di Daniel Galera
Ho comprato un breve libro di racconti di un nuovo scrittore brasiliano (è nato nel 1979 a Porto Alegre). Si intitola Manuale per investire i cani, è stato pubblicato di recente dalla casa editrice Arcana, tradotto in un italiano smagliante da Patrizia Di Malta. Mi è piaciuto tantissimo, così ho chiamato la redazione di Arcana per chiedere il permesso di riprodurre qui uno dei racconti più belli. Ringrazio Martina Donati per la collaborazione. E’ piuttosto buffo mettere in rete una storia simile proprio oggi, ma a ben guardare si tratta di una resa incondizionata alle donne… Buona lettura, e auguri a tutte. (T. S.)
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Avevo deciso che quello di cui avevo bisogno era una schiava bianca. Misi un annuncio sul giornale:
SCHIAVA BIANCA CERCASI
Giovane donna, bella presenza, interessata a ottenere vitto, alloggio, e ogni altro genere di comfort in cambio di presenza permanente in casa e favori sessuali illimitati. Preferibilmente snella, moderatamente formosa e perfetta. Livello culturale medio-alto. Capacità culinarie e musicali saranno altamente gradite. Periodo di prova di 6 mesi, con possibilità di estensione del contratto a tempo indeterminato. Le interessate possono inviare un’e-mail con foto e curriculum personale a…

Lello Voce ha aperto un bellissimo sito molto ricco (
Come è noto i Subaltern Studies – così come anche i Postcolonial Studies – sono nati in un preciso milieu geo-politico; a parte il caso di Edward Said, il quale risulta piuttosto esserne fra gli ispiratori, si tratta per la gran parte di intellettuali indiani – alcuni dei quali insegnano in università occidentali – che tra gli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso hanno portato un attacco frontale alla tradizione storica nazionalista indiana e a quelli che erano e sono chiamati Area Studies, veri e propri studi governamentali dedicati all’analisi storico-antropologica di enormi aggregati di territori e popolazioni che, anche in tal modo, sono stati unificati/esotizzati dai poteri transnazionali.

(In questo articolo di Antonio Moresco pubblicato sull’”Unità” sono nominati i libri di Moresco, di Scarpa, miei e un libro collettivo firmato da alcuni collaboratori di Nazione Indiana. Nel postarlo ho avuto perciò qualche perplessità. Tra gli stili di comportamento che Nazione Indiana si è data c’è infatti anche quello di non lodarci e imbrodarci a vicenda, né di recensire libri di amici solo perché sono di amici. Dapprima avevo perciò pensato di tagliarne via un pezzo. Ma poi mi sono accorta che avrei alterato la natura dell’articolo, che è una risposta a ciò che altri ha detto. Ed è una risposta che si ribella al finto galateo di chi gioca con le carte truccate, di chi non fa che ripetere da un po’ di tempo a questa parte che non c’è più nessuno nella stanza, pretendendo che chi è nella stanza nemmeno ribatta qualcosa. “Ah, sì? Tu dici che ci sei? Ah, ti lodi da solo, narcisista!”. Come in quel film di Bunuel, “Abbasso la libertà!”, dove c’è una bambina che tutti danno per dispersa, che tutti cercano, e che continuamente zittiscono quando tenta di dire “Ma io sono qui”. Se quindi in questo pezzo si parla, tra le altre cose, anche di Nazione Indiana e dei suoi collaboratori, è perché altri li ha dati per inesistenti. Perciò mi prendo la responsabilità di pubblicarlo nella sua interezza. Carla Benedetti)


L’ipocrisia e l’ignoranza regnano sovrane! Bisogna innanzitutto dire che la pratica dei test anti-doping ha un costo economico non indifferente. E’ un problema! in quanto, dato un campione di sangue o di urina i medici-analisti deputati alla ricerca di sostanze alteranti le prestazioni fisiologiche decidono sulla base degli studi scientifici del momento di andare a cercare nei campioni corporali prelevati, solo una o soltanto alcune tra le tante possibili sostanze che fino a quel momento si sa o si suppone possano alterare la prestazioni sportiva. Più sostanze si cercano nei campioni prelevati più costoso economicamente è il test. Inoltre c’è una continua rincorsa tra coloro che individuano nei campioni ematici, di urina le sostanze dopanti possibili e coloro che sperimentano nuovi farmaci o combinazioni di vecchi e nuovi farmaci al fine di alterare la prestazione sportiva o mascherare l’individuazione delle sostanza dopanti prese. Faccio un esempio, ma ne potrei fare parecchi.
Il discorso della politica copre e rimuove l’emergenza più grande e tremenda in cui viviamo, quella del pianeta. Da anni gli scienziati annunciano sconvolgimenti climatici imminenti, allagamenti di intere terre, siccità e desertificazione in altre, migrazioni di milioni di profughi, fame, epidemie…Annunciano queste catastrofi, dati alla mano, ma i vari governanti del mondo si coprono gli occhi. I giornali ne parlano poco. Per non allarmare, certo. Ma è un silenzio complice, terribile. Complice di un modello di sviluppo e di una logica del profitto che non abbiamo scelto.
Le Ande
Mendoza