Il nobel per la pace a Liu Xiaobo
Liu Xiaobo è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina» l’8 ottobre 2010. È il primo cinese a ricevere il riconoscimento per la pace. Ecco una rassegna stampa specializzata, da parte della comunità italiana di esperti di cose cinesi – Jan Reister
Nobel a Liu Xiaobo: a chi conviene di Roberto Onorati 9/9/2010 China Files
Al di là della gioia per il Nobel assegnato a Liu Xiaobo, una presa di posizione così netta da parte della comunità internazionale nei confronti del gigante cinese porta con sé una serie di messaggi impliciti che è bene analizzare nel dettaglio. L’apertura economica della Cina la rende più vulnerabile.
Nobel a Liu Xiaobo: i dissidenti all’estero di Andrea Pira 9/9/2010 China Files
Liu Xiaobo libero subito e con lui liberi tutti i detenuti politici. È questo il messaggio per Pechino. Le varie anime di quella che alcuni definiscono dissidenza, ma che per altri può essere identificata come la società civile cinese, festeggiano l’assegnazione del premio Nobel per la Pace all’intellettuale condannato a 11 anni di carcere per sovversione.
Nobel a Liu Xiaobo: le reazioni della rete cinese di Matteo Miavaldi 9/9/2010 China Files
Lo davano per favorito già da alcuni giorni, ed il comitato di Oslo non ha deluso le aspettative: alle cinque di pomeriggio, ora locale in Cina, mentre davanti ai giornalisti di tutto il mondo il portavoce danese annunciava la vittoria di Liu Xiaobo, i netizen cinesi hanno letteralmente invaso Twitter.
Il Nobel per la pace a Liu Xiaobo di Simone Pieranni, 8/9/2010 China Files
Liu Xiaobo ha vinto il Nobel per la Pace 2010. C’erano molti modi per seguire la premiazione. Ho scelto Twitter, via proxy, seguendo in un clima irreale l’attesa, le riflessioni in 140 caratteri e infine il premio. Molti i cinesi entusiasti della novità, mentre sarà difficile, probabilmente, leggere qualcosa al riguardo sui media ufficiali.
Liu Xiaobo: testo della sentenza di Tommaso Facchin (30/12/2009 Cineresie
Traduco, con qualche taglio, il testo della sentenza nel processo a carico di Liu Xiaobo, condannato a undici anni il 25 dicembre 2009 a Pechino. Devo dire che leggendo un testo di questo tipo, per la prima volta mi sono reso davvero conto di cosa significhi essere processati per le proprie parole. Mai le virgolette ” ” mi sono apparse così… spietate.
Digerita la notizia, andrei molto cauto nel prendere posizione su fatti interni ad uno Stato sovrano esterno, specie se molto potente e in forte crescita quale e’ la Cina.
I tentativi Occidentali di “esportare la democrazia” sono quel che sono (dettati fondamentalmente da strategie economiche e geopolitiche, di sfere di influenza) e i risultati -in termini di vite umane ed effettivo miglioramento delle condizioni di vita popolari- spesso discutibili.
Inoltre le democrazie occidentali contemporanee, come altre forme di governo quali teocrazie religiose e autocrazie tecnocratiche, sono in effetti oligarchie ideologiche o economiche. Non molto diversi, all’atto pratico, dall’autocrazia tecnocratica cinese.
Dovremmo anche chiederci se la finlandizzazione cinese di vaste aree africane, sudamericane e prossimamente europee (dopo aver investito centinaia di milioni di dollari in questi territori, in effetti colonizzandoli, la Cina e’ ora molto interessata al debito pubblico greco e spagnolo, cioe’ ad entrare direttamente in zona euro) non sia la vera origine di “tentativi di disturbo” di vario genere, dai protezionismi alla lotta sul cambio dello yuan e a questi incitamenti ai dissidenti interni.
Sia chiaro, da cittadino italiano ed europeo, simpatizzante del movimento radicale transnazionale, credo pienamente nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e accetto la crescente integrazione europea anche a livello legislativo ed esecutivo.
Ma non mi spingerei troppo oltre nel questionare faccende interne ad altre culture ed altri Stati sovrani. Mi preoccuperei piuttosto di arginarne l’influenza, per come e’ possibile, perche’ la guerra fredda sara’ ormai finita ma il nemico si e’ in effetti spostato ad Est, e’ molto potente e numericamente possente. Da questo punto di vista, assegnare il Nobel al principale dissidente interno e’ chiaramente un atto di inferenza e come tale e’ stato recepito dal governo cinese.
Aggiungo che dal punto di vista personale una autocrazia tecnocratica a supporto di ricerca & sviluppo tecnologico mi pare, tutto sommato, la forma di governo piu’ auspicabile anche qui in Italia. Sarebbe certamente piu’ efficace/efficiente della democrazia formale ma corrotta e sostanzialmente svuotata nella quale remiamo dall’ Unificazione del 1861, fascismi e videocrazismi inclusi. Una delle tante distopie, si potrebbe dire, come quella in cui a tutti gli effetti viviamo.
E’ certamente percepito dal governo cinese come interferenza. Non so però se questo Nobel sia vantaggioso alla causa della società civile cinese. Non mi sono ancora formato un’opinione in merito, questo è un atto forte e un grande riconoscimento al popolo cinese, staremo a vedere.
Se l’avessero dato ad uno di altro gradimento,non sarebbe certo stata un’interferenza.
Meglio Caligola,più divertente per tutti….
aggiungerei la lettura del pezzo di Odifreddi, col quale non sempre concordo, che stavolta però mi pare dica due o tre cose sensate su questa kermesse dei premi Nobel.