(Nuove) vite indegne di essere vissute
di Mariasole Ariot
Alla sera abbiamo preso un paio di birre,
e mangiato del chili; è stato magnifico, veramente magnifico.
E non ho scordato un solo istante di essere libera.*
Non è novità : la legge 180 viene messa in discussione dalla sua nascita, nella sua alba dagli stessi medici, successivamente in piccole zone liminari, nei bar di periferia, tra le nuove forze di estrema destra e non solo : il pazzo è un pericolo per la società!, dovrebbe essere internato, riaprano i manicomi!
Un cicaleggio, frastornante per chi – già stigmatizzato – ne paga le conseguenze sulla propria pelle, nei propri organi interni, ma pur sempre un cicaleggio.
Ma il cicaleggio restava un rumore di fondo avvertito solo da chi aveva l’udito troppo fine o già riempito di un vociare continuo, avvertito da corpi in lotta che lottano per riaggiudicarsi uno statuto di dignità.
Quando invece è un Ministro dell’Interno a dirlo pubblicamente, non si tratta più di un rumore di sottofondo ma di un sottosuolo che riappare ed esonda, un rumore dato dalla voce di chi ha voce per imporsi e cavalcare il sottovoce di chi nel lamento ha bisogno di sempre nuovi capri espiatori.
La società psichiatrica ha risposto. Non solo a questa dichiarazione fintamente buonista (come se a Salvini importasse delle famiglie dei malati psichiatrici e dei malati stessi), ha risposto anche ad altre dichiarazioni fatte a voce dallo stesso che dicono “esplosione di aggressioni da parte di persone affette da disturbi mentali”.
(dunque i fatti degli ultimi giorni : le pistole alle finestre a sparare al migrante o alla bambina rom : malati psichiatrici?)
Eppure, anche questa risposta non basta, non basterà, è necessario aprire le bocche dal basso. Perché, sfortunatamente, nel tentativo lodevole di negare le parole del Ministro degli Interni, anche la società psichiatrica cede e si contraddice. Prima afferma che forse il ministro non sa che l’Italia in questo campo è un’eccellenza, poi, nella contraddizione, chiede che piuttosto vengano dati fondi dove fondi non ce ne sono, dove i fondi sono stati tagliati e continuano a essere tagliati, dove gli operatori addetti alla salute mentale sono troppo pochi per lavorare bene, e le risorse troppo poche per accogliere e prendersi cura di chi ne ha bisogno.
La realtà italiana non è un’eccellenza. Eppure vi sono delle sacche di resistenza che abbracciano la prospettiva basagliana in modo onesto e civile. Mancano i soldi, e questo purtroppo crea una lacerazione tra il voler fare e il poter fare.
Tagli alla sanità, e il taglio è ancor più profondo quando si ritiene che in fondo si ha a che fare con esseri umani di poche pretese, che possono accontentarsi di un pasto, 50 euro al mese per uno stage lavorativo per la reintroduzione al mondo del lavoro , farmaci, un letto, una sala del fumo.
Purtroppo esistono ancora i legacci attorno alle sbarre del letto. Le falle del sistema sono tante.
Ma il punto è : l’Italia più buona, per Salvini, non sarebbe quella di aiutare seriamente i servizi territoriali per permettere ai malati (specialmente a chi si affida ai servizi pubblici) cure dignitose e spazi di cura decenti, un incremento delle possibilità per i curanti di essere presenti in modo costante e continuativo. L’Italia più buona, per Salvini, è quella di retaggio fascista. Un’Italia in cui i soggetti più deboli vengono rinchiusi o fatti affondare. Un’Italia in cui quelle vite che nel programma Aktion t4 veninivano considerate indegne di essere vissute, per razza o per disabilità, vanno eliminate.
Certo – si dirà – nessuno ha parlato di eliminare fisicamente nessuno.
Ma riaprire i manicomi o gli OPG, mettere in discussione una delle poche leggi che hanno segnato un’apertura in questo paese, una fuga in avanti, un passo verso la restituzione della libertà e della soggettività a coloro ai quali era stata sottratta, non è forse, ancora una volta, l’ennesimo tentativo di questo governo di eliminazione, di epurazione?
Si tratti di ri-confinare o di alzare i confini, l’idea di fondo resta la stessa : un ritorno fascista e autoritario che decide come va trattato, operato chirurgicamente nell’esercizio biopolitico di un potere perverso, esseri umani a cui non dev’essere concesso il diritto di vivere una vita degna di essere vissuta.
*testimonianza tratta dalle note di campo di Erving Goffman per la stesura di Asylums
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Perfetta come sempre, Mariasole.
Grazie, Gianni. Le derive di questo stato di cose sono molteplici e tutte spaventose.
A me le striscette per il controllo del diabete le ha tolto il governo precedente ed anche una attenzione adeguata da pa rte dello psichiatra della mutua. ” non ci sono poteri buoni “. Saluti.
Non a caso ho scritto che la situazione della Sanità è purtroppo malconcia. La situazione psichiatrica in molti casi pessima e invisibilizzata da un potere che tenta di nasconderne le falle, le pecche, i residui manicomiali. Il punto è: la soluzione è quella di peggiorarla? Di togliere ancora di più la possibilità di avanzare verso un’apertura o – al contrario – di lavorare in direzione di quell’apertura. Non ci sono poteri buoni, scrivi, Vincenzo. Io credo che però liquidare tutto così, come spesso si fa, dicendo che il potere è sempre marcio, i politici fanno tutti schifo, serva solo a mettere la testa sotto la sabbia e adagiarci alla passività, a subire il male che avanza. La situazione in cui ci troviamo con questo governo è pessima, delle peggiori – e lo dimostrano anche gli ultimi fatti (vedi la Diciotto) : siamo di fronte ad un’avanzata molto pericolosa, proliferano gli atti di razzismo nei confronti dei soggetti più deboli. E le persone che soffrono di problemi psichici sono fra queste – non a caso Salvini prende di mira, oltre che i migranti, anche altri soggetti che diventano capri espiatori per eccellenza.
Ma qui si sta parlando della considerazione che un leader politico ha per i malati psichiatrici, visti come soggetti scomodi per la società o addirittura pericolosi (Salvini ha espresso questa visione in altre occasioni). Con la scusa di non farli pesare sulle famiglie sembra chiara l’intenzione di volerli tenere in qualche modo confinati. E questo sarebbe un passo indietro di 40 anni. La questione quindi è politica, non solo di finanziamenti pubblici. Che sia per la sanità, la scuola, la giustizia, i servizi sociali, quello dei soldi allo stato sociale è un problema che ci portiamo avanti da decenni, non certo dagli ultimi governi.
le cure sono fatte pagare un ‘ ira di dio , soltanto i ricchi possono ;
chi deve sorvegliare un matto ha spese enormi, mancati guadagni, fortissima fatica , pericolo ;
chi ha un familiare con tumore può curarlo soltanto se si é ricchi, quasi stessa storia ;
il ministro , da quelle parole che leggo , intendeva dire quello , vedeva l’ aspetto pratico ;
non appartengo al servizio segreto , perciò non posso essere pagato per parlare male di qualcuno ;
Grazie per la possibilità di esprimersi , e per il Vostro lavoro , Arrivederci