Poiesis, polis, pòlemos

Sabato 22 maggio ore 18.00
 

  

  

POESIA & JAZZ
“Il rosso e il nero – confronto in versi sul nostro tempo”
MAGA via de Magri 1 – Gallarate
con Stefano Battaglia (pianoforte)
e gli autori Franco Buffoni, Helena Janeczek,
Tomaso Kemeny, Roberto Mussapi, Aldo Nove

  

  

Poiesis, polis, pòlemos. Poesia, città, guerra. Termini apparentemente lontani eppure così vicini, così densi di implicazioni, non solo per gli antichi greci. Cosa sono poi la società (in senso lato la “polis”) e la polemica (“pòlemos”, in greco la “guerra”), se non la sostanza stessa della politica, che è contrapposizione fra diverse visioni della società? Un confronto in versi sui temi scottanti del nostro tempo. Temi politici affrontati con strumenti poetici. Dal sacro ai diritti civili, dalla solidarietà alla bellezza, dal lavoro all’immigrazione. A fare da contrappunto musicale il pianista Stefano Battaglia, con il suo concerto dedicato a Pier Paolo Pasolini. 

Poesia Festival Gallarate quest’anno è dedicato alla poesia civile. Anche i poeti, infatti, hanno provato, in diverse epoche, a dire la loro in versi su quanto succedeva fra i palazzi del potere e le piazze, fra politica e società civile. Il carme ‘Dei Sepolcri’ di Ugo Foscolo denunciò l’editto napoleonico sulla legislazione dei cimiteri che imponeva tombe uguali e minimali per tutti. Altri poeti, prima e dopo di lui, hanno scritto apologie o scagliato invettive. ‘Eja eja alalà’, cantava il comandante-poeta D’Annunzio riprendendo un antico grido di guerra dei soldati greci. Pasolini accostava lo straccetto rosso dei partigiani ai rossi gerani ‘presso l’urna’ di Gramsci. Insomma, da sempre i poeti hanno rappresentato o cercato di condizionare le vicende del loro tempo con versi acuminati ed esplosivi. Spesso hanno intrattenuto rapporti diretti con statisti o condottieri. E oggi? Sembra che i poeti (si) siano relegati a un ruolo di puro intrattenimento sentimentale, anche se ci sono eccezioni che autorizzano la speranza. Gli spunti non mancano, nel tempo dell’immigrazione di massa, dei diritti civili, della natura ferita, della crisi economica, del sacro al ribasso. Verrebbe da dire, con il grande lirico tedesco Holderlin, che ‘dove c’è il pericolo cresce anche ciò che salva’. Ecco, è in questo preambolo il ‘fil rouge’ (‘et noir’ verrebbe da dire) del festival, fra reading, letture, conferenze, dibattiti…”.
Lorenzo Scandroglio
(direttore artistico)
 

 

 

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3 Commenti

  1. eh sì, grandi poeti civili, soprattutto kemeny e mussapi
    per non parlare di nove che ha saputo regalarci con l’ave maria le ceneri di gramsci del terzo millennio

    peccato non esserci, ma spero che non vorrete privarci di qualche testimonianza filmata di questa grande manifestazione

  2. Stefano Battaglia è – sottovalutatissimo – uno dei migliori musicisti europei di oggi. Sulla qualità dei poeti (quasi tutti), nemmeno sto a dire. Sarà bello.

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Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.
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