Articolo precedente
Articolo successivo

Un ritratto di Renato Barilli

di Leonardo Canella

1.

Ti dico che è così. Impattante. Qualcosa di impattante. La fiocina che arriva ed è già arrivata. Entra e arpiona. Fra il lancio della fiocina e la carne arpionata un attimo. Forse neppure un attimo. È il tempo di uno scatto mentale.

2.

Renato Barilli è questo scatto mentale. È suo, è lui. Trovi in lui questo scatto mentale dagli anni Cinquanta. Barilli ce l’ha da subito. Un nucleo di energia forte fortissimo. È vita che fiocina fuori col tempo di uno scatto mentale. L’avversario è placcato da vicino: ‘Dimostrami che non ho ragione’ gli dice di continuo. L’avversario è fiocinato. Sempre. Negli anni gli ho visto fare uscire sangue da chi avesse fatto fede in un qualche metodo analitico. Che è spesso come dire noia, morte.

3.

Luciano Anceschi ha percepito per primo questo scatto mentale. 1956, il Verri, 21 anni (Barilli è del 1935). Subito la rubrica di arte. Ma anche prima. E prima Francesco Arcangeli è a Los Alamos (l’ho letto da qualche parte…). Ho sentito brillare su di me/dentro di me la prima bomba atomica. Lo dice a Renato. È il tempo dell’Informale, del risveglio delle avanguardie storiche. C’è una bomba di energia dentro di noi.

4.

E tu la bomba non la vedi, la senti addosso con tutti i sensi, testa inclusa. Il tempo di uno scatto mentale. Sentire con tutti i sensi testa inclusa è la lezione numero uno di Renato. Vivi!! sembra dirti di continuo. Guardati attorno! Senti!! Me lo dice di continuo anche quando mangiamo insieme, in silenzio.

5.

Lezioni, conferenze, interventi, libri dicono altro: equilibrio, metodo, ragionamento. Tu dici calcolo, precisione, freddezza. Ma se leggi e ascolti bene, vedi due ruote che macinano asfalto e staccano il gruppo. C’é una fortissima componente creativa in Barilli (a volte terribilmente belle le sue similitudini, anche quando sanno di strappo sulla pelle). Se glielo chiedi, ti dice infatti di estati in solitaria sulle strade della Romagna. Barilli è stato ciclista.

6.

Poi c’é il Gruppo 63. In rete trovi una foto tutti belli insieme, pure cravattosi e pettinati. Sanguineti Balestrini Porta Guglielmi… (cercala quella foto). Sono tanti e aggressivi. Barilli è sulla destra. Mi piace molto quella foto. Sei dentro un gruppo e catturi tutti con lo sguardo. Se ti metti di lato lo puoi fare. E quelli tutti insieme nella foto sono la neoavanguardia italiana, una scarica potente di vita. La mia generazione ha ancora addosso quella scarica. Quando sento che sto morendo dentro, mi metto sulla pelle gli elettrodi del Gruppo 63. Non so se mi sento meglio, ma sono più vivo. E me lo ricordo: la prima volta che ho sentito sulla pelle gli elettrodi del Gruppo 63 è stato nel 1990, a lezione. Barilli ci diceva che arte in greco si dice techne. Era novembre.

7.

Ecco. Barilli è uno che ti dà scariche addosso. Uno che ti fiocina. Magari ti fa anche male. È lo scatto mentale di cui ti ho detto sopra. Scatta e fiocina. È un cacciatore dietro il cespuglio a caccia del nuovo, Barilli. E il nuovo ce l’hanno più spesso in mano i giovani. A RicercaBO, il laboratorio di ricerca sulle nuove scritture, Barilli è così ancora a caccia del nuovo (lì sono spuntati un giorno Giovenale, Inglese, Canella, Zaffarano…).

8.

Adesso ti dico una cosa. Ci sono autori con un sacco di energia dentro, lo sai. Bombe di energia. E fuori non vedi niente, o solo qualcosa. Tanta normalità, ma una normalità che a tratti si inceppa. Leopardi era uno che si inceppava. Mica abile come gli altri lui nella vita. Si inceppava, troppa energia dentro. Talvolta Renato lo dice di sé. Non usa il verbo inceppare ma il sostantivo inetto. Chi lo conosce da vicino può capire. Io ti consiglio di leggere i suoi testi, da poco è uscito Poetiche ed estetiche in Italia. Da Dante al postmoderno (Manni 2023). E’ anche un autoritratto.

9.

Chiudo con Giovannino Pascoli. Io sono maniaco di Giovannino Pascoli. Poemi conviviali, poemi latini. Ecco, secondo me anche Barilli è un maniaco di Giovannino Pascoli. È qualcosa di indefinibile, di impalpabile che quasi non puoi capire. Quando lo leggi senti che Giovannino è più bravo. Cinque di mattina caffè cucina e Pascoli sono parte del mio stile di vita. E secondo me anche per Barilli cinque di mattina caffè cucina e Pascoli sono parte del suo stile di vita. E so di non sbagliare.

Fine

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Da “Hitchcock e l’elitropia”

di Riccardo Gabrielli
A detta del "Dictionnaire portatif" (1757) del Pernety, furono i pittori italiani che, in accordo a una fulgida polisemia, cominciarono a chiamare “pentimenti” un carattere tipico dei disegni, ossia quell’indugio, quella specie di esitazione che non è già cancellatura, bensì ventaglio di idee transitorie, simultaneità dei possibili: le teste ritorte in ogni direzione, i viluppi di braccia e gambe doppie, le stratificazioni a matita...

Evanescenza e consistenza del mondo: Zanzotto versus Ponge

di Andrea Inglese
Il mio proposito è quello di avvicinare l’opera di Zanzotto a quella di Francis Ponge, utilizzando quest’ultima come un reagente che sia in grado far risaltare e porre in dialogo aspetti delle poetiche di entrambi gli autori.

Autenticità e poesia contemporanea #7

di Andrea Accardi
   “Autenticità”, non c’è parola più ambigua e scivolosa di questa, e quindi fate bene a porre il problema. Per il senso comune, una letteratura e una poesia autentica sarebbe grossomodo quella che mette in mostra una trasparenza del soggetto, che fa esercizio di confessionalismo, e questo non è né falso né vero.

“Better Call Saul”, “L’amica geniale” e il lato oscuro del sogno americano

di Giacomo Agnoletti
Propongo dunque un accostamento improbabile: la serie tv Better Call Saul e il romanzo L’amica geniale di Elena Ferrante. Le affinità sembrano a prima vista inesistenti: da una parte il Nuovo Messico degli anni 2000, dall’altra la Napoli del dopoguerra. Due mondi lontanissimi.

Autenticità e poesia contemporanea # 6

di Antonio Francesco Perozzi
... il lavoro del poeta può interessare la sfera collettiva non come portatore di verità ma come luogo pragmatico di manipolazione e interrogazione del senso, che è sempre una costruzione collettiva. Questo si può fare anche liricamente, nel momento in cui viene mantenuto un margine di presenza soggettiva ...

CATALOGO DEGLI ARGOMENTI MAGGIORI E MINORI, DIFFICILI E ECCEZIONALI, IMPORTANTI E PERICOLOSI

di Andrea Inglese
Mi rimangono poche cose da dire / ovvero gli argomenti ultimi: / i reticoli dei condizionamenti / le visuali implicite / le strutture che stringono...
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: