Articolo precedente
Articolo successivo

Quattro sonetti di Terrance Hayes

Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo un estratto da Sonetti americani per il mio assassino del passato e del futuro, Edizioni Tlon 2022.

di Terrance Hayes (traduzione di Mario Capello)

You don’t seem to want it, but you wanted it.
You don’t seem to want it, but you won’t admit it.
You don’t seem to want admittance.
You don’t seem to want admission.
You don’t seem to want it, but you haunt it.
You don’t seem too haunted, but you haunted.
You don’t seem to get it, but you got it.
You don’t seem to care, but you care.
You don’t seem to buy it, but you sell it.
You don’t seem to want it, but you wanted it.
You don’t seem to prey, but you prey,
You don’t seem to pray but you full of prayers,
You don’t seem to want it, but you wanted it.
You don’t seem too haunted, but you haunted.

Non sembri volerlo, ma lo volevi.
Non sembri volerlo, ma non lo ammetterai mai.
Non sembri volere l’ammissione. 
Non sembri volere accettazione.
Non sembri volerla, ma la perseguiti.
Non sembri troppo perseguitato, ma perseguitavi. 
Non sembri capirlo, ma lo hai capito. 
Non sembra importarti, ma ti importa. 
Non sembri farlo tuo, ma lo svendi.
Non sembri volerlo, ma lo volevi. 
Non sembri predare, ma predi.
Non sembri pregare ma sei pieno di preghiere, 
Non sembri volerlo, ma lo volevi.
Non sembri troppo perseguitato, ma perseguitavi. 

∞∞∞

Seven of the ten things I love in the face
Of James Baldwin concern the spiritual
Elasticity of his expressions. The sashay
Between left & right eyebrow, for example.
The crease between his eyes like a tuning
Fork or furrow, like a riverbed branching
Into tributaries like lines of rapturous sentences
Searching for a period. The dimple in his chin
Narrows & expands like a pupil. Most of all,
I love all of his eyes. And those wrinkles
The feel & color of wet driftwood in the mud
Around those eyes. Mud is made of
Simple rain & earth, the same baptismal
Spills & hills of dirt James Baldwin is made of.

Sette delle dieci cose che amo nel viso
Di James Baldwin hanno a che fare con la spirituale
Elasticità delle sue espressioni. L’ancheggiare
Tra il sopracciglio sinistro e quello destro, per esempio. 
La ruga tra gli occhi come un diapason
O un solco, come un alveo che si dirama 
Nei tributari come righe di frasi estatiche 
In cerca di un punto fermo. La fossetta sul mento
Si restringe & si allarga come una pupilla. Più di tutto, 
Amo tutto dei suoi occhi. E quelle grinze
Della consistenza & del colore del fasciame umido nel fango
Intorno a quegli occhi. Fango fatto 
Di semplici pioggia & terra, le stesse battesimali
Fonti & colline di terriccio di cui James Baldwin è fatto.

∞∞∞

The earth of my nigga eyes are assassinated.
The deep well of my nigga throat is assassinated.
The tender bells of my nigga testicles are gone.
You assassinate the sound of our bullshit & blissfulness.
The bones managing the body’s business are cloaked
Until you assassinate my nigga flesh. The skin is replaced
By a cloak of fire. Sometimes it is river or rainwater
That cloaks the bones. Sometimes we lie on the roadside
In bushels of knotted roots, flowers & thorns until our body
Is found. You assassinate the smell of my breath, which is like
Smoke, milk, twilight itself. You assassinate my tongue
Which is like the head of a turtle wearing my skull for a shell.
You assassinate my lovely legs & the muscular hook of my cock.
Still, I speak for the dead. You will never assassinate my ghosts.

La terra dei miei occhi da nigga viene assassinata.
Il pozzo profondo della mia gola da nigga viene assassinato.
Le tenere campane dei miei testicoli da nigga sono andate, perdute.
Tu assassini il suono delle nostre stronzate & della nostra beatitudine. 
Le ossa che si occupano delle faccende del corpo sono rivestite
Fino a quando tu non assassini la mia carne da nigga. La pelle viene rimpiazzata
Da un involucro di fuoco. Certe volte sono un fiume o la pioggia
A rivestire le ossa. Certe volte noi giacciamo lungo il ciglio della strada
In cespugli di radici contorte, fiori & spine fino a quando il nostro corpo
Non viene ritrovato. Tu assassini l’odore del mio fiato, che è simile a 
Fumo, latte, il crepuscolo stesso. Tu assassini la mia lingua
Simile alla testa di una tartaruga che indossa il mio cranio come guscio. 
Assassini le mie belle gambe & l’aggancio muscolare del mio uccello. 
Eppure, parlo per conto dei morti. Tu non assassinerai mai i miei fantasmi.

