Ida Travi: «Jan, dobbiamo imparare a scrivere»

 

«Ce ne andremo come dio ci ha fatto
come dio ci ha fatto – due volte almeno -»

 

Janìl’ora della cancellatura di  Ida Travi, ottavo libro dei Tolki, è il nuovo titolo dei Cervi Volanti, la collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.

«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso la carta; libri senza profitto, in tiratura limitata, consegnati interamente agli autori e alle autrici, che ne gestiscono liberamente il transito (esoeditoria); libri evidenti nella loro invisibilità, indirizzati a chi saprà ospitarne l’implicita consegna; libri col solo intento di essere vigilie per una geografia del dopo-diluvio.»
Pubblico qui alcune poesie in anteprima. Le partiture visive sono di Giuditta Chiaraluce.

(sotto il cielo di Zard)

 

Sotto il cielo di Zard

ho sentito scricchiolare le assi

ho sentito i morti che tornavano a casa

 

via, via! questa è la nostra casa

andate via, tornate giù

giù sulla terra, in terra

 

Siedono allora sospirando

si tolgono le calze gocciolanti

dicono – mamma, mettimi

vicino al fuoco – come facevi

con le castagne, così vivrò di nuovo

di nuovo, come un rametto, si.

 

*

 

(fu per via della dichiarazione di guerra)

 

Fu per via della dichiarazione di guerra

e la crosta terrestre si spaccò

e il cielo si spaccò, è così che nacquero

i sentimenti rotti

 

E come mai come mai – diceva il monte

come mai non si fa più la cerimonia

come mai sopra la testa

s’apre quel buco nero, come mai

sopra testa cresce quel buco nero

 

E come mai, come mai uno sparisce

e l’altro no, come mai la macchia

è scura, come mai la macchia bianca

in fronte è scura, scura

 

Non è una macchia, Jan

è solo la notte che s’avvicina, è solo

il giorno, Jan, è solo il giorno che s’avvicina.

 

*

 

 

( Janì, Janì )

 

Janì, Janì scenderai dal sasso

scenderai dal trono, finalmente

stenderai la coperta ai tuoi piedi

 

Porterai la richiesta in terra

giù nel rifugio, sotto il platano rosso

sotto l’Ufficio Postale, anche tu

mangerai le radici

 

Il primo giorno avremo il latte

il secondo giorno avremo il fuoco

il terzo giorno finalmente

vedremo le raffiche allontanarsi

 

Fino allo schermo, e oltre

fino al portone degli oscuranti

più avanti, più avanti, fino al ponticello verde

dove siedono in assemblea le stelle

la volpi rosse d’un secolo fa.

 

*

 

(il libro s’è aperto da solo)

 

Il libro s’è aperto da solo

l’ho visto, nessuno

ha voltato la pagina

nessuno ha chinato la testa

 

– Janì, quella era la pagina dell’assoluzione –

 

C’era solo quel canto

c’era quel bianco, Jan

dobbiamo imparare a scrivere.

 

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Giorgiomaria Cornelio (1997) è poeta, regista, curatore, redattore di «Nazione Indiana». Ha co-diretto la "Trilogia dei viandanti" (2016-2020), presentata in festival e spazi espositivi internazionali. Suoi interventi sono apparsi su «Doppiozero», «Il Tascabile», «Antinomie», «L'indiscreto». Ha vinto il Premio Opera Prima con la raccolta "La Promessa Focaia" (Anterem, 2019). Ha pubblicato "La consegna delle braci” (Luca Sossella Editore) e “La Specie storta" ( Edizioni Tlon ). Cura il progetto “Edizioni volatili”, e la festa della poesia "I fumi della fornace".
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