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Di che morte morire

cavalligiulio due righe indignate di Gianni Biondillo

 

Per la ‘ndrangheta Giulio Cavalli – come dice  Luigi Bonaventura, pentito della cosca Vrenna-Bonaventura – è uno scassaminchia. Quindi deve essere fatto fuori. Magari con una morte umiliante, giusto per sputtanarlo.

Si può ascoltare la sua confessione qui.

Oggi, in una seconda intervista a Fanpage, Bonaventura dice, tra le altre cose, che “dietro i piani di per mettere a tacere per sempre Giulio Cavalli  c’è anche una parte di politica collusa e ambienti istituzionali, nel senso che le azioni erano fortemente volute anche da qualche politico, nello specifico lombardo.”

Voglio dire due brevi cose:

1) Il silenzio “ufficiale” attorno a queste dichiarazioni è semplicemente vergognoso.

2) Non lasciamolo solo.

 

Abbraccio Giulio come si abbraccia un fratello. Stretto stretto.

8 Commenti

  1. Solidarità per Giulio Cavalli.

    Dobbiamo proteggere chi lotta contro la mafia, fare uno scudo con le voci, sostenere progetti
    artistici che denunciano il potere criminale, inventare una poesia civile, una vera solidarietà in Europe per chi subisce minaccia in ragione del suo talento artistico.

    Hai ragione, Gianni, questo silenzio è intollerabile.

  2. ormai la famosa praticità lombarda è estesa su scala nazionale puramente al servizio dell’insabbiamento.Personalmente l’avevo capito quando liquidarono in due giorni l’inchiesta sullo schianto dell’aereo al PIrellone.Ci siamo fatti regalare una bella lobotomia frontale operata in anestesia locale(l’unica consolazione ora è che non possono più farci troppo male)

    http://www.youtube.com/watch?v=79Y-EHqZNQA

  3. Ok, io che posso fare ?! sono un singolo.

    .. come posso pretendere chiarezza su questa questione gravissima ?

    ..Biondillo andiamo sotto al tribunale di Milano ?

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gianni biondillo
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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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