∞∞∞

Probably, ghosts are allergic to us. Our uproarious
Breathing & ruckus. Our eruptions, our disregard
For dust. Small worlds unwhirl in the corners of our homes
After death. Our warriors, weirdos, antiheroes, our sirs,
Sires, our sighers, sidewinders & whiners, winos,
And wonders become dust. I know a few of the dead.
I remember my sister’s last hoorah. I remember
The horror of her head on a pillow. For a long time
The numbers were balanced. The number alive equal
To the number in graves. After a very long time
The bones become dust again & the dust
After a long time becomes dirt & the dirt becomes soil
And the soil becomes grain again. This bitter earth is a song
Clogging the mouth before it is swallowed or spat out.

Probabilmente, i fantasmi sono allergici a noi, al nostro cacofonico
Respiro & al nostro casino. Alle nostre esplosioni, alla nostra mancanza 
di rispetto 
Per la polvere. Piccoli mondi ruotano negli angoli delle nostre case
Dopo la morte. I nostri guerrieri, tocchi, antieroi, i nostri sovrani, 
Stalloni, i nostri sospiratori, crotali & piagnoni, ubriaconi, 
E meraviglie si fanno polvere. Conosco un po’ di morti. 
Ricordo l’ultimo urrà di mia sorella. Io ricordo
L’orrore del suo capo sul cuscino. Per molto tempo
I numeri sono stati in equilibrio. Il numero dei vivi uguale
Al numero nelle tombe. Dopo un tempo molto lungo
Le ossa si fanno nuovamente polvere & la polvere
Dopo molto tempo si fa terra & la terra si fa terriccio
E il terriccio si fa grano ancora una volta. Questa Terra amara
è una canzone
Che ostruisce la bocca prima di essere inghiottita o sputata fuori.

Dalla nota dell’editore:
«Il giorno dopo le elezioni presidenziali del 2016, Terrance Hayes scrisse il primo dei settanta sonetti raccolti in Sonetti americani per il mio assassino del passato e del futuro. Il momento storico era stato sconvolto in modo incerto e nefasto: il sonetto offriva un’unità di misura alternativa, antica, con le sue caratteristiche di base immutate da secoli, e al tempo stesso urgente, con le sue quattordici righe che correvano a un ritmo serrato. Ex stella del basket universitario, Hayes tratta la poesia come un gioco con il tempo, teatro per finali drammatici dell’ultimo secondo. Scritte durante i primi duecento giorni della presidenza Trump, queste poesie sono infestate dalla storia e dagli errori passati e futuri dell’America, dai suoi sogni e dai suoi incubi».

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Che il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, censurato dalla Rai, diventi un coro a voce alta

Il bavaglio messo a uno scrittore che voleva parlare di antifascismo, Liberazione e quindi delle radici della nostra democrazia è evento che merita di scatenare un !Ya basta! collettivo, e il suo monologo dobbiamo poterlo leggere dappertutto

La lezione di Estela Carlotto

Il 17 aprile l’Università degli Studi Roma Tre ha conferito a Estela Carlotto la Laurea honoris causa in Lingue e letterature per la didattica e la traduzione, “alla luce di un impegno civile, umano e culturale unanimemente riconosciuto". Riproduciamo il testo integrale della Lectio magistralis

Difficile come guardare dentro i sassi

di Giacomo Verri
Pubblichiamo un estratto da Storie di coscienti imperfetti, la nuova raccolta di racconti di Giacomo Verri, pubblicata da Wojtek, 2024

Tre teste

di Max Mauro
Lui non ha mai tagliato una testa, ne sono sicuro. Come potrei essere seduto al tavolo con un tagliatore di teste? Così voglio credere, ma chi può assicurarmi del contrario?

Discorso di Capo Orso Scalciante

a cura di Silvano Panella
La terra sta invecchiando. La renderò nuova per voi, per voi e per i fantasmi dei vostri padri, delle vostre madri, dei vostri fratelli, dei vostri cugini, delle vostre mogli. Lo farò per tutti quelli che accoglieranno le mie parole

«La fortuna del Greco», storia di un italiano

di Antonella Falco
Antonio il Greco è un sopravvissuto, impastato di tenacia, fatalismo e dignità. Deve il suo soprannome alla somiglianza con uno dei due Bronzi di Riace, «quello con un occhio solo, il vecchio guerriero»
davide orecchio
davide orecchio
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012). Provo a leggere i testi inviati, e se mi piacciono li pubblico, ma non sono in grado di rispondere a tutti. Perciò, mi raccomando, non offendetevi. Del resto il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e assolutamente non professionale.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: