(Vero) dialogo (rubato) tra un imprenditore (impr) e l’addetta di un’agenzia interinale (int)

di Esmeralda Rizzi

INT:  “Ciao, come stai. Già andato in vacanza?”

IMPR:  “Be’, ho fatto una settimana fuori, all’estero, con la famiglia nella prima metà di luglio. Sai com’è, poi c’è troppo casino. Ora loro sono alla casa al mare, io viaggio nel weekend, se posso, poi chiudiamo due settimane ad agosto.”

INT: “Volevo chiederti di Piero, il ragazzo che vi abbiamo mandato per il settore commerciale. Come vi trovate? Ho visto che ha fatto parecchie assenze.”

IMPR: “Piero? Mah, mi sembra bene, nessun problema.”

INT: “Ma sei proprio sicuro? Ho visto che è mancato diversi giorni. Che facciamo, te lo cambio? Lo mandiamo via e ne prendiamo uno nuovo?”

IMPR: “Mah, non saprei. Ti ripeto, a me non ha creato problemi, mi sembra vada bene, che si sia integrato bene col resto del gruppo. Però, dai, mi faccio una chiacchierata col responsabile del suo reparto e chiedo a lui. Eventualmente ti faccio sapere.”

INT: “Ma sì, sono sicura che ci deve essere qualche problema perché è mancato troppo spesso negli ultimi mesi. Ascolta un consiglio, meglio se lo cambi. Oppure, se non vuoi mandarlo via, al prossimo rinnovo gli accorciamo la durata del contratto. Quando gli scade?

IMPR: “Ora, per le ferie. Rientra il 1° di settembre.”

INT: ”Facciamo così: il contratto glielo facciamo ripartire dal 20 e poi glielo accorciamo a 4 mesi, così lo teniamo un po’ sotto pressione. Piuttosto, hai già trovato il rimpiazzo per la Sabrina?”

IMPR: “No, però vorrei evitare di spendere troppo o di trovarmi con le mani legate. Chessò,  un tirocinio, uno stage… E comunque deve usare a meraviglia il computer e parlare bene inglese e spagnolo, e avere un po’ di esperienza.”

INT: “Guarda, partiamo con uno stage gratuito. Poi, se è il caso,  facciamo un contratto di apprendistato, che risparmi bei soldini. E se non ci piace, se vediamo che alza troppo la testa, la mandiamo  via e ne cerchiamo un’altra. Sai che fame di lavoro c’è ora? Farebbero qualunque cosa per un posto.”

da http://inthestreet.blog.rassegna.it/

L’immagine ritrae un’opera di Joseph Beuys conservata presso l’Hamburger Bahnhof “Museum für Gegenwart” di Berlino.

Print Friendly, PDF & Email

11 Commenti

  1. Che ci crediate o meno ho sentito un dialogo simile dalle mie parti di persona qualche anno fa… ero presente per sbaglio.
    Che dire… Hanno rotto i coglioni pesantemente.

  2. E non l’hanno detto quanto vengono al chilo?

    Io ho ascoltato i miei dirigenti fare le loro aritmetiche sugli stagisti, e la squalità dei discorsi è la stessa

    Eccola la nuova frontiera del lavoro flessibile: il ritorno dei mandriani.

    Un saluto,
    Antonio Coda

  3. Ma dai,
    metteteci il rischio, la libertà dell’individuo di fare impresa, la pressione dei lacci e lacciuoli, la tentazione di uno stato etico che ambirebbe a difendere i lavoratori…

  4. sCHIAVISMO ALLO STATO PURO..E CHE ODIO QUESTE ADDETTE ALL’INTERINALE…QUESTA SPINGEVA PER BUTTARE FUORI IL POVERETTO, CHE ORRORE!!!MA SIAMO IN MANO A QUESTA GENTAGLIA?!

  5. c’era una volta una folla di precari che chiedeva di essere ricevuta dall’assessore al lavoro.Non potendo sottrarsi al confronto lo stesso si presentò di fronte ad essa.Poco ispirato o forse spaventato chiese lumi all’esponente sindacale che li aveva radunati e gli stava accanto a proposito su ciò che avrebbe dovuto dire.E quello sotto i baffi gli rispose “digli quello che vuoi.Tanto questi si bevono qualsiasi cosa”

    http://m.topgunner.com/02%20-%20Secular/B/Beastie%20Boys/Beastie%20Boys%20-%20Brass%20Monkey.mp3

  6. P. s.: ai tempi della Cina di Mao c’erano trattamenti adatti per certe malattie. Non che mi piaccia il maoismo (è idiozia allo stato puro), ma per qualche cosa…

  7. Che roba, quanto sono cattivoni questi due interlocutori, la dimostrazione di quanto sia brutto il lavoro interinale, o quanto sia stato brutto permettere a dei politicanti da strapazzo di avere sostenuto il lavoro precario pur pretendendo di far parte della sinistra?
    Quella legislazione è stata approvata da quel PD che oggi sostiene Monti e pretende di essere diverso dal PDL, e che si candida a prendere i nostri voti per fare queste porcherie.
    Senza queste porcherie, salta tutto il banco, ma chi lo vuole fare saltare per un debito di coerenza, meglio manifestare indignazione e continuare a comportarsi come sempre, Dio non volesse che ci rimettiamo qualche misero euro che abbiamo messo da parte…

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Il volto del nemico

di Agostino Bimbo
Il volto del nemico è l’ossessione degli abitanti di Caffa. Il volto mai visto negli undici mesi di assedio, tracciato dai resoconti incerti degli esploratori e dalle indiscrezioni delle sentinelle. Il volto che temono di incrociare fra i cantoni silenziosi del bazar o nella piazza deserta

Elisa fa saltare i tappi

di Laura Scaramozzino
Elisa fa saltare i tappi o ci fa le spille. Prima si china e fruga tra gli sterpi. L’odore di merda pizzica il naso. Le cicale friniscono e graffiano i timpani. Il cielo è uno schiaffo azzurro sulla fiumana. C’è puzza di sudore, di gomma bruciata e di albicocche pestate

L’ultimo sogno

di Edoardo Mazzilli
Secondo Ania l’uomo ha perso la capacità di autodistruzione. Me l’ha detto la notte in cui ha smesso di esistere. Dapprincipio non ho capito cosa intendesse, per questo ha voluto mostrarmelo. Mi ha trascinato nella profondità di una grotta eterna dentro a cui viveva una monstera in stato quiescente

Andùm?

di Greta Bienati
Matricula dos Immigrantes, numero 77.314. Data di sbarco: 6 marzo 1888. Sul registro degli arrivi al porto di Santos, Brasile, il suo nome viene per ultimo. Prima c’è il capo famiglia, poi la sua mulher, il suo irmão, come là chiamano i fratelli, e quarta lei

Πόθος e altre poesie

di Maddalena Claudia Del Re
Figli, morti, funerali accanto. / Fosse comuni. No benedizioni. / No riti funebri scanditi da ritmi consolanti forgiati nei millenni. / Mariti, mogli, funerali accanto. / Padri, madri, funerali accanto. / Fosse comuni.

“Morto, è già morto”

di Elisabetta Bruni
A volte, quando in questi giorni mi è capitato di visitarla, ho iniziato a parlarle normalmente, come a una qualunque persona adulta sana, per poi scivolare in un linguaggio che detesto, quello che si usa coi bambini e coi cani e io non uso per nessuno, generalmente. Alla fine, ho smesso di parlare con lei
davide orecchio
davide orecchio
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: