Manganelli intervista Tutankhamon [ Carmelo Bene ]

Parte Prima


 
Parte Seconda


 
Parte Terza


 

Rai Tre – 30 luglio 1974
Le interviste impossibili

* Giorgio Manganelli Le interviste impossibili, Milano, Adelphi, 1997

Print Friendly, PDF & Email

8 Commenti

  1. Altro magnifico colpo di Orsola.

    Oggi nessuno lo sa o se lo ricorda, la scoperta del tesoro di Tutankhamon fu un evento. Credo fosse il 72 e davanti al British Museum c’era una fila di parecchie ore. La sera andai ad ascoltare jazz a Camden Town.

    L’impostazione emotiva di Bene è come sempre perfetta. Quando morì vidi un’intervista sulla sua, di morte. Non sono capace di replicarne il tono, ma era disperato, venato di una sorda rabbia: “non ho paura della morte ma del nulla eteeeeerno!”

  2. La scrittura dell’intervista s’incastona perfettamente nel corpo vocale. Che Manganelli e Bene siano la stessa persona?

    Applausi.

    NeGa

  3. L’intervista era inserita in un cd insieme ad alcune altre nella ristampa integrale delle Interviste Impossibile ad opera di Donzelli qualche anno fa.
    Ecco, dovessi indicare una singola opera che rappresenti la cultura italiana del dopoguerra al suo meglio, al suo più divertente ed intelligente indicherei proprio le Interviste Impossibili che mi affascinavano poco più che bambino, fin dall’inquietante colpo di tamburo iniziale.
    Certo, si notano le assenze (Pasolini era interessato, poi dovevano esserci Garboli, Macchia, la Ginzburg, Moravia, Parise, Testori etc) ma i partecipanti, anche quelli che oggi ci dicono meno o meno conosciuti all’epoca (per esempio Sermonti e Camilleri) danno il meglio.
    Quando mai Manganelli è stato più brillante e leggibile? Ed Edoardo Sanguineti? Eco, Arbasino, Calvino, Malerba, Ceronetti, Sciascia, Del Buono, Bellonci, Santucci…
    Vero, spira una certa aria di Gruppo 63 e Manganelli, che è stato ristampato a parte da Adelphi, predomina e l’aria oggi è diversa, col ritorno del romanzo-romanzo, magari di ‘gener’, e pure del romanzo cosiddetto ‘utile’, un certo spirito primi anni Settanta come quello delle Interviste potrebbe non piacere a tutti, qui, ma secondo me dovresti farvi un bel regalo…

  4. bene è stato a mio avviso un grande cialtrone, anzi meglio un cialtrone di genio.

    belle queste di tukankamon, ma consiglio anche bene nei panni di oscar wilde intervistato da un giovane arbasino.

  5. no Franz, Carmelo no!

    dove lo trovi un Giovanni Battista, baffuto e in divisa calcistica, che esce da un cesto e prende Erode a padellate strillando a Salomé: “Disonorata! figghia e’ buttana!”

    erano i seventies, oggi avrei timor di Dio a rivedere quel film.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

DOSSIER ANGELO MARIA RIPELLINO

di Anna Tellini
Ripellino ci introdusse in un mondo di meraviglie, in cui talenti immensi ma a noi fin lì ignoti ci dischiudevano universi sì letterari ma anche esistenziali, considerato che le loro esistenze diventavano esse stesse letteratura...

Digitale naturale

di Nadia Agustoni
Gli ultimi Neandertal nel fuoco di una scogliera davanti all’oceano, tutto di loro è andato via e forse loro erano stelle i Sapiens la notte.

“Mimma” Cornelia Quarti, una vita antifascista

di Nadia Agustoni
"Mimma”, nome di battaglia, veniva da una famiglia antifascista la cui casa fungeva da collegamento per il gruppo di Giustizia e libertà. Sia lei che il fratello Bruno furono nella resistenza e vicini a figure come Leo Valiani, Pertini, Parri, Del Pra.

“Vittime senza giustizia, almeno la memoria” di Anna Paola Moretti

di Orsola Puecher
Anna Paola Moretti, storica della memoria e della deportazione femminile, in questa nuova indagine ricostruisce con la consueta accuratezza, fra documenti, archivi e ricerca di testimonianze sul campo, la vicenda di due giovani donne martiri del nazifascismo nel pesarese...

Colfiorito

di Nadia Agustoni

Colfiorito
(qualcosa di bianco)
Sera a Colfiorito
nel garrire di rondini
in un’amnesia di cielo
e penombra
sull’ascia dei temporali
portammo radici di voci
e alveari.

V. Ė. Mejerchol’d UN BALLO IN MASCHERA

di Anna Tellini
«A noi, compagni, sia a me, che a Šostakovič, che a S. Ejzenštejn, è data la pie­na possibilità di continuare il nostro lavoro e solo nel lavoro correggere i nostri errori. (Applausi). Compagni, dite: dove, in quale altro paese dell’or­be terraqueo è possibile un simile fenomeno?» Queste parole precedono solo di poche ore la firma dell’ordine di arresto di Mejerchol’d.
orsola puecher
orsola puecherhttps://www.nazioneindiana.com/author/orsola-puecher/
,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: