Articolo precedente
Articolo successivo

Vonnegut, Nabokov, Handke. Lezione, declamazione, rabbia

di Davide Orecchio

LEZIONE (VONNEGUT)
Nel 1965 Kurt Vonnegut tenne un corso di Teoria e forma della fiction in un laboratorio di scrittura. Una sua studentessa, Suzanne McConnell, ha conservato il compito che Vonnegut le aveva assegnato per le sue esercitazioni (ne parla Slate in questo articolo). È scritto in forma di lettera (ed è stato pubblicato in Kurt Vonnegut: Letters):

«Vorrei che le tue tesine fossero ciniche e religiose allo stesso tempo. Voglio che adori l’universo e che sia facile piacerti, ma che tu sia pronta anche a trattare con impazienza quegli artisti che offendono le tue convinzioni più intime riguardo a cosa è o dovrebbe essere l’universo. Ti invito a leggere i 15 racconti in Masters of the Modern Short Story (…). Leggi per il tuo piacere e soddisfazione, cominciando ogni racconto come se, solo sette minuti prima, avessi bevuto un bicchiere di liquore prelibato.

(…) Riproduci l’indice del libro su un foglio di carta bianca, omettendo i numeri di pagina e sostituendo a ogni numero un voto dalla A alla F. I voti dovrebbero essere la misura infantilmente egoista e impertinente della tua gioia, o della sua assenza. Non m’importa che voti dai. Ma insisto che alcune storie ti debbano piacere più di altre. Prosegui oltre con l’allucinazione: sei l’editor minore ma utile di un buon magazine letterario non collegato ad alcuna università. Prendi le tre storie che ti sono piaciute di più e le tre che ti sono piaciute di meno, sei in tutto, e fa’ finta che ti siano state proposte per la pubblicazione. Scrivi un parere su ciascuna di esse immaginando di doverlo sottoporre a un superiore saggio, rispettato, spiritoso e un po’ stanco del mondo.

Non scrivere come un critico accademico, né come un fanatico (…). Scrivi come una persona sensibile che abbia un paio di intuizioni pratiche su come le storie possono avere successo o fallire. Elogia o stronca a tuo piacere, ma fallo in modo categorico, pragmatico, con attenzione per i dettagli che disturbano o soddisfano. Sii te stessa. Sii unica. Sii una brava editor. Dio sa quanto l’universo abbia bisogno di bravi editor.»

FONTI:
Slate
The News-Gazette

***

DECLAMAZIONE (NABOKOV)
1958, Nabokov declama ‘An Evening of Russian Poetry’. (Al link l’articolo su WNYC e l’audio della registrazione).

«Immaginate un professore di letteratura russa, ad esempio il professor Pnin, invitato a tenere una lezione in un college femminile da qualche parte nel New England. Di fronte a un pubblico di fanciulle appassionate (eager maidens) che lo interrompono con domande appassionate (eager questions)». «This is going to be an impersonation, in iambic pentameter, with fancy rhymes».

L’AUDIO

***

RABBIA (HANDKE)
Il 10 agosto del 1965 Siegfried Unseld, grande capo di Suhrkamp, annuncia per lettera al giovane Peter Handke che pubblicherà il suo romanzo d’esordio, probabilmente nel 1966, sempre che l’autore sia disposto a rivedere rapidamente certi dettagli ed eliminare alcuni austriacismi.

«Sono convinto che il suo lavoro non sfigurerà accanto a quelli di Peter Weiss e Ror Wolf e che porterà avanti la prospettiva di questi due autori.»

Il 25 agosto del 1965 Peter Handke risponde a Unseld dichiarandosi «felice oltre ogni misura» e pronto a intervenire sui dettagli segnalati dall’editore. Viaggerà al più presto da Graz a Francoforte per discuterne di persona.

Passa circa un anno. Il libro di Handke esce: I calabroni. Escono anche le prime recensioni. Non tutte positive. Ed ecco che il 20 giugno del 1966 lo scrittore riprende il carteggio con l’editore per denunciarne una, che l’ha fatto arrabbiare, uscita sulla Zeit. Handke non si capacita che il suo libro sia stato affidato in lettura a «persone prevenute e che neanche si premurano di nasconderlo». Denuncia le «critiche insensibili, stupide e scritte male» apparse non solo sulla Zeit, ma anche sulla Welt. Avvisa di volersi difendere per dimostrare che le recensioni sono «bugiarde e avventate».

«Vorrei scrivere un “grande” articolo contro tutti questi critici che pretendono di elevare a norma la letteratura di consumo, come ad esempio i romanzi di Günter Grass. Vorrei riabilitare il mio libro.»

Due giorni e Unseld risponde. La lettera è tutto uno “sconsiglio”:

«Non ha alcun senso reagire direttamente alle critiche. Ogni critico ha il diritto a esprimere la propria opinione e, se essa non contiene nulla di oltraggioso, chiunque entri nel dominio pubblico è tenuto ad accettarla».

Unseld invita Handke a non scrivere nulla, a non replicare né attaccare i recensori, le cui opinioni non sono «bugiarde né avventate». L’autore della recensione sulla Zeit, Wolfgang Werth, tra l’altro è «molto giovane» e «per nulla prevenuto».

FONTI:
Die Zeit
Per il 70mo compleanno di Handke, Suhrkamp ha pubblicato il suo carteggio con Unseld. 35 anni di corrispondenza. Circa 600 lettere.

P.S. «Vorrei scrivere un “grande” articolo contro tutti questi critici che pretendono di elevare a norma la letteratura di consumo, come ad esempio i romanzi di Günter Grass.» = Dal 1966 a oggi il concetto di “letteratura di consumo” è piuttosto cambiato.

1 commento

  1. “Non scrivere come un critico accademico, né come un fanatico”: avercene così

    bello questo montaggio (non oso trarne conclusioni sul presente)

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Viaggio nelle stanze, e nell’isola, di Rossana Rossanda

di Anna Toscano
Guardare lo schienale della sedia che è appena scostata dal tavolo e andare immediatamente con gli occhi a destra perché forse lì c’è lei, si è appena alzata e cerca una citazione in un libro. Lei che ha scelto Venezia per il tempo eterno

Diario di un uomo solo

di Michele Muresu
La ragione genealogica di questi appunti che con molta spocchia proverò a far passare per un diario è una sola: benché sia un momento di grande rivalutazione terapeutica della solitudine, io non ho mai avuto il privilegio di stare solo

“Valzer con mia madre da ragazza” – un nuovo libro di Filippo Tuena

Una vena memorialistica e autobiografica attraversa da sempre il lavoro letterario di Filippo Tuena, a volte sotto il travestimento della finzione, a volte in modo esplicito. E ora si arricchisce di un nuovo capitolo, un nuovo libro in uscita il 6 giugno 2025

“Il dio dei puppi”: satira queer, autocritica e risate sacre

di Rosa Maria Di Natale
È un testo che assomiglia a un culto improvvisato in un retro palco, a un sermone predicato tra ironia, identità e rabbia lucida. Ma più che offrire risposte, il dio dei puppi alza specchi. Non per vanità, ma per necessità

Fine di Kaliyuga

Danilo Chillemi
Qualcuno (chi? L’inglese John Lennon?) diceva della morte: è solo scendere da un’auto per salire su un’altra. La frase mi trova d’accordo. Salgo sul primo autobus che incontro nell’ora magica crepuscolare delle sei

L’eredità del corpo memoria nei libri di Goliarda Sapienza

di Anna Toscano
Scavalcato il centenario della nascita di Goliarda Sapienza, ricordata in convegni, incontri, libri, letture e molto altro ancora, prende avvio la strada del secondo centenario
davide orecchio
davide orecchio
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: