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La molteplicità narrativa 2

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Un confronto tra il romance e Jacques le Fataliste di Diderot

di Andrea Inglese

Nel frattempo un mutamento importante è avvenuto, tale da distinguere senza difficoltà il caso del romance medievale e rinascimentale rispetto al novel illuminista: se nel Lancelot o nell’Innamorato la molteplicità si pone (essenzialmente) sul piano delle storie, in Jacques le Fataliste essa si pone su quello delle voci narranti. Differenza, questa, sostanziale per la storia dei generi. La pluralità di storie che s’intrecciano nel romance è connessa con l’estrema plasticità del mondo cavalleresco governato dalla categoria del meraviglioso. Nell’interpretazione di Frye, l’universo del romance è costitutivamente magmatico e metamorfico, in quanto teatro perenne di lotta tra forze del Bene e forze del Male trascendenti l’umana condizione.

Voli collettivi per risparmiare sugli espulsi

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Di Magali Amougou

Voli charter europei per il rimpatrio congiunto di persone in situazione irregolare. Ecco una delle ultime misure proposte dal Consiglio dell’Unione Europea, finalizzata a controllare i flussi dell’immigrazione. Ma in un linguaggio meno tecnico e neutro, si tratta di una proposta per realizzare delle espulsioni collettive mirate su una determinata popolazione. Avanzata una prima volta nel novembre 2002 dal ministro francese Sarkozy, essa è rilanciata per iniziativa italiana nel giugno 2003, durante il semestre di presidenza dell’UE.

La molteplicità narrativa 1

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Un confronto tra il romance e Jacques le Fataliste di Diderot

di Andrea Inglese

In queste pagine proporrò una comparazione tra le tecniche narrative proprie del romanzo in prosa del ‘200 (il ciclo Lancelot-Graal) e del poema cavalleresco ferrarese del ‘400 (l’Orlando Innamorato e l’Orlando Furioso) con le tecniche narrative di un romanzo francese del ‘700, il Jacques le Fataliste(1) di Diderot. Due testi critici costituiranno i principali riferimenti per quanto riguarda l’analisi delle tecniche narrative dei romanzi e dei poemi epico-cavallereschi: Il tessuto del racconto. Il “romance” nella cultura medievale (2) di Vinaver, dedicato all’analisi della tecnica dell’entrelacement nel ciclo Lancelot-Graal, e “Maraviglioso artificio”. Tecniche narrative e rappresentative nell’Orlando Innamorato(3) di Praloran, che studia l’applicazione di quella stessa tecnica nel poema del Boiardo.

Meditazioni joxiane #4

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di Dario Voltolini

bomb.jpgVoglio ora riportare direttamente alcuni brani di Joxe. Si trovano alle pagine 103-106 del suo libro (terzo capitolo, intitolato Violenza e globalismo).

Considerando, a prescindere da qualunque teoria, l’epoca attuale come uno spettacolo, si percepirebbe immediatamente una gerarchia: si vedrebbero i regni e le repubbliche, più o meno minacciati da una blanda balcanizzazione, aggrappati ai piedi dell’impero del caos americano che li globalizza. I reucci, i nobili eroici o vili, i popoli sbalorditi, inquieti, talvolta indignati, osservano grazie alla televisione gli abominevoli massacri che colmano le coscienze del mondo intero di un sentimento di impotenza sempre crescente. Non che i massacri siano più numerosi di un tempo, ma la maggior parte di essi (non tutti) viene conosciuta ed esibita, come se si trattasse di minacce valide per tutti i popoli, o come una droga, simile ai giochi circensi condannati dai padri della chiesa alla fine dell’Impero romano.

L’elegia e il conflitto #1

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sbobinato da Tiziano Scarpa

15.jpgIO: Ho visto Il siero della vanità, il film di Alex Infascelli.

IL MIO AMICO FILOSOFO: Anch’io.

IO: Oh, finalmente possiamo parlare di una cosa che abbiamo visto tutti e due!

