UN DIALOGO AGLI INFERI
“Dopo una conversazione con Gabriele Pedullà”, racconta Valerio Magrelli nella nota conclusiva al suo ultimo libro in prosa, IL SESSANTOTTO REALIZZATO DA MEDIASET, pubblicato da Einaudi, “ho organizzato i materiali del presente volume ispirandomi all’opera di Maurice Joly, Dialogue aux Enfers entre Machiavel et Montesquieu, ou la politique de Machiavel au XIX siècle, par un contemporain”.
In sostanza ci si presenta un dialogo, ambientato ai nostri giorni, tra due personaggi – Machiavelli e il Tenerissimo – in cui l’autore impersona palesemente un Machiavelli disgustato dal presente, mentre il Tenerissimo cerca in ogni modo di parare i colpi, di attenuarne la portata. Così facendo, tuttavia, finisce quasi sempre col dare ragione agli sfoghi di Machiavelli, provocandone ulteriori furori. E spesso “Magrechiavel” invade il campo anche del Tenerissimo, fondendo le domande con le risposte in un implacabile disegno di sdegno, che sin dalle prime pagine non può non accattivare il lettore.
Come si evince dal titolo, motore primo di tanto sdegno è l’uomo che in Italia è riuscito a rendere impronunciabile il termine “liberale”, già di gobettiana memoria. Soltanto chi guardasse a questo libro superficialmente, tuttavia, potrebbe ritenerlo ormai “superato”. Perché se è vero che “il Menzogna” non detiene più formalmente la presidenza del consiglio in Italia (e proprio dalla settimana in cui è uscito il libro: hallelujah!) è altrettanto vero che non sono state affatto rimosse le cause che lo portarono e ri-portarono in quella posizione.
Potrei persino osservare che il libro è più utile ora, che non due mesi fa, quando il Menzogna indegnamente ancora ci rappresentava nei consessi internazionali. Riflettere un po’ più a freddo sugli eventi è sempre salutare. Emergono più chiaramente le illusioni ottiche, gli inganni, i masochismi di chi permise che in quella posizione il Menzogna giungesse e poi ritornasse.
Un atto di accusa alla sinistra italiana nel suo complesso? Certamente, ma non solo. Perché l’insipienza, l’incultura, la superficialità, le piccole miopi furbizie, il pressapochismo degli italiani – che Magrelli sa fotografare da par suo – sono lì in agguato, sempre e comunque: sono tra noi. Persino dentro di noi.
Ecco perché consiglio a tutti la lettura di questo pamphlet in forma dialogica, di questa operetta morale.