Da “Quasi”
[Questi testi sono tratti dal volume di poesie Quasi, uscito di recente per peQuod editore con disegni di Sergio Ruzzier.]
di Matteo Pelliti
60.
È noto come l’errore sia
il diamante grezzo delle scienze
il motore di ogni scoperta
e progresso vero per questo il canto
di lode dello sbaglio
si leva alto negli scranni
d’ogni accademia che pure
professi ex cathedra
la propria infallibile missione
(giustificare se stessa).
Per questo dico grazie a Tolemeo
gratias tibi per il tuo errore
che indusse Colombo a sua volta
a sbagliare mondo nuovo
da scoprire, lo stesso in cui, qualche anno dopo,
sbagliò il rigore Baggio
che quindi, a rigore,
fu colpa pure quello di Tolomeo.
Io vi ringrazio, Tolemeo e Baggio
e poi ringrazio Fleming
(non quello di James Bond, l’altro)
perché rendete noi erranti meno soli
nella foresta degli errori, nella notte
dove tutte le mucche sono grigie
mentre noi aspettiamo soltanto
di salire ancora e per l’ultima volta
sul carro dell’Omino di Burro.
*
47.
Le umiliazioni più dolorose
sono quelle che tu stesso
infliggi a te stesso nei sogni:
bruciano ancora, al risveglio,
come ustioni che dall’inconscio
risalgano all’epidermide
della coscienza.
Quello è il luogo in cui ai tuoi errori
non si fanno sconti,
alle tue mancanze
non si affiancano attenuanti.
*
34.
Il serbatoio della mia pazienza è vuoto,
è vuoto perché è bucato,
è bucato perché mio padre
è mancato, scomparsa la fonte
della pazienza, passata un po’
col sangue un po’ con l’esempio,
mi trovo questo buco e a ben vedere
il buco è grande quanto il serbatoio tutto,
e se provo a sentire i bordi del buco
del serbatoio vuoto della mia pazienza
per capire quanto grande sia il buco oltre il vuoto,
sento che i bordi tagliano le dita.
*
29.
Sul tram, qualcuno ha sbagliato fermata
qualcuno ha sbagliato tram,
le facce si specchiano sui vetri
la paura che si prova quando
si è sbagliato fermata, si è sbagliato tram
in una città sconosciuta
ha un’espressione unica, universale,
come di chi si guardi intorno mentre
lo smarrimento prende spazio
in ogni angolo del suo volto.
*
1.
La colla del post it
come forse saprete, è frutto di un errore
o quasi, cercava quel chimico
una colla super forte
(un mastice maciste)
e invece inventò una colla
super debole. Ma riusabile.
Allora, forse per questo,
ho scritto versi deboli su colle deboli
su post it minuscoli, rime puerili
ma molto libere perché a volte
per essere liberi occorre
fare liberamente errori.
*
Disegni di Sergio Ruzzier
