Da “NZ”
[E’ da poco uscito nz di Antonio Syxty, per l’editore ikonaLiber, nelle collana diretta da Marco Giovenale sulle scritture di ricerca. Di questo testo incollocabile, eterogeneo, attraversato da immagini, grafici, disegni, collages, diamo su NI un estratto “compatibile” con la formattazione web. a. i.]
di Antonio Syxty
Appunti non sostanziali circa il luogo dove è avvenuta l’azione (con la donna)
una donna racconta la propria trasformazione in soggetto
un altro soggetto osserva incuriosito
è un soggetto con un attaccamento morboso alla realtà
è la realtà intorno alla realtà
è intorno al soggetto (che diventa oggetto)
e il soggetto è oggetto (del nuovo soggetto)
e il soggetto è conscio del proprio essere osservato (oggetto)
il soggetto è voyeur
è voyeurismo altrui è ancora voyeurismo
è il creatore di fantasie è un essere impenetrabile
e inizia il processo che porterà la protagonista allo svelamento
è la protagonista (in cerca)
è una propria identità lacerata dal giudizio della realtà
e dai bisogni dell’altro
può ricomporsi tramite l’azione
può ricomporsi tramite un sostituto contemporaneo dell’essere può ricomporsi e il suo gesto sarà il più estremo
può ricomporsi e il suo gesto sarà il più disperato
a)
confermare al mondo la propria identità
confermare al mondo il soggetto dell’azione
la comparsa del Presentatore
l’intervento della figura del Presentatore banalizzerà la scelta della protagonista
ma l’intervento della figura del Presentatore richiamerà all’inutilità della propria scelta
b)
l’azione si divide in 5 sequenze:
1°) da un video, la protagonista osserva se stessa sul set cantare imitando Marilyn Monroe (atto I)
dopo la canzone racconta di aver incontrato il cow-boy
(atto II) confessa il piacere nell’osservare Roslyn[1] provato durante l’infanzia
2°) ora sul set si trova un uomo, che osserva la protagonista mentre si muove, mentre anche lui si muove (e non si capisce perché lo fa) infine ascolta la donna raccontare il proprio essersi sentita sempre più osservata, senza più nessuna capacità di nascondere niente all’occhio esterno (scena senza numerazione)
3°) la protagonista, seduta a un tavolo, racconta all’uomo che ha davanti (è un altro uomo?) di sentirsi minacciata da un uomo che la vuole, e che con il suo amore la mette in pericolo
4°) (nel video) la protagonista recita il monologo della propria abnegazione, mentre sul set la donna, (che è un’altra donna?) in ansia, si nutre a una tavola imbandita (scena 5) (mancano le scene da 1 a 4)
5°) la protagonista ora si è calmata (anche se non ha mai dato segno di nervosismo) mentre una voce fuori campo racconta il suo ricomporsi tramite un gesto di Gaylord[2] (scena 6)
Interviene il Presentatore a schernirla (scena 7).
[1] si riferisce al personaggio della bella e ingenua Roslyn, nel film “The Misfits” di John Huston del 1961 con Marilyn Monroe. Roslyn è da poco divorziata e per mezzo dell’amica lsabelle stringe amicizia con due uomini: Gay, un cow boy anche lui divorziato, e Guido, meccanico e aviatore.
Il finale rimane aperto
(echo 60GTU5153545869.1)
Avevo undici anni e volevo avere sempre il controllo. L’eccitazione di avere potere su qualcuno. Quando giocavo, volevo essere il capo, la padrona. Anche nell’amore ho dominato. Non era la dominazione a eccitarmi. Da bambina pensavo spesso di essere invisibile…
(echo 60GTU5153545869.2)
Non mi interessava spiare. Mi piaceva nascondermi e rubare solo i riflessi delle situazioni. Volevo essere invisibile.
(echo 60GTU5153545869.3)
Una notte sentii rumori in cucina. Sempre presa dai miei sogni di invisibilità mi accostai alla porta e riconobbi le voci di mio padre e di mia madre. Entrai. Mio padre, nudo, era disteso sul tavolo, e mia madre si strusciava su di lui. Passò un po’ prima che si accorgessero della mia presenza e per me fu come precipitare in una vertigine. Poi mia madre mi vide e furono urla e schiaffi. Fui punita severamente. Non avevano capito. A me non interessava cosa stessero facendo, mi era del tutto indifferente.
(echo 60GTU5153545869.4)
Mangiare+camminare+parlare+ridere-+picchiare+uccidere+
dormire.
I gesti, qualsiasi gesto, erano la mia ossessione. Volevo guardare, essere l’occhio sempre presente, ma non coinvolto.
Anni dopo mimetizzai il mio vizio. Passavo il tempo nelle stazioni, nei mercati, in metropolitana, osservavo i volti, i corpi, le scie, i ritmi. Volevo scoprire il mistero dei ritmi del mondo.
(echo 60GTU5153545869.5)
Anche nell’amore pretendevo di guardare. I miei amanti dovevano fare l’amore da soli, davanti a me, come se non ci fossi stata. Solo così riuscivo a ottenere il piacere.
(echo 60GTU5153545869.6)
Poi qualcosa cambiò. Avvenne lentamente, inesorabilmente. Ogni giorno sentivo dentro un sottile disagio. Avevo nidi di ragno nella spina dorsale. Piano piano, mi accorsi che il mio piacere stava scomparendo.
(echo 60GTU5153545869.7)
Una vaga angoscia, ogni mattina di più. E finalmente, come un grosso mattone in una vetrata, capii cosa stava succedendo:
MI GUARDAVANO TUTTI!
