I poeti appartati: Giuseppe Cornacchia

cornacchia

 

 

 

Popolari

di

Giuseppe Cornacchia

 

 
Tweet dopo 10 anni

condividendo metri
ne occupi lo spazio
non pensi quale spazio
connoti la misura
nel tutto vivo della grazia
che metro è un metro
*
Nuovi poeti italiani (22 Jan 2014)

Alla quarta stazione
di questa via crucis del cuore
mi è riemersa la voce:
io sono l’amore senza un oggetto,
io Sono. Io sono la luce del giorno,
il ragazzo che ero.
Sono sempre rimasto qua attorno.
Ora cieco, mi vedo.
*
Sogno pisano (2 Feb 2014)

Ho capito il mio male con Pisa.
Il tempo s’è fermato,
la gente resta uguale
jeans, scarpette e maglietta
dai cinque ai sessantacinque anni.
Ho capito cos’è la vita in zona rossa
la placida vita delle coppiette
innamorate, sempre come a quindic’anni,
dei bambini in gran quantità,
dell’aria stranita dei vecchi
ancora in jeans, scarpette e maglietta.
L’ho capito da un certo male di testa
che mi ha preso in città.
Era come sentire il canto
delle Sirene, l’avevo sentito
a vent’anni e mi ero legato al palo
volendolo sentire senza farmi rovinare.
E’ la vita raccontata dal mio
collega nucleare: gli eterni
borsisti senza ambizione.
E’ la vita della gente che sorveglia
l’alluvione, la piena annunciata
e puntualmente non verificata.
Gli accenti del sud delle maestranze.
E’ come se il sud,
i paesini malridotti del sud,
abbia trovato redenzione
in un paese un po’ più grande,
molto civile e tutto
sommato pacificato, ceralaccato.
Ecco dunque cosa soffrivo,
il canto della Sirena, della vita
tranquilla da buon padre di famiglia.
“Aspetto qualcuno che mi venga a salvare”
diceva il mio amore ma cara,
ti devi salvare da sola,
le braccine le hai per nuotare.
Nel mio mondo di grandi passioni
che posto mai ha la vita umile
della brava gente che vota il PD?
Io ho sempre votato radicale,
i fatti miei non me li sono mai
voluti fare, ho sempre dato,
dato, dato senza ritorno.
Ogni giorno una prova d’amore.
E’ una vita popolare
che non ho mai vissuto.

*
Popolari (17-27 Feb 2014)

Come uomo anche se
ugualmente, quando
e non capisce, in fondo
un altro scopo di me
che subisco, meno male,
e sentirsi contenti
a far delle cose,
mezz’ora di quiete
servirebbe un altrove
mezz’ora, una sera.

*
Rigeneratore del passato (28 Feb 2014)

Se penso a tutti i passato
che ho lasciato cadere
e dunque a tutti i presente
che non ho maturato, nemmeno una
delle mie mancate vite,
una strada diversa da quella
in buona fede, la storia amputata
di tutti i miei passato che non hanno
potenziale futuro, volti inerti
che distolgono da quello che manco.
*
Ri-manifesto pop (14 Mar 2014)

Nella vita la spinta lo da il fumo,
l’ambizione, la speranza di fare imprese.
Se non sai sognare non fai sognare.
L’assuefazione al compitino, il timore
che non si porti a casa la pagnotta,
puoi vivere così? Saremo spesso sazi
vendendo le emozioni, sognando sogni
concentrati sui grandi appuntamenti.

*
Donne dei pesci (15 Mar 2014)

Sto fermo all’ultima stazione,
le mie mutevoli sirene
appiccicose, più fedeli.
E’ vero, amano i gioielli
e circondarsi di attenzioni,
ci vuole senso pratico.
Noi siamo bravi in tutto, siamo
quattro, io prendo decisioni
terribilmente affascinato,
stordito nell’acquario, pigro,
avendole girate tutte
ho capito, ma le sapevo nate
viziose, sensuali, che proprio
si donano e fanno innamorare.

*
Non credo alla poesia (15 Mar 2014)

Attenzione, le mie responsabilità
me le sono sempre pagate,
nessuno può dire che non ho mantenuto
o che sono scappato.
Io dico le cose una volta
le parole sono solo parole
i fatti si fanno con chi li vuole fare
perché cruda è la vita.

*
Una sera (16 Mar 2014)

la vita che ho fatto
i tempi accelerati
voi non immaginate
sono stato felice
non avrei mai pensato
ero io senza io
una sera una sera
ho sfiorato la vita
e sono straripato

7 Commenti

  1. mi fa piacere leggere ancora poesie del caro Giuseppe…noto delle novità nel suo dire, seppur velate. Molto apprezzate, grazie.

    un saluto, Bux

  2. Grazie ad effeeffe, a Gianluca e ad Antonio. Questa riemersione non era preventivata, catalizzatori sono stati Torino, bellissima, e gli eventi letterari organizzati dal maitre Forlani alla sua galleria. Sono in piena fase giveback, non morirò creaturale ma il discorso stia altrove, qui cerco la forma propria e la voce naturale. Saluti. Giuseppe

  3. Caro Giuseppe, un saluto anche mio, anche in ritardo. (le parole sono solo parole /
    i fatti si fanno con chi li vuole fare / perché cruda è la vita.) Ben scritto!

  4. Ringrazio Carla ed Andrea e ricambio il saluto. In questo mondo poetico sono oramai un ateo devoto, sto aspettando il Salone del Libro come un bimbo il suo primo parco giochi a tema.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Les nouveaux réalistes: Anita Tania Giuga

di Anita Tania Giuga
Credo, nel fondo della coscienza, di meritare la merda per la quale sono passata. Per gli incidenti, le frodi, i furti, le molestie. Allo stesso modo, vedo nei tuoi occhi che hai dei dubbi. Queste ombre ti permettono di guardare il mio naufragio da una distanza di sicurezza.

Les nouveaux réalistes: Cristina Pasqua

di Cristina Pasqua
Certe volte, io e Cesare, uscivamo in corridoio, tiravamo giù gli strapuntini e ci sedevamo lì, non erano neanche tanto distanti uno dall’altro, si poteva chiacchierare, il naso puntato su tutto quello che ci scorreva davanti.

Quando finirà la notte?

di Francesco Forlani
"Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce."

Radio Days: Mirco Salvadori

di Mirco Salvadori
Le parole dicono molte cose se le sai usare. Sono le parole usate da Mariana Branca che risplendono nel fulgore psicoattivo di ‘SUUNS’, il suo nuovo viaggio letterario che si è aggiudicato il posto d’onore come miglior racconto lungo, nella Dodicesima Edizione del Premio Letterario ZENO,

Les nouveaux réalistes: Marco Peluso

di Marco Peluso
In facoltà imposi agli studenti di prendere posto secondo le mie disposizioni, una scelta a cui nessuno osò opporsi, intimoriti dal mio sguardo ferino segnato dalle occhiaie, le labbra tremule e l’aria sfatta.

Post in translation: Shakespeare

di Massimiliano Palmese
Una festa di parole, di sensi e suoni, questo è stata da subito la poesia per me. E oggi, dopo aver scritto versi per molti anni, è ancora in una festa di parole che mi sono ritrovato traducendo i 154 Sonetti di William Shakespeare. Questa bibbia dell’amore. Questo vangelo in 154 atti.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: