cantato
    Reato reato reato
    vuol dire che morirò per te.

  26. “La procura di Napoli ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari per Sandra Lonardo per sopravvenuta insussistenza dei motivi cautelari”.

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Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.
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