Anne Carson: «Tra te e me ci sia la verità»
di Anne Carson

È uscito per Crocetti Come l’acqua. Saggi e poesie di Anne Carson.
Ospito qui una selezione di testi in anteprima.
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da Parte I. Mimnermo: dipinti eroticocerebrali
Per quanto bello possa esser stato
All’orizzonte scorge la vecchiaia.
Sì bella mia oggi è per sempre ora cos’è quell’ombra che
apre la cerniera
di ogni tuo da-dove dalle dita bambine?
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Tra te e me ci sia la verità
Nonostante il suo dichiarato culto della giovinezza e del piacere,
non ignora la preoccupazione morale.
Nell’attraversare il confine non potevo sentire che il tuo
battito
e il vento che mi accarezzava l’osso dell’orecchio
come antimateria.
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Che mi colga la morte
Lui canta i compleanni.
Nessuna malattia nessuna carestia solo un colpo alla porta
all’età di sessant’anni: fatto.
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da Parte II. Discorsi brevi
Introduzione
Una mattina presto le parole vennero a mancare. Prima di allora, le parole non esistevano. Esistevano i fatti, esistevano le facce. In una bella storia, raccontata da Aristotele, tutto ciò che accade è mosso da qualcos’altro. Tre vecchie erano chinate nei campi. A che serve porci delle domande? dissero. Ben presto fu chiaro che sapevano tutto quello che c’era da sapere sui campi innevati, sui germogli verdeazzurri e sulla pianta chiamata “audacia”, che i poeti scambiano per le viole. Iniziai a trascrivere tutto ciò che fu detto. Questi segni costruiscono gradualmente un istante della natura, senza bisogno di un noioso racconto. Lo voglio sottolineare. Farò di tutto per evitare la noia. È il compito di una vita. Non si sa mai abbastanza, non si lavora mai abbastanza, non si usano mai gli infiniti e i participi abbastanza stranamente, il movimento non è mai ostacolato abbastanza duramente, non si abbandona mai la mente abbastanza in fretta.
Sull’Homo Sapiens
Con piccole incisioni l’uomo di Cro-Magnon registrava le fasi lunari sui manici dei suoi attrezzi, pensando a lei mentre lavorava. Gli animali. L’orizzonte. Una faccia in una bacinella d’acqua. In ogni storia che racconto arriva un punto in cui non riesco a vedere oltre. Odio questo punto. È per questo che chiamano ciechi coloro che raccontano le storie: uno scherno.
Su Gertrude Stein alle 21:30 circa
Che curioso. Non ne avevo idea! Oggi è già finito.
