I Poeti appartati: Giovanni Cossu

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Poesie 1
di
Giovanni Cossu

da Ostracodermi

( 1983-1984)

“Com’è che dicono nei mattatoi
di Chicago a proposito dei maiali?”
“Non so” disse Wirtanen.
“Si vantano di saper utilizzare
tutta la bestia, tutto tranne gli strilli”
dissi.

KURT VONNEGUT, Madre notte.


sotto il vento
c’è il banco, la banca e il baraccone
e passano sudici gli uomini
un pazienza assurda li attanaglia
refrattari ai sogni
e refrattari
gli sposi
accusano stanchezza d’anni
Altri animali percorrono la faccia
della terra
: non un esempio.

Un coleottero, appesantito e nero
celebra l’anniversario della notte
: chiede alla madre che lo liberi
dalle oscure ali ricevute in dono
: lui solo sopravanza
la schiera dei compagni, sterile
che tende alla luna
Riposa non visto il sole
Accomunati da strategie fraterne
due occhi lo seguono nel buio
giustificando l’uomo.

 

 

Cocktail party

Guerinu si chiamava il banditore
al mio paese
Scalzo ai piedi percorreva le strade
annunciandosi a tutti con la tromba d’ottone
Gesuino invece il vigile notturno
Il terzo era il più grosso
Guardia municipale
portava addosso un divisa nera
e un nome intraducibile Viovvu
In modo temerario lo avresti imparentato
al giustiziere di Fetonte.

Le vacche grasse, le vacche grasse.
A. M. RIPELLINO, Autunnale barocco.

L’eredità del sauro

Ranuncoli ornati
di sperequazioni afasiche
, noi poeti
perseguiamo uno scopo
non facile da distribuire
agli astanti rimossi
che incedono impettiti
per strade boscherecce
e di città

Un’afa fetida
ci permuta la gola
richiamando a stento un simulacro

: uguali a noi
solo i piselli
concrescono nella brina assurda
di un matinée

1.

Mi par quasi di stare a foro
intendendo a sghimbescio
le tremuli vertigini di un sogno
fatto solo a metà
Ah, sogno di un amico
assunto a mentore temporaneo
in una prova oltre la quale
resta solo la scelta
per una terapia che non guarisce
( in quella d’agosto

uno scisso non è pronto alla ventura
se non ascolta calmo
le foglie paventate
e incrudendosi alquanto
dimentica le strade )

2.

Mi dà pensiero
nella poesia di questi giorni
un assunto
dicasi stile, maturità o coerenza
: invocata la bestia
non recita il Maestro
che ha triplice testa?

3.

Certo che la giocanda
fa di necessità virtù
( malgrado gli allattati al seno
dimentichino in fretta
quanto le costi riallacciarsi il busto )
E allora amori, onori, complimentose mani
sanno che col fare non c’è pericolo
di perdersi in sordina
e scrivono scrivono concettualmente
la possibilità di afferrare il nodo per la coda

münchausen
vincitori d’autunno
( appunto )

4.

Ma a che ci giova?

Uguali e ritmati nell’obbrobrio
restiamo con un pizzico di dubbio
e assumiamo l’esperto

Agape o collettivo
amore e invidia
sublimano saffo
e aprono le porte alla collaborazione

5.

Similmente il tempo
e l’aurea america
, direbbe un barbino
privo d’esperienza
e (
con riconosciuta voce )
allora préfero scaglionare i marosi
in modo da permettermi il lusso del pedaggio

Ma addove?

6. ( la casa di tebe )

Una fortuna occulta mi guida nella scelte
vivo
, in questo mondo dimezzato

(cinquepercento è l’altro )

versificando il passivo

Azzurri cieli fanno da coperchio
a disuguali simboli
separando il folle dal poeta

Puntando sulla malattia
sconfino nell’assurdo battere le strade
che sfociano nella perfetta colpa
:

LA CANONICITÁ

Una sfinge
dietro le spalle del notaio
( Folon
sfintere                      anale                     donna                   Tiresia
o
Kundalini

, prima
della peste )

, sbaglio tre volte assegno
per la mediatrice
unmilionecentossessantamila
( mi piace )
Solo alla fine stacco quello giusto.

7. ( e fine )

Una felice conclusione o.t. a questa piccola silloge – trascritta dopo trent’anni in
Word dall’originale dattiloscritto – mi pare possa essere la frase che un ufficiale
rivolge all’addetto alla mitragliera antiaerea nel film “L’ammutinamento del Caine”,
e che ho ritrovato scritta su un foglio chissà come finito tra queste poesie:
“Quanto tempo dovrà durare la guerra, perché lei possa imparare a distinguere un
aereo da un volo di gabbiani?”

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NOTE
  1. Carissimo Francesco, forse tu sai che da qualche anno non scrivo più. Quindi, se ti inviassi qualcosa, sarebbe per una rubrica “poeti sopravvissuti”. Ma  questa ipotetica rubrica pubblicherebbe allora qualcosa la cui forma non verrebbe più considerata accettabile. Come lo è questa piccola raccolta che ti invio per amicizia – tra amici: per conoscersi. Sono certo che, se tu la giudicassi degna di essere pubblicata, altri direbbero che questa non è poesia, ma che si tratta di ‘cartoni animati’.
    G.

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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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