Potevo vedere i loro occhi, e l’angoscia di quegli sguardi.
(echo 60GTU5153545869.8)
Ora, a distanza di tempo quando sono sola, a casa, nel letto, in bagno mi sento osservata. Provo nausea per questo.
Una nausea che rende impossibili anche i pensieri.
Anche i pensieri sono osservati, rivoltati, controllati. Sono diventata l’oggetto del controllo.
Il ponte, i fiori, il barcaiolo
Il mio cuore il mio stomaco il mio utero il mio cervello erano attraversati dagli sguardi.
e la nausea cresce.
è il respiro,
è qualcuno mi osserva,
(mi osserva in modo nuovo).
I miei liquidi interni, i succhi, gli umori, le sinapsi, le ovaie e le pareti della mia vagina sono visibili all’occhio, all’essenza dello sguardo che mi penetra tra le gambe, mi rivolta, mi spezza
e non posso fermarlo.
io l’ho creato in questi anni
quando si spandeva da me ritornando entità…
nel gesto che diventa sostanza
è l’atto che vive di vita proprio
è l’urlo che si crea
e mi strapperò gli occhi
e li getterò lontano
e sradicherò il cuore
e lo divorerò
e finalmente l’occhio si bagnerà
e mi vuole uccidere
e mi ha portato dei fiori (Sette rose rosse).
mi ha detto: per te
proprio così: per te
e ho avuto paura (che cosa vuole da me?)
ieri sera l’ho incontrato lo incontro spesso era sul ponte.
tornavo a casa faccio sempre la stessa strada
e lui era lì
con i fiori in mano
e sorrideva
sono per te, mi ha detto
e ho guardato giù dal ponte: l’acqua era immobile
è apparsa una barca e ho visto il barcaiolo.
non poteva farlo mi ha detto il barcaiolo
(so che non poteva farlo)
dice di amarmi non capisco vuole il mio corpo vuole toccarmi mi ucciderà
e mi ha seguito lungo la strada oltre il ponte.
e mi minaccia
e non sono scappata
e non mi sono messa a correre.
è per questo che ho paura
è perché sono tentata di non correre
è così
e può farmi quello che vuole
credo che mi piaccia
il verde è il colore dominante
è parte nel mio cervello
il verde e poi il rosso
il verde si sta allontanando e diventa blu
è il giallo a vivere mentre il rosso si sovrappone
è il verde che si allontana ora (verso i confini di quello che)
è il blu negli occhi
è il blu e poi il giallo
il rosso li segue e lascia uno spazio vuoto
entra in campo il bianco
è il bianco che ora è il bianco
il blu e il giallo seguiti dal rosso hanno abbandonato lo spazio
lo spazio è stato sgombrato da ogni possibile blu e giallo e rosso rimane il bianco
è qualcosa senza nome senza confine che cresce
è tutta la stanza
oltre la stanza
oltre la donna (soggetto)
è oltre se stessa nella stanza
non è cosciente
è un soggetto che si allontana verso una somma
fugge
fugge davanti a ciò che vede il soggetto
è il soggetto che si rifugia
è il soggetto che si rifugia in un gesto
è il Soggetto che diventa Presentatore e poi Assassino
[sequenza]
è un Assassino che compie 11 gesti
è un Assassino che compie 41 gesti
il Soggetto osserva la pistola
il Presentatore presenta la pistola
1 rispondere: è il coltello o la pistola?
2 rispondere: è il delitto?
3 rispondere: è il gesto?
è il Presentatore che fa un giro di giostra
è il Soggetto che si sente colpevole
è l’Assassino che assassina
è un frammento
è una bottiglia mezza vuota
è l’ora: 11 e 41
è la donna che beve.
è la donna che uccide.
è il Presentatore:
Ladies and Gentlemen il gioco si fa duro!
(rivolto al Soggetto, con finta compassione)
(enfatizza)
Piccola sensibile creatura, vittima di un mondo arido e crudele…
Credi di essere vera e unica sofferente?
Lo spettacolo è solo all’inizio, e devi portare a spasso le tue idee e magari anche crederci!
Sarebbe più divertente se ballassi un tango.
Sarebbe più divertente se facessi vedere le cosce!
The lady is a tramp!
Oh, baby, sei così finta da poter esistere veramente. Facci impazzire! Yeah!
Sorridi e piangi e sbatti il culo in faccia al mondo e il mondo ti sorriderà. Siamo noi a crearti.
(al pubblico, con le braccia aperte)
Grazie a tutti
lo spettacolo delle vostre vite vere è per noi un divertimento nelle sere d’estate
Perciò spara, baby, loro sono più finti di noi…
Spara Baby! Spara!
(ora però si spengono le luci e tutto viene annegato nel buio, perché niente ha dato un senso agli avvenimenti)
Spara Baby!
Spara!
(end credits?)
THE CAMERA FOLLOWS the car as it moves through the gaudy streets of the border town on its way to the frontier…
As the LAST TITLE FADES OUT — the car comes to a halt at a red light and MIKE and SUSAN are seen arm in arm, coming round the corner and strolling toward:
BORDER CHEK POINT.
[ . . . ]
Mike gets in behind the wheel next to Susan. The CAMERA CRANE BACK as the car starts up the honky-tonk street.
CAMERA CONTINUES TO CRANE BACK AND UP, showing the dead bodies of Quinlan and Menzies and finally, in the f.g., the street shows “Bienvenido Amigos”
The car can be HEARD racing toward the airport as we– FADE OUT
[2] Interpretato da Clark Gable, sempre nello stesso film.