Una campagna per “Stilos”

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di Giulio Mozzi

stilos.gifStilos è un settimanale di informazione libraria e letteraria. E’ curato da Gianni Bonina ed esce, da qualche anno, come supplemento del martedì del quotidiano La Sicilia di Catania.
Un paio d’anni fa Stilos era a colori, come il resto del giornale. Poi è passato al bianco e nero su carta giallina. Un paio d’anni fa Stilos aveva otto o dodici pagine. Ultimamente ne ha spesso sei, talvolta quattro.

Book-safari

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di Elio Paoloni

scaffale Nelle brochure degli hotel Movenpick può mancare la foto della Jacuzzi ma non quella della biblioteca, senza la quale il benessere (Wellness è la parola che campeggia sui plessi appositi) non sarebbe realmente completo. In quella del resort di El Quseir, ex porto sulla costa egiziana del Mar Rosso, il tedesco batte l’inglese 7 a 2. Uno scaffale e mezzo è riservato ai libri in lingua italiana, uno agli Other Languages. Sugli scaffali tedeschi molte traduzioni dall’americano ma anche qualcuna dal francese e un Valerio Massimo Manfredi. Handke è ben rappresentato: c’è anche La donna mancina, in un passo del quale il marito di lei riporta da un romanzo inglese questa considerazione: “Essere l’oggetto di questo fiero e rispettoso lavoro di servo, significava per lui, sia pure per il breve spazio di un tè, non soltanto la conciliazione con se stesso bensì stranamente anche la conciliazione con tutta la razza umana”.

Lampi orizzontali

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di Jacopo Guerriero

piazza1.jpgGreco&Greco ha recentemente pubblicato Lampi Orizzontali, un romanzo di Luigi Grazioli che a me è parso molto intenso, forte. «Nello spazio di cento metri e di cinque minuti, tra una piazza e l’ingresso di un parco, alcune persone si sfiorano per un istante e si scambiano uno sguardo. Alcune si conoscono, altre hanno già incrociato le loro vite o le incroceranno, e altre ancora non si vedranno mai più». Così recita la quarta del libro
Pubblico qui di seguito un’intervista che ho realizzato con l’autore.

25 aprile

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di Giuseppe Caliceti

25apr.jpgFare un giro in bicicletta…. E’ un modo serio di festeggiare i nostri martiri, questo? Mah. E’ come se durante una messa si cominciasse a giocare a nascondino davanti all’altare!

Ma questo non è un giro in bicicletta qualsiasi, Ivan. Il percorso tocca i cippi partigiani della provincia… I cicloturisti rimangono fermi un minuto ai bordi della strada…

Per me è solo un giro in bicicletta… A una vera manifestazione politica non c’è bisogno di distribuire medaglie e panini a tutti!

Meditazioni joxiane #3

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di Dario Voltolini

Guttuso-Vucciria.jpg Prima di guardare a cosa può significare il concetto di Europa nell’attuale momento di crisi, vorrei puntualizzare ancora una volta la questione di cosa sia per Joxe “il mercato” soprattutto nella versione che nei fatti ne dà l’amministrazione statunitense (come abbiamo visto non solo l’attuale amministrazione, ma anche quella precedente). Nella riflessione sul “divide et impera” americano, Joxe ribadisce la sua tesi sul caos però introducendo una variabile stocastica di grande inquietudine, cioè la possibilità dell’autodistruzione di stati nazionali come l’Argentina.

Come vena d’acqua

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di Sachiyo Kamada, Federico Madaro, Massimo Soumaré

autunno0023.JPG [Presso l’editore Empiria è in uscita l’antologia di liriche giapponesi moderne di Tachihara Michizô Nakahara Chûya. Ringraziamo i traduttori e l’editore per aver dato in anteprima a Nazione Indiana queste quattro liriche. D.V.]

Tachihara Michizô

Tachihara Michizô nacque il 30 luglio del 1914 nel distretto di Nihonbashi della città di Tôkyô. Secondo figlio maschio di una famiglia dedita alla fabbricazione d’imballaggi per la spedizione di merci, in gioventù frequentò la stessa scuola media inferiore dove erano andati anche i celeberrimi Akutagawa Ryûnosuke (1892-1927, romanziere. Eccellente autore di racconti brevi ricchi d’elementi fantastici) e Hori Tatsuo. Fu proprio in quel periodo che divenne intimo amico di Hori.

