A Gamba Tesa: do you remember Eternit?

Tutto è cominciato con quest’articolo. In passato mi avevano raccontato storie terribili, di paesi distrutti dal vento messaggero di morte e di polveri. E dove bastava abitare da una parte del fiume piuttosto che dall’altra per crepare nel peggiore dei modi. Nella maggior parte dei processi è stata pronunciata la sentenza , tutti colpevoli nessun responsabile. Ho trovato poi questo video documentario su questo blog. Ringrazio il suo autore e vi invito a leggere la sua nota.
effeffe

“Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell’azienda. Lo sapeva l’assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che c’erano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo all’interno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro” – Silvestro Capelli in Arrakis

ARRAKIS
Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.
Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia.
E’ la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni.
E’ la particolare voce di un laringectomizzato.
Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dall’amianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica.
Come molte altre persone da anni combatte una battaglia sociale e legale.
Da una parte ci sono semplici cittadini, dall’altra ci sono le istituzioni, l’Inail, i sindacati, i dirigenti d’azienda, i partiti politici.

8 Commenti

  1. ciao francesco,
    grazie intanto di avermi avvisato su fb. ma abitando, da poco per fortuna, sotto un tetto di eternit sfasciato e quindi pericoloso (pare), ho salvaguardato i miei nervi pigiando il tasto stop, magari lo torno a vedere quando ho risolto la questione eh, che ora è ineludibilmente una martellata sullo scroto.

  2. Armi di distrazione di massa

    Tutti sanno ma nessuno ne parla
    La formula magica è racchiusa qui
    Teoria e pratica della distrazione
    Il prezzo è il dolore
    Degli altri

    Dai mille morti di gaza si è volati agli ennesimi aiuti alla grande mamma meccanica subito puntellata dagli enunciati dei sindacati (ma di chi?) a sostegno perché il lavoro si perde
    E la vita no?
    La sera si trasmettono divieti per legge per evitare emulazioni di ingrossamento mammario mentre un operaio vola giù dall’impalcatura e la sua famiglia inizia il calvario del riconoscimento di una morte per giusta causa
    Sul medio oriente si oscura il cielo
    Sui morti giuridici delle strade di mosca solo notizie via mail con una preghiera inascoltata di diffusione
    Si riabilitano vescovi nazisti
    Pedofili
    Carnefici
    Parla attraverso il verbo di dio l’umile servitore della vigna del signore
    Di amianto non si muore
    Intanto decollano aerei falliti
    I furbetti diventano onorevoli rappresentanti di una res pubblica privata
    si arroga il potere di dare vita o morte
    come ai gladiatori
    si dimentica
    si costruisce una seconda realtà
    si vive quella
    le parole sono anestetizzate
    narcotizzanti
    filtrate da messaggi di rinascita di decollo
    manca l’assetto di volo
    si ergono barriere più dure delle mura che sono state abbattute a prezzo di morte
    ci sono gli omicidi
    la mafia
    saviano
    l’amianto
    il grande fratello
    c’è la vita che muore
    lo sanno tutti
    distratti da nuove inventate paure di sicurezza
    il distogliere dal pensiero reale
    il creare dolore
    da contrapporre al dolore
    delle campane di vetro
    c.

  3. rabbrividisco davanti a questo video come davanti alle parole di altro ex-operaio che ho ascoltato dire:
    “la storia dell’amianto è una delle storie più sporche della nostra repubblica: non solo ci condannarono a morte durante la costruzione , ma anche durante la demolizione, quando passò il decreto di abolizione, secondo voi a chi toccò tornare sul luogo del delitto, liquidare la faccenda con una pulizia di facciata, smantellando il veleno ancora una volta a mani NUDE?”

  4. Io ringrazio te Francesco per la pubblicazione di Arrakis su Nazione Indiana.
    perchè mi piace e trovo stimolante questo luogo di informazione.
    Recentemente ero capitato di nuovo da voi per un articolo sul lebbrosario di gioia.
    Scrivete cose molto interessanti.
    bravi!
    e a presto,
    andrea

  5. Rabbia dolorosa. Anche qui da noi 10.000tonnellate di amianto. Hanno utilizzato cave e strade e ogni buco possibile. Persino abbandonato accanto al policlinico. L’amianto, la morte invisibile… e tangibile. E che nessuno chiuda la porta… per favore… tanto c’è il vento…

  6. Ascoltare-la voce fa un graffio-vedo la cicatrice-senza vedere-
    sento una fil spinato-attraverso gola-un’esplosione di dolore-
    una fabbrica di morte-di cancro-di male lavorato-in silenzio-

    Non dimenticare.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

➨ AzioneAtzeni – Discanto Decimo: Pierangelo Consoli

di Pierangelo Consoli
È sordo, disse, sfiorandogli un braccio. Puoi smetterla di bisbigliare. Urla pure, se vuoi, tanto non ti sente. Il bambino si sporse dalla barca, sfiorò il mare con due dita e se le portò alle narici. Chiuse gli occhi. Era scuro, il mare, nero, come d’inchiostro.

➨ AzioneAtzeni – Discanto Nono: Paolo Fresu e Lella Costa

di Claudio Loi
Acqua che scorre e suona, e viaggia e trasporta saggezza e ricordi. Acqua e suoni che arrivano anche alle orecchie (sempre ben aperte) di un trombettista di Berchidda che le accoglie e le sfama, le cresce, le trasforma. Nella musica di Paolo Fresu è facile ritrovare le parole di Atzeni, anche quelle non dette, soprattutto quelle.

➨ AzioneAtzeni – Discanto Ottavo: Andrea Gobetti

di Andrea Gobetti
Parlargli della Sardegna? Errore fatale. Noia scontata, come parlare di spiritualità a un cherubino, per dirla con Rilke, ma neanche a star zitto facevo un gran figura, sembrava d'aver paura di mescolare il mio alfabeto con il suo, quando invece avevo la voglia e l'interesse a far tutto il contrario.

➨ AzioneAtzeni – Discanto Settimo: Bastiana Madau

di Bastiana Madau
A Nascar, nelle notti d’autunno, si sentono le case che parlano. Dicono i nomi di chi le ha lasciate. Quando Mimìa e Rosario Moro camminano per il paese, sembrano ombre uscite da un tempo senza orologi, ma i loro occhi brillano ancora come brace sotto la cenere.

I poeti appartati: Tommaso Foscarin

di Tommaso Foscarin
Svegliato da chiacchiere silenti, che risuonano arpie fra le mura altrui affondo nelle sabbie mobili. Tra i silenziosi labirinti della mente, così pieni di parole.

➨ AzioneAtzeni – Discanto Sesto: Giovanni Dettori

di Giovanni Dettori
… la poesia a che serve  - dicevi –
ti pare
siano domande da fare   la poesia
non serve a nulla  la coperta
non la rimbocca a nessuno  e i conti
forse ignara di libretti bancari
non sa farli levitare
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: