Sì, che si sappia:
non c'è creatura che
non sia un popolo.
Il dolore è collettivo.
Carichiamo in noi
ogni cosa estinta,
ogni debito,
ogni incandescenza
nel limo opaco di
tutte le vite negate.
***
Partitura visiva di Giuditta Chiaraluce
di Danilo Paris,
da “ciclo delle arche”, in “filogrammi della segnatura”
SHIBBOLETH
Partitura a tre voci per presepe inaugurale di corpi fragili
Yeghbayr:
A colonia ed approdo
era di Gihon in fessura
il tendaggio a silicio
erbio e tessitura.
Dhorani:
In via di mercato e di fogge,
tra urne stipate
a gessi e cianosi,
a viburno e elleboro,
lì, a indicarvi,
in segno e di nulla,
inno e cero
e dea che affoga,
crepammo nelle carceri,
ci impressero le diaspore
a Sindone di catrame,
smalto
e piombo decaduto.
Rhosani:
Dov'era il resto,...
È in uscita per Crocetti Non scusarti per quel che hai fatto di Mahmud Darwish, spesso definito "il poeta nazionale della Palestina”, scomparso nel 2008.
Ospito qui alcune poesie in anteprima.
Ho la saggezza del condannato a morte
Ho la saggezza del condannato a morte:
non possiedo niente perché niente mi possieda,
scrissi il mio testamento con il mio sangue:
“Confidate nell’acqua, oh abitanti del mio canto”.
Poi mi addormentai imbrattato e coronato dal mio
domani…
Sognai che il...
«O la resurrezione delle stelle, o la morte universale!»
Auguste Blanqui, L'eternità viene dagli astri
Parla l'Asino:
«Oggi che la pace è grattata fino
al fondo, celebro l'ora dei morti
che fecero la rivoluzione
mancandola.
Io non li capisco, non li capisco,
ma porto anche il loro peso.
Porto il peso di tutte le rivolte
e il duro castigo.
Quale battaglia assolve se stessa?
L'assalto è senza glosse.
Svuota la cupola del cielo.
Per tutti spranga la quiete
con sale di rabbia.
Non esiste indulgenza...
Il fraintendimento del reale, tra pressapochismo e mancata autocritica: l’anteprima del numero 4 (anno III) del semestrale “Laboratori critici”, edito da Samuele e pubblicato in occasione dell’ultimo BookCity Milano. Un estratto trasversale della rivista che mette volutamente in relazione l’editoriale di Matteo Bianchi, Per una critica meno assertiva e una poesia più incisiva, con l’intervento firmato da Tommaso Di Dio sulla deriva narcisistica – consapevole quanto no – dei...
Di Matteo Bianchi
Seamus Heaney fu affine a Giovanni Pascoli ancora prima di conoscerne l’opera. A testimoniarlo con una sinestesia d’antan è il secondo verso del secondo dei Glanmore Sonnets: «Words entering almost the sense of touch» – «parole che quasi penetrano il senso del tatto», tradotto da Paolo Febbraro in Fild Works (1979). E il delicato understatment del “quasi”, il modesto pudore dell’avverbio di quantità, libero da trionfalismi, conferma...
di Fabrizio Sani
Mettiamo un mattino come un altro, /
fischiettando tra i marciapiedi della tua città /
– fosse fine primavera – /
tra gli smilzi fili d’aria /
che la mia bocca lascerebbe cadere /
abbandonassi anche qualche lacrima, /
tu cosa raccoglieresti?
Testi inediti di Giulia Bocchio
II
Quanto tempo sarà passato davvero?
Le ombre sono cambiate, il preavviso è un tranello inascoltato
c'è sempre stata una certa pigrizia di mezzo
è un torto al mondo:
quel giorno qualcuno uscì dall'acqua
per essere più di un batterio.
