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Francesco Filia

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L’ora stabilita di Francesco Filia

di Daniele Ventre Al di là della prima impressione a caldo, non si può avere un adeguato confronto con un’opera come l’Ora stabilita di Francesco Filia senza seguirne passo a passo gli snodi interni. Lo spazio dato a una presentazione non è luogo opportuno per un commento perpetuo, e tuttavia è l’opera stessa, talvolta, a imporne in qualche misura la necessità, a richiedere al critico questa piccola messa solenne, questa...

Emergenza poetica a Napoli. Appunti parziali e provvisori

di Bernardo De Luca Emergenza Napoli. Questo sintagma s’è attagliato alla città come una vera e propria seconda natura; è noto come ogni aspetto della vita civile a Napoli diventi una emergenza: che si parli di miseria o classi dirigenti, malavita o urbanistica si arriverà prima o poi a quel punto di crisi dopo il quale i media sono autorizzati a parlare di “emergenza”, per cui nella mente di ogni...

Auto-antologie-2. Francesco Filìa

di Francesco Filìa   VI Creato in un luogo comune di fili sospesi, antenne e asfalto di tetti addossati l’un l’altro. Sfuggo all’agguato di bancarelle e ragazzi urlanti nel sole cercando il freddo di travi che oscillano nell’ultima stanza. Il grido delle strade si perde nel grumo irrisolto del giorno, in un pensiero aggrappato alla sua radice alla sua origine oscura.   VIII Ho gommapiuma dove dormire e acqua da bere nel cassetto, ma ora vi immergo un polpastrello rinsecchito e intingo la vita nell’inchiostro della biro...

Francesco Filia, “La zona rossa”

Piazza Municipio I Un solo un unico immenso vortice di teste e corpi tra cantieri infiniti della metro e cespugli radi di birra e piscio, l’umanità di tossici e barboni è scomparsa - per quest’evento di inferriate e plexiglas proiettili che rimbalzano sull’asfalto e strie di gas e lacrime nell’aria - come testimoni non graditi, occhi che non vedono nel loro estremo gran rifiuto se non il cuore di ogni gesto, l’essenzialità di ogni rapporto la catena che ci tiene in vita, in...

“Previsioni e lapsus”: tre estratti e una nota di lettura

 Luciano Mazziotta tre estratti > da maturità berlinese III. fine della città *che dire? di cosa parlare se non di meteo, oroscopi e cose? a berlino, di ora in ora, cambia il tempo e la stagione, per questo il luogo dell'appuntamento non è dicibile, nonostante la lingua, fino a pochi minuti dall'incontro. è lingua, spazio e atto meteorologico o funzione dello stesso insieme. sulla weserstrasse, per dire, raccontava l'ispanica di una rivoluzione...

Una lettura de “Il cane di Pavlov” di Frungillo

di Francesco Filia Il cane di Pavlov (resoconto di una perizia), Edizioni D’If , 2013 - ultima opera di Vincenzo Frungillo - è un’altra magnifica esplorazione nel rapporto tra bios e storia, questa volta visto nell’ottica del rapporto tra eros e scienza, o, meglio, apparato tecnico-scientifico. La scienza che si trasforma in apparato tecnologico è parallela all’eros che si trasforma in pornografia, nelle prime c’è una dimensione dell’uomo nella sua...

Pierre Drieu La Rochelle. Morte di un delicato.

di Francesco Filia Si scrive veramente con l’inchiostro o con il sangue? Che rapporto c’è tra vita e scrittura? Tra esistenza e parola 1? Queste domande attraversano l’intera esistenza...

Appunti d’amore, gioia e disperazione. Una lettura di Pastorale di Giorgio Cesarano.

di Francesco Filia Mi spaccherei le mani per passarti/ un grano verosimile d’amore. In questi versi di Due, una delle poesie di Pastorale ((Giorgio Cesarano, La tartaruga di Jastov, Mondadori, Milano, 1966, ora in Romanzi naturali, Guanda, Milano, 1980. I tre testi che compongono la sezione Pastorale (1964-1965) sono: Due, Altri ed Epitaffio. Il libro Romanzi naturali inoltre nella prima sezione comprende i tre romanzi naturali: I Centauri (1964-1966), Il...

La neve

(I frammento, Napoli 2007) di Francesco Filia …noi siamo già quel che voi sarete domani. La neve, quella vera, non l’abbiamo mai vista se non nella bocca a nord del vulcano nei pochi giorni di cristallo dell’inverno come una minaccia che ricorda quel che non abbiamo temuto abbastanza, ma il gelo, quello sì, è dentro di noi fino alle ossa e lo sentiamo che morde le giunture e crepa le ossa fino al midollo. Ce ne accorgiamo dai sorrisi...
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NOTE
  1. Questo tema è stato messo a fuoco e affrontato nel saggio “Il sangue e l’inchiostro” di Paul Renard. Nella traduzione italiana in appendice a “Racconto segreto” Pierre Drieu La Rochelle, SE edizioni, 1986, trad. di Alfredo Cattabiani. Edizione originale Editions Gallimard, 1961.