di Marino Magliani Ecco, quando le poesie ci prendono. Quando, come scrive Vitagliano, ci portano in un posto che sentiamo, sconosciuto o già “nostro”, e costruiscono il nostro teatro anatomico e di certo lo condividono. A quel punto ci stupiamo, esattamente come lo fa il poeta.
di Daniele Ventre L’àrbulu nostru (La Vita Felice ed., gennaio 2022) non è la prima prova poetica di Giuseppe Cinà, che per i tipi di Manni aveva dato alla luce,...
di Daniele Ventre "Le Meduse di Dohrn è un'opera interamente Covid-free, che si è stratificata negli anni ed è frutto di innumerevoli incontri...". Esordire, nella recensione e nell'analisi di un'opera...
Giorgio Ghiotti, "Biglietti prima di andare"
E' uscita presso l'editore Ensemble una raccolta di poesie di Giorgio Ghiotti, ne pubblichiamo una piccola scelta.
MTM - Manifatture Teatrali Milanesi all’interno del Festival di teatro indipendente HORS - House of the Rising Sun
presenta
LA COSA FRA LE COSE
un’idea di Antonio Syxty
POESIA, AZIONE PUBBLICA
programma di letture, installazioni, performance,
tavole rotonde e dibattiti
a cura di
Paolo Giovannetti, Andrea Inglese, Italo Testa
L'iniziativa metterà in mostra la poesia contemporanea, sia sul piano artistico che critico, con l'intento di ricordare che la poesia oggi, in Italia e non solo,...
di Marcello D'Ursi
Luomomacchina
Luomomacchina non parla
Urla
Luomomacchina divide uomo da uomo
Luomomacchina fa paura
Luomomacchina ha paura
Del luomomacchina più grosso
Luomomacchina non cade mai
Luomomacchina è un oggetto
Nelle braccia meccaniche
Di altri luomomacchina
Luomomacchina calcola
Freddo
Luomomacchina non dimentica
Ma non ricorda
Luomomacchina è prima persona
Singolare assoluto
Luomomacchina è triste
E ride sguaiato
Luomomacchina dissimula
Luomomacchina non deve chiedere
Mai
Luomomacchina pensa da luomomacchina
Che tutti siano luomomacchhina
Luomomacchina cancella l’uomo.
17/5/2016
Non smetterò mai
di portare il tuo sguardo ad una nuvola
al cielo
all'oriente caldo di mattino all'alba.
Dovrai così disimparare la macchina...
di Jewelle Gomez, traduzione di Michela Martini
per Dolores Has No Horses LeClaire
Mia madre è una turista in visita da me come io da lei
quando ero una bambina allevata da altri,
sempre preoccupata che mi dimenticasse.
Ora facciamo finta che mi abbia insegnato
a leggere o andare in bicicletta;
che mi aspettasse dalla porta
quando rientravo da scuola o mi guardasse
mentre mi vestivo per il primo ballo.
Ci comportiamo come se avessimo condiviso segreti
quando ero adolescente,...
di Franca Mancinelli
ogni giorno per il taglio utile
ricominciare, e mai giungere
a se stessi –spezzata la custodia
della nascita, niente
altro che filamenti buoni al fuoco.
***
ho visto gli occhi degli alberi
nel folto una scossa
di chiarore rimasto –a vegliarci
come fitta pioggia che aspetta.
***
era inerte l’aria, percorsa da tremori e scosse. Bisognava ritrarsi, mettere in serbo la vita, sospingerla verso zone dove si aprivano sacche di quiete. Così sono cresciuto in questa forma amputata....
di Vincenzo Della Mea
Dalla sezione “Clone”:
L’infinito mondo
è un fiume ribaltato sulla roccia;
solo una resistenza cercata
dipende dalla mia volontà.
La natura gira le cose,
l’amore torna alla fine per contatto.
L'universo è un solo intreccio di mani
e mappe per il mondo.