Qualcosa ribolle dal fondo di un fiume che sembra anonimo
si dice avesse il potere di addormentare le persone
infatti qualche secolo prima di oggi trovarono un uomo addormentato da giorni
lo pensarono morto
quando si...
di Davide Nota
Ho composto questi testi su facebook tra il settembre e il novembre del 2023 ipotizzando una sintesi tra il canone metrico della canzone italiana e lo stile semantico della memoria autobiografica su social network. Immagino queste canzoni nel solco della tradizione italiana, particolarmente radicata nelle Marche, degli ex-voto....
poesie inedite di Roberta Sireno
le arterie si raggrumano, le ossa dilatano
scivola l’incavo che inghiotte:
l’impero non è luce, ma fame, spettro
*
dissolvere è una nuova pratica della carne
dove non si è verticali e nemmeno orizzontali
c'è solo il corvo che sparisce
dietro la finestra
dietro il monte
e su per le croci rimane qualche
presagio
*
il bisogno subacqueo si chiude, il verbo
si atrofizza: assorbe larve e ramoscelli
di bava, l’alba si dirama incerta
è visione forse d’oltremare, punto
d’attrazione e...
Diabàllo di Emanuele Franceschetti è il nuovo titolo dei Cervi Volanti, la collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.
«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso la carta; libri senza profitto, in tiratura limitata, consegnati interamente agli autori e alle autrici, che ne gestiscono liberamente il transito (esoeditoria); libri evidenti nella loro invisibilità, indirizzati a chi saprà ospitarne l’implicita consegna; libri col solo...
di Mauro Baldrati Ma è un romanzo? L'aspetto biografico è palese, infatti Sylvia lo pubblicò nel 1963 con uno pseudonimo, temendo che diversi personaggi potessero riconoscersi nei loro profili letterari niente affatto smart.
di Mariasole Ariot I terrestri in fila indiana continuano a montare, si corteggiano silenzio ad un silenzio: i polmoni medicati hanno case a cui tornare come arvicole che sanno il predatore. Voi avete cento porte chiuse a chiave: a me cade dalla tasca una finestra
di Italo Testa È come se oggi la questione della verità tendesse a entrare di prepotenza nel discorso dei poeti. Il compito veritativo della poesia ne occupa la scena, assume un ruolo focale. È una mossa non scontata, se teniamo conto che proprio con un conflitto tra poesia e filosofia sul nesso tra apparenza e verità si inaugura la tradizione occidentale di ordinamento dei discorsi.
di Annachiara Atzei Tutto ciò che si fa qui//lo si fa pensandoti./Non sono mai stata più di questo -/un organo cessato, un lembo/ da ricomporre. /Il mondo resta/lontano - intorno qualcosa ha ceduto./Credo che l'estate sia l'unica/stagione - quella in cui la sera/cantano le rane.
di Giorgiomaria Cornelio La poesia è un'erbaccia nella storia della letteratura? Per molti sembra così. La vita di un libro di poesia è generalmente una vita minorata, una vita di acciacco. Rispetto a un romanzo o un saggio, per dire, ci si aspetta meno da chi scrive: presentazioni sporadiche, reading spesso affollatissimi, miracolose apparizioni in qualche festival.
«nacque in molte parole tacque accortosi che con le carte in mano tutti gli uomini sono uguali pronti ad usare la ripetizione come mezzo per ottenere una visione globale dei collegamenti»
Dispersazione delli tramonti di Nicola Passerini è il nuovo titolo dei Cervi Volanti, la collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.
«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso...
di Andrea Inglese Anche per Giuliano Mesa il dialogo con l’opera di Beckett non è episodico, ma coinvolge procedimenti e risorse fondamentali del progetto poetico. Fin dalla raccolta I loro scritti, uscita nel 1992, Mesa pare elaborare in un suo modo personalissimo una costante della figurazione beckettiana: il corpo smembrato e derelitto.
di Teresa Tommasini
Con un verso di Hart Crane «la memoria, affidata alla pagina, è stata rotta» si apre l’arcipelago di poesie che compongono Isola aperta Isola aperta (Interno Poesia, 2020, pref. Tommaso Di Dio, Premio Gozzano e Premio Internazionale di Letteratura Città di Como Opera Prima).
di Francesca Scala Ci è voluto mezzo secolo prima che una scrittrice densa e potente come Inès Cagnati venisse “esportata” fuori da un paese dal quale non sembrerebbe essersi mai sentita davvero accolta e potesse “tornare” nel paese, l’Italia, dal quale i genitori, contadini, erano partiti per emigrare in Francia
Segno di Giuditta Chiaraluce
“Così nel 1394, a Mortain, in Normandia, un maiale viene posto alla berlina e offerto al ludibrio del pubblico prima di essere impiccato, non soltanto per avere ucciso un bambino, ma anche per avere a metà divorato le sue carni quando si trattava di un venerdì, giorno di magro”
Michel Pastoureau, Medioevo simbolico
Succede un veleno.
Succede nel largo dei tronchi,
nella rimessa sbilenca, nella casa di
ghiaia, nelle tubature indaffarate.
Cresce...
di Mariagiorgia Ulbar Gea’s Dinner è un libro di poesie composto da una sola poesia che occupa lo spazio di 21 oggetti di uso comune in ceramica - quelli che potrebbero convergere nello spazio di una tavola per una cena, e nelle mani di 21 persone. Li ho modellati nel corso dei 21 giorni che ho trascorso nel “garage dei topi”. Gea’s Dinner è un esperimento.
di Andrea Inglese Il demonio si avvicina per dirti: “C’è in realtà un enorme bisogno di poesia!” o “È incredibile quanto la nuova generazione s’interessi di poesia!” o “C’è una sorprendente rinascita della poesia!” Io non ci credo ovviamente.
Di Massimiliano Damaggio Poesia, fotografia, sguardo. Il momento in cui la luce penetra l'occhio e crea, ricrea, ricostruisce, mette a dimora un seme destinato a sbocciare quando sul bianco della pagina si apre e richiude l'obiettivo, e la forma si congela in un'immagine immobile, fotografica, e in una evanescente, scritta.
Ospito qui una selezione di testi da Nella camera. Esercizi per l’attesa di Marco Bisanti, AnimaMundi edizioni, 2023. Dalla nota di Franca Mancinelli: «un piccolo frammentato romanzo di formazione alla paternità e insieme il diario lirico di una gestazione vissuta, per bios, dall’esterno, nella consapevolezza del ruolo di sentinella e di custode di un prodigio che riconnette la quotidianità con il cosmo . Questa capacità di accogliere il mistero...
Due poesie inedite di Gianluca Cangemi
Ho le mani impolverate
di pollini e galassie.
Saetta la serpe.
La polvere di un sorriso mi resta
su un dito o l’altro
dopo la carezza
dal sottobosco
una pagliuzza d’oro.
Pieghe grandi e rigonfie,
parvenze d’anatomie
della terra elefante;
i laghi come i cieli
nelle cartografie
le copule,
le penetrazioni.
Trasformo gli escrementi selvatici
in fiore o stella,
rugiada i soffi della madre:
il vulcano.
Il bronzo crepita e pulsa
del suono di risa e terrori e
il vento delle mani in danza
è lievito...
di Matteo Bianchi L’eco del passato mi aiuta a essere presente, mi rammenta che i rami degli alberi davanti a casa, o dietro al posto di lavoro, restano nudi sotto il tono di una stagione
di Daniele Barbieri Di fronte alla monumentalità crepuscolare di De Angelis (di questo De Angelis), che certamente spinge alla fascinazione adorante, alla posa, l'esortazione al levare di Gleize appare liberatoria. Tuttavia, passato il primo entusiasmo, qualcosa che non quadra appare anche qui.