Nakahara Chûya

Nakahara Chûya, nato nella prefettura di Yamaguchi il 29 aprile del 1907, visse e compose versi nei primi decenni dell’era Shôwa (1926-1989).
Due sono le sue più importanti raccolte. L’opera prima Yagi no uta (I poemi della capra, 1934) e poi Arishi hi no uta (I poemi dei giorni che furono, 1938) pubblicata postuma. Quest’ultima si compone di cinquantotto poesie suddivise in due sezioni chiamate Arishi hi no uta (I poemi dei giorni che furono) e Eiketsu no aki (L’autunno della separazione eterna) dove, con mente lucida e distaccata, Nakahara analizza la sua intera esistenza.

incontro con dio e con i miei morti a biancade

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trascritto da Tiziano Scarpa

bianc.jpgNel suo intervento intitolato Fuori s’è abbassata la temperatura, Davide Bregola chiede un po’ a tutti delucidazioni su letteratura e verità. Prima o poi pubblicherò anche in questo sito cose che ho già scritto sull’argomento. Intanto, siccome Davide Bregola invita a fare “un giretto anche voi in cimitero”, gli propongo di leggere il giretto che ho fatto io. Non si tratta di versi, ma di frasi trascritte camminando, o seduto in riva a un fiume, o in piedi da fermo, negli spazi bianchi di un opuscolo, nel febbraio dell’anno scorso, a Biancade (comune di Roncade, provincia di Treviso). Si va a capo per praticità, non per versificazione.

Will, Grace, Franco Tritto e la Br # 2

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di Giorgio Vasta

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A questo punto diamo un’occhiata a un dialogo che si colloca sul versante opposto a quello di Will & Grace (non “migliore”: semplicemente opposto).
Tanto la sit-com americana è luminosa e siderale, tanto questo dialogo appare brutalmente basso, disorganizzato, involuto, mancante. È un dialogo nel quale le battute – fugaci o prolisse – producono avanzamenti minimi per immediatamente arrestarsi e retrocedere, dove ogni frase è vacillamento e immobilità (insomma, qualcosa che farebbe inorridire qualunque dialoghista della fiction tv).
È un dialogo che è terra, è terrestre. Una scultura di parole modellata, questa volta, nell’argilla.

Fuori s’è abbassata la temperatura

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di Davide Bregola

corvo neri2.jpgConsiderate il caso che se una notte d’inverno un viaggiatore invece di raccontarvi una cosa ne raccontasse altre. In una notte d’inverno, o in più notti, questo viaggiatore dovrebbe raccontarvi di storie geopoliticamente confinanti, in una zona definita, tra Emilia Lombardia e Veneto. Ma questo viaggiatore s’accorge che parlare di nutrie, polveri d’inquinamento causate dalle centrali elettriche Edipower, percentuali di disoccupazione da profondo sud, sinistre in Municipio, cibarie e manodopoera extracomunitaria, sedi di Fasci italiani del lavoro (un partito che si candiderà alle elezioni di Sermide), uomini che vanno a caccia e poi scuoiano la selvaggina cacciata con a fianco il nipotino, serre in nylon per la coltivazione del melone in ogni dannato periodo dell’anno, soldati indigeni in guerra in Iraq, acquabomber, notizie dai media più influenti, esotismo e fibre ottiche, zolle e cercatori d’oro in Po…Ecco, s’accorge che non è il momento giusto per raccontarlo, per cui il nostro viaggiatore, d’inverno, decide di non farlo.

Will, Grace, Franco Tritto e la Br # 1

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di Giorgio Vasta

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Quella che segue è la risposta a una domanda sul dialogo. Questa risposta (esattamente la domanda è: Quali regole seguire per scrivere un dialogo?), in una forma leggermente tagliata, verrà pubblicata insieme a molte altre in un volume dal titolo FAQ. Domande e risposte sulla narrazione (Holden Maps/Bur), in uscita nei primi giorni di maggio 2004. Il libro – che nel titolo si rifà alle Frequently Asked Questions dei siti internet – come si deduce è composto da domande e da risposte sul raccontare storie. Le risposte sono state affidate a narratori e a studiosi della narrazione. Mi permetto di riportare su Nazione Indiana la versione uncut della mia risposta. Si parla anche di logica dell’ironia, o meglio di “regime” dell’ironia, argomento discusso in questi giorni in diversi commenti.
Per una questione di praticità divido la risposta in due parti.

Quattro poesie

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di Luigi Socci

lett.jpgDi proprio pugno

Mi scrivo una tua lettera
finché dura la mano
finché mi regge il pugno, finché stringe,
finché so l’italiano.
Come consolazione o per rivalsa
mi scrivo una tua lettera
falsa.

Nuova critica paracula: la letteratura italiana in pillole

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di Gianni Biondillo

letit.jpgScopro solo ora questo gioiello che Gianni Biondillo ha lasciato cadere con nonchalance in una finestra dei commenti (i commenti alla recensione di Francesco Longo al film di Peter Fly, L’eredità, in Archivi per mese di aprile). Lo ripubblico qui d’autorità, senza chiedergli il permesso: se Biondillo si arrabbia, vorrà dire che andrò a chiedergli scusa alla presentazione del suo Per cosa si uccide, oggi giovedì 22 alla Libreria del Giallo, a Milano, in via Peschiera, 1, ore 19.00, con Raul Montanari. (T. S.)
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1.
Insomma, per capirci: c’è questo qui, pensa l’assurdità, che se la cammina bello bello e chi ti incontra? Un poeta morto quasi duemila anni prima. E giù gridolini, mancamenti, ma come mi piaci, ma quanto sei bravo, tu per me sei un maestro, un mito (e così per tutto il tempo. Roba che alla fine credi che sia gay e anche un po’ necrofilo). Ma questo è ancora niente. Manco fosse San Paolo che ti fa il nostro? Una bella visita all’Inferno.

Problemini

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Scusate, sono spariti alcuni interventi. Non dipende da noi. Cerchiamo di risolvere al più presto. Grazie a tutti quelli che ci hanno segnalato la cosa. Io per parte mia, intanto, non posso far altro che ri-pubblicare quel che avevo già pubblicato. T.S.

Il sorriso di Hofmannsthal

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di Riccardo Ferrazzi

hfmstl.gifVienna, quasi cent’anni fa. Secondo un modo di dire piuttosto in voga, in ogni strada abita un genio. E non è uno sproposito: nell’arco di una generazione, prima di sprofondare nella guerra e nel disastro, è qui, nella capitale dell’ultimo impero, che tutte le arti e tutte le scienze vengono rivoluzionate. A quanto pare, il fenomeno si spiega con una serie di coincidenze: una lunga espansione economica, un impero multietnico, un imperatore-simbolo che non muore mai, imbalsama le contraddizioni e maschera fino all’ultimo l’agonia di una civiltà.

Cristo vietato ai minori

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di Diego De Silva

chmgib.jpgQualche giorno fa ho chiamato un cinema della mia città dove in questi giorni danno La passione di Cristo. Mi ha risposto una garbata signorina. Le ho chiesto se il film era vietato.
“No” – ha detto esitando – “Ma quanti anni ha il bambino?”.
Bambino? ho pensato. Boh. “Quattordici”, ho buttato lì.
Lei ha un po’ sospirato.
“Be’, veda un po’ lei”, mi ha detto.

Grafopolis

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di Gillioz*

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Versificatori tenebrosi, panegiristi della ragion statale o di bottega, narratori dal cuore immenso, biografi di biografi, consulenti dell’ultra-minimo, stilisti della miseria, nobili riproduttori di sciagure, calligrafi del Profondo, pensatori del pensiero istrionico o analgesico, messia depennati, compilatori di cronache e canovacci per una patria alla frutta, e molto di più… Chi penserebbe mai che dove oggi sei sparuti isolotti annaspano tra le spume ci fu, tre secoli or sono, uno stivale di terra che rigurgitava di SCRITTURE? Che in quello stivale di terra, ancora lungi dallo sprofondare nel Mediterraneo causa il ben noto scioglimento dei ghiacci (2070-2110 d.c.), si stesse elaborando, a insaputa degli elaboratori stessi, il più significativo laboratorio di disfunzione psico-sensoriale della storia europea? E il più intenso esperimento di scissione mentale di un popolo intero?