La verità è una stilla
che si apre alle cose, alla luce
che lentamente si cela.
In un dono la mia voce tutta breve,
come s’incurva ancora,
dove il tempo riposa
gli incolori della morte:
anche questo svanire
nella luce luminosa,
questa...
di Francesca Mazzotta
TAUROMACHIA
L’invidia degli dèi non ti risparmia
mentre severo assisti a quella gara
di bestie nere polvere bufera
tra te il presente e te il passato e te
poi sopra i corpi scende la preghiera
- il toro morto ha ucciso l’altro toro:
le cantilene sposano l’abisso.
Né vinto né vincente ti allontani
lasci la sedia vuota, amaro guardi
il faro dell’arena affievolirsi.
Ma tornerai ancora, come torna
la cenere fedele ai roghi spenti
che coglierai dall’aria diligente
di giorno in...
di Evelina De Signoribus
Una cosa che mi piace fare nella vita è ascoltare o osservare gli animali, a volte solo immaginarli. Capita che attraverso la poesia prendano loro la parola, tra fatti atroci realmente accaduti e altri più belli al limite della fantasia.
Ringrazio Marco Petrella che spesso mi accompagna con i suoi disegni.
La balena 52 Hertz
C’è stato un inizio nell’oceano
dove ogni singola goccia batteva in me.
Ho ascoltato attentamente
l’acqua...
di Daniele Ventre
L'oscillazione pendolare fra sperimentalismo di rottura e ritorno all'intimismo e alle forme ricompattate, fra impegno e gioco, era già in atto nei novissimi e nel gruppo '63. Oggi, fra scritture non assertive (o se si vuole di ricerca) e nuovi vecchi lirici (o se si vuole, tradizione), e poeti giocosi (o se si vuole, il caos), assistiamo a un permanere scisso dei novissimi e del gruppo '63,...
Prefazione di Maria Grazia Calandrone
La scrittura di Sonia Caporossi è mossa dalla necessità di comprendere filosoficamente il mondo, che si dà silenzioso nei suoi nessi, lasciando a noi il compito di decifrare la mappa di una realtà fatta di persone e cose che si muovono (e vengono mosse) stando in relazione.
Uno dei modi possibili di interpretare la realtà è infatti seguire il filo di una relazione, come nel caso...
di Daniele Ventre
Al di là della prima impressione a caldo, non si può avere un adeguato confronto con un’opera come l’Ora stabilita di Francesco Filia senza seguirne passo a passo gli snodi interni. Lo spazio dato a una presentazione non è luogo opportuno per un commento perpetuo, e tuttavia è l’opera stessa, talvolta, a imporne in qualche misura la necessità, a richiedere al critico questa piccola messa solenne, questa...
di Giacomo Sartori
Intonate
le nenie
le cantilene
le ninne nanne
gli inni no
e nemmeno
le arie guerriere
le marce marziali
ne tracima
la storia
(fosse solo
il nazismo!)
mi fanno
ribrezzo
Parafrasate
le paia di piedi
(paiono pantofole)
firme ferme
per sempre
(impietrate)
noi eterniamo
le nostre fattezze
su internet
Rinsegnateci
i canti degli oranti
i gesti lenti
o ferventi
le formule
fauste
per disfarci
di culti turpi
(e sicari)
nello scarico
c’è cascato
(con i roghi
e la garrota)
il bambino
(eccoci qui
analfabeti
dell’animo)
dal canto mio
vado a un corso
di silenzio
(saldo in euro)
Decriptate
le stelle nervose
(ebbre di gelo)
le sere d’inverno
(vi parlano?)
edotti ora
della relatività
misuriamo
gradi e neutrini
(e lustri luce)
le...
di Giacomo Sartori
Stasera invece
non potrei sopportare
di vederti
seduto a tavola
con loro
mi viene male
solo a pensarci
non ti accetterà
mai e poi mai
tra il resto
si chiama come te
non so se mi spiego
mi dicevi
stasera invece
ceniamo assieme
parliamo della siccità
e del governo
tuo padre fissa il piatto
forse ripassa l’itinerario
(la scialpinistica all’alba)
poi si alza
affetta il filetto
con gesti esatti
e circospetti
da cacciatore-raccoglitore
con il pupo in grembo
tua sorella
si preme un seno
Ho sognato
ho sognato
che ci sposavamo
su un motoscafo
a Sant’Agnolo
poi non c’eri...
di Andrea Inglese
Non credo troppo alla fine della poesia, anche se tutto prima o poi finisce, a partire dal sole stesso, che come tutte le stelle dell’universo ha una data di scadenza. Non ci credo, perché esattamente come facevo io più di vent’anni fa con un poeta più vecchio e affermato di me, oggi un giovane trentenne mi spedisce il suo primo libro, o delle sue poesie inedite, nella...
di Giacomo Sartori
Dimmi ch’è successo
dimmi ch’è successo
qui tutti schiattano
o s’ammalano
da quando hai fatto
irruzione
è un eccidio
in men che non si dica
Andrea è andato
(mollando tutto a mezzo!)
Marta ha le metastasi
l’editore chissà cos’ha
di colpo stramazzano
uno dopo l’altro
quando va bene
parlano di pensione
e di acciacchi cronici
dimmi ch’è successo
io stesso mi questiono
sul mio stomaco gonfio
(che sia carcinoma?)
e sul ginocchio
(si gripperà?)
dimmi tu
che succede
prima nessuno
moriva a raffica
o parlava tre ore
dell’età pensionabile
in fondo è colpa
anche un po’ tua
mi...
di Giacomo Sartori
Tic tac toc toc
tic tac
dentro la notte
tic tac
la tua capa
tic tac
fa patatrac
sono sdraiata
nella tomba
la pietra mi schiaccia
le braccia
dimeni le mani
svolti gli occhi
io spio la sveglia
tic tac
sono le tre
tic tac
e trentatrè
non ho aria
la lastra mi fracassa
le braccia
scrolli i piedi
sbatti la testa
tic tac
tic tac
bevi quest’acqua
non avere paura
non sei nella tomba
ci sono qua io
ti dico io
(la voce grave
che s’addice)
tic tac
tic tac
la coperta
vuole accopparmi
la scalci via
come una serpe
avviticchiata alla caviglia
tic tac
la...
disegni e didascalie (e testo a margine) di Elena Tognoli
Lo scoglio ci mette molto tempo a muoversi e molto poco a consumarsi.
In molti abitano lo scoglio (cozze, ricci, telline e altri ancora). Insieme resistono alle necessità delle correnti.
Lo scoglio ha punte aguzze che recidono la pelle. In alcune località di mare questo è conosciuto come il “bacio dello scoglio”.
Lo scoglio a volte è stanco di essere bagnato dal mare....
disegni e testi di Elena Tognoli
Hanno trovato una donna
nel Mar Baltico, era piena
di piccole uova.
I pescatori l’hanno raccolta
nelle acque fredde
a forma di
drago.
“Vedi le mani
dei pescatori quando aggiustano
le reti?”, lei diceva
“Giù nel fondo
le reti cadono
su di noi come le meduse di un
dio calloso”.
“Qualche uovo me l’hanno
preso in un fiume del
Baltico”, lei diceva
“Ma voi come fate?”,
chiese la donna
ai salmoni.
“Le nostre uova le abbiamo
messe in scatolette, le spingiamo fra
le corsie surgelate
fra i...
(Estratto di un articolo che apparirà completo su Testo a Fronte giugno 2019).
di Antonio Perrone
1. Storia traduttologica ed editoriale
1.1 Introduzione
Il poemetto di Pagliarani ha una storia traduttiva abbastanza cospicua: in circa un cinquantennio a partire dalla sua prima apparizione completa nel 1960, è stato tradotto in alcune delle principali lingue europee, come il castigliano , il tedesco e l’inglese . In quest’ultima si presenta in due edizioni ad opera...
di Giacomo Sartori
ora vai per conto tuo
ditti anche tu
che per troppo tempo
nessuno di noi
s’è sentito accolto
(o anche solo al riparo)
le cose stavano così
si navigava a vista
tra spuntoni e tifoni
(più inquietanti forse
le bonacce)
fino a un dato porto
ci rincuoravamo ancora
passavamo sopra
riprovavamo
poi i demoni
hanno preso il timone
ora evacua la collera
(da dove sprizza?)
le stoccate d’odio
(siamo giunti a questo!)
pensami come si pensano
le querce isolate
in lontananza
e certe rocce
un po’ in aggetto
quello ch’è stato
è stato
vedrai
ce la...
di Daniele Ventre
Da poco ha visto la luce, per i tipi di Lietocolle, nella collana gialla a cura di Augusto Pivanti, la silloge Misura, del poeta, critico e studioso napoletano Bernardo De Luca. Di fatto, se si escludono le presenze in antologie di un certo rilievo (Delle coincidenze, a cura di F. De Cristofaro e C. De Caprio, Ad est dell’equatore, 2012; Buio, catalogo mostra giugno 2007) e Gli...
di Giacomo Sartori
adesso esci da me
scendi i gradini
scarruffati dal maestrale
pesta quella sabbia
(quante spiagge
mano nella mano!)
inala l’aria salata
le espettorazioni
della risacca
ti sono sempre
piaciute tanto
abita la tua vita
non dimenticare
non ne potevi più
ripetiti
le frasi insopportabili
e l’astio dei gesti
dismetti l’amore
ormai avariato
(perché resta solo
la nostalgia?)
per tanti anni
siamo stati
bimbi adulti
(discoli e
temibili)
ora siamo
bimbi vecchi
non possiamo più
giocare assieme
dobbiamo cavarcela
ognuno da solo
adesso aiutami
devo fare a meno
dei tuoi sorrisi
(struggenti pozzi
di calce viva)
della tua libertà
(certo selvaggia)
del tuo feroce
attaccamento
a me
accogli pure tu...
di Andrea Inglese
(Questo testo è incluso nel volume Teoria e poesia, curato da Paolo Giovannetti e me, per le edizioni Biblion di Milano. Il volume raccoglie 11 testi di altrettanti autori che su invito dei curatori hanno realizzato una giornata di studio, con interventi e discussioni, alla Libreria Claudiana di Milano il 16 settembre 2017. Gli autori sono Giulio Marzaioli, Florinda Fusco, Vincenzo Frungillo, Stefano Ghidinelli, Italo Testa, Mariangela...
di Daniele Ventre
La raccolta Colpa del mare e altri poemetti (Oèdipus, Salerno, 2018) ci fornisce il quadro pressoché completo della carriera poetica di Bruno di Pietro, se si esclude la recente silloge Impero (sempre uscita per i tipi di Oèdipus, nel 2017). L’intero libro, appartenente alla collana Intrecci, consta di dieci sezioni, in origine indipendenti, ognuna delle quali connotata da una propria specifica identità formale, ognuna centrata su uno...
di Elena Tognoli
Cercavo una tua foto
(odiavi farti fotografare
come d’altronde ballare)
Ho paura che tu muoia. La differenza d’età è così grande.
Succede così quando si ama, dicevi.
Tu hai paura che io muoia?
Sei così giovane, hai detto.
(Ho sempre pensato che morirò
molto giovane o
molto vecchia.
Non so quale delle due preferirei)
Continuo a pensare al problema della foto.
Per la lapide la foto ci vuole.
Non si sapeva che occhiali metterti,
chissà se preferisci quelli da vicino o...