Articolo precedente
Articolo successivo

controversoincontro (#1)

di Giacomo Sartori

Tic tac toc toc

tic tac
dentro la notte
tic tac
la tua capa
tic tac
fa patatrac

sono sdraiata
nella tomba
la pietra mi schiaccia
le braccia
dimeni le mani
svolti gli occhi
io spio la sveglia
tic tac
sono le tre
tic tac
e trentatrè

non ho aria
la lastra mi fracassa
le braccia
scrolli i piedi
sbatti la testa
tic tac
tic tac

bevi quest’acqua
non avere paura
non sei nella tomba
ci sono qua io
ti dico io
(la voce grave
che s’addice)
tic tac
tic tac

la coperta
vuole accopparmi
la scalci via
come una serpe
avviticchiata alla caviglia
tic tac
la tua testa
fa toc toc
strizzi gli occhi
torci le narici

tic tac
questa notte
hai fatto
toc toc
amorino mio
ti dico il mattino
carezzandoti il cranio
con il mio alito
sdilinquito

non ricordo bene
ero in una tomba
dici tu
bloccando gli occhi
(come guardando
all’interno)

tic toc
sei proprio
toc toc
ti dico
stuzzicandoti
i birillini turgidi
(fanno tic tic)

il mio psi
dice che è meglio
se le tensioni
escono
è normale
dici tu

toc toc
sei proprio
la mia
toc toc
faccio io
toccandoti
un pochino

non chiamarmi
toc toc
non mi mi piace
che mi chiami
toc toc
non sono
toc toc
mi dici tu
(le tue ciglia
di ciniglia
fanno tac tac)

 

La DDE

il mio cruccio
è la DDE
la DDE
dicevi
a me spaventa
questa DDE
tanto grande
dicevi

la differenza
di età
la chiami DDE

anche ora
che non importa
tra noi
non ci sono anni
ma la DDE
la DDE

 

Perché piangi?

perché piangi?
ti ho chiesto
pensavo che eri morto
e io ero sola
nella grande città

 

(l’immagine: Haruka Mori, “Coniglio rosa” (dettaglio), 2006, fotografato alla mostra “Art brut japonais”, Halle St. Pierre, Parigi, 2018)

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Le finestre di Enrico Palandri

di Alberto della Rovere
Questa la suggestione che abita l'opera di Palandri, nell'accorato invito a non rinchiuderci nelle nostre abituali, labili rassicurazioni, di pensiero, relazione e azione, nell'appartenenza, nei codici e nelle categorie, per muover-si, invece, nel mistero, nell'incertezza, all'incontro con l'alterità e gli affetti

Nessuno può uccidere Medusa

Marino Magliani intervista Giuseppe Conte
Io lavoro intorno al mito dagli anni Settanta del secolo scorso, quando mi ribellai, allora davvero solo in Italia, allo strapotere della cultura analitica, della semiologia, del formalismo, una cultura che avevo attraversato come allievo e poi assistente di Gillo Dorfles alla Statale di Milano.

Dogpatch

di Elizabeth McKenzie (traduzione di Michela Martini)
In quegli anni passavo da un ufficio all’altro per sostituire impiegati in malattia, in congedo di maternità, con emergenze familiari o che semplicemente avevano detto “Mi licenzio” e se ne erano andati.

Euphorbia lactea

di Carlotta Centonze
L'odore vivo dei cespugli di mirto, della salvia selvatica, del legno d'ulivo bruciato e della terra ferrosa, mischiato a una nota onnipresente di affumicato e di zolfo che veniva dal vulcano, le solleticavano il naso e la irritavano come una falsa promessa. Non ci sarebbe stato spazio per i sensi in quella loro missione.

Un’agricoltura senza pesticidi ma non biologica?

di Giacomo Sartori
Le reali potenzialità di queste esperienze potranno essere valutate in base agli effettivi risultati. Si intravede però un’analogia con la rivoluzione verde, che ha permesso l’insediamento dell’agricoltura industriale nelle aree pianeggianti più fertili, e ha devastato gli ambienti collinari e/o poveri.

Pianure verticali, pianure orizzontali

di Giacomo Sartori
I viandanti assetati di bellezza avevano gli occhi freschi e curiosi, guardavano con deferenza i porticcioli e le chiese e le case, ma spesso anche le agavi e le querce e le rupi. Sapevano scovare il fascino anche dove chi ci abitava non lo sospettava, per esempio nell’architrave di castagno di una porta decrepita o nell’acciottolato di un carrugio.
giacomo sartori
giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: