Da “Il dolore delle soglie” di Amina Saïd

di Amina Saïd

.

traduzione di Jacopo Masi

Soglie 1 – Nascite

sono nata sulle rive

del mare del sole al tramonto

il grande mare il mare verdissimo

il mare dei Filistei

quello che bagna Cartagine

il mare bianco interno degli Arabi

i cui cavalli inondarono le sponde

*

alga sono cresciuta onda pesce

stella dalle molte braccia

la prima lettera dell’alfabeto

incrostata sulla fronte

*

a sette anni nuotavo sulle acque nere

nel sentiero di luce che tracciava la luna

andavo fino al vicolo cieco del sole

fino al paese dei limiti

prendevo lezioni di miraggio

scriba senza tempo

impegnato a calligrafare i secoli

con l’inchiostro azzurro del mare

*

a nove anni scoprii abbagliata una città inghiottita

al ritorno stesi le mie ali ad asciugare sulle dune

contavo le pietre prima di raccoglierle

avevo due volti vivevo in due mondi

*

a undici anni non parlavo già più a nessuno

eppure una lingua mi nasceva in bocca

cercavo nel silenzio i segreti della poesia

tentavo di definirmi nell’ordine delle chiarità

sotto il suo velo bianco dietro le sue palpebre imbellettate

la mia città custodiva i suoi misteri

non si consolava della sua bellezza perduta

la porta del mare non si apriva più verso il largo

trascurando le nostre più belle leggende

vivevamo i nostri giorni e le nostre notti seduti

attorno al marmo di una fontana prosciugata

*

a sedici anni avevo il sorriso grave

di chi ha sogni d’evasione

avevo due volti vivevo in due mondi

meravigliosamente immobili

sfingi cieche popolavano i miei giardini di sabbia

uccelli di fuoco attraversavano il mio cielo

crepe di silenzio nel lento lavorio del giorno

con la morte per orizzonte il mare ci tratteneva

le sue cosce di medusa ondeggianti sotto le nostre dita

*

vivevamo i nostri giorni e le nostre notti seduti

attorno al marmo di una fontana prosciugata

la porta del mare non si apriva più verso il largo

sfingi cieche popolavano i miei giardini di sabbia

vi facemmo piantare una palma che presto accarezzò le nuvole

restavo ai suoi piedi gli occhi al cielo

mia nonna apparve

è un segno disse ci lascerai

fece le raccomandazioni di rito

versò l’acqua verde sotto i miei passi

affinché un giorno tu ritorni disse

ero già sull’altra riva

*

a quarant’anni ancora abitata dalle mie ombre

tra passato e futuro

sono della mia infanzia e quindi di nessun altro luogo

ricordo una notte giovane

vissuta al ritmo del mare

c’era fra il mondo e me

così tanto spazio e così poco

l’incanto la connivenza

era prima della lenta agonia del pianeta

prima che la maschera si incrinasse

avevo due volti vivevo in due mondi

sognavo le increspature del deserto

di fronte all’abbraccio azzurro dell’orizzonte

*

sono della mia infanzia e quindi di nessun altro luogo

quale verità scoprire dunque

se non quella del sole di ogni giorno

quella di una pioggia di sabbia nella mia mano alata

la grande voce del mondo

nella trama unica

della lingua paziente che mi fu data

*

io che non faccio che tornare che non faccio che partire

ad ogni soglia varcata

avanzo verso la mia morte verso il primo giorno

così scava la nostra solitudine

come si esplora il fondo di un pozzo senza acqua

cercando l’ombra nient’altro che l’ombra

e di fronte a sé

quel luogo in cui giace un riflesso della luce

*

lodate siano le due sillabe libere del sole

l’arcipelago del silenzio in cui trovo le parole

il viaggio di soglia in soglia che è il vero viaggio

lodato sia colui che si perde

colui la cui parola è nello scarto

lodato sia il mondo perché tutto esiste

altrove che nella poesia e in lui

*

sempre tra passato e futuro

ho voluto trovare quella che doveva essere

cerco ormai quella che fu

sono della mia infanzia e quindi di nessun altro luogo

mezzanotte di luce alfabeto del niente

mare bianco mare del sole al tramonto

grande mare interno all’ovest dei nostri sogni

Seuil 1 – Naissances

je suis née sur les bords

de la mer du soleil couchant

la grande mer la très verte

la mer des Philistins

celle qui baigna Carthage

la mer blanche intérieure des Arabes

dont les chevaux déferlèrent sur les rives

*

algue j’ai grandi vague poisson

étoile aux multiples branches

la première lettre de l’alphabet

incrustée sur le front

*

à sept ans je nageais sur les eaux noires

dans le chemin de lumière que traçait la lune

j’allais jusqu’à l’impasse du soleil

jusqu’au pays des limites

je prenais des leçons de mirage

scribe intemporel

appliqué à calligraphier les siècles

à l’encre bleue de la mer

*

à neuf ans je découvris éblouie une ville engloutie

au retour je mis mes ailes à sécher sur les dunes

je comptais les pierres avant de les ramasser

j’avais deux visages je vivais dans deux mondes

*

à onze ans je ne parlais déjà plus à personne

pourtant une langue naissait dans ma bouche

je cherchais dans le silence les secrets du poème

essayais de me définir dans l’ordre des clartés

sous son voile blanc derrière ses paupières fardées

ma ville gardait ses mystères

ne se consolait pas de sa beauté perdue

la porte de la mer n’ouvrait plus sur le large

négligeant nos plus belles légendes

nous vivions nos jours et nos nuits assis

autour du marbre d’une fontaine tarie

*

à seize ans j’avais le sourire grave

de qui rêve d’évasion

j’avais deux visages je vivais dans deux mondes

merveilleusement immobiles

des sphinx aveugles peuplaient mes jardins de sable

des oiseaux de feu traversaient mon ciel

fissures de silence dans le lent travail du jour

avec la mort pour horizon la mer nous retenait

ses cuisses de méduse ondulant sous nos doigts

*

nous vivions nos jours et nos nuits assis

autour du marbre d’une fontaine tarie

la porte de la mer n’ouvrait plus sur le large

des sphinx aveugles peuplaient mes jardins de sable

on y fit planter un palmier qui bientôt caressa les nuages

je restais à ses pieds les yeux au ciel

ma grand-mère apparut

c’est un signe dit-elle tu vas nous quitter

fit les recommandations d’usage

versa l’eau verte sous mon pas

pour que tu reviennes un jour dit-elle

déjà j’étais sur l’autre rive

*

à quarante ans toujours habitée par mes ombres

entre passé et avenir

je suis de mon enfance et donc de nul ailleurs

je me souviens d’une nuit jeune

vécue au rythme de la mer

il y avait entre le monde et moi

tant d’espace et si peu

l’enchantement la connivence

c’était avant la lente agonie de la planète

avant la fissure du masque

j’avais deux visages je vivais dans deux mondes

je rêvais des rides du désert

face à l’étreinte bleue de l’horizon

*

je suis de mon enfance et donc de nul ailleurs

quelle vérité découvrir alors

que celle du soleil de chaque jour

celle d’une pluie de sable dans ma main ailée

la grande voix du monde

dans la trame unique

de la langue patiente qui me fut donnée

*

moi qui ne fais que revenir qui ne fais que partir

chaque seuil franchi

j’avance vers ma mort vers le premier jour

ainsi se creuse notre solitude

comme on explore au fond d’un puits sans eau

pour l’ombre rien que pour l’ombre

et face à soi-même

ce lieu où gît un reflet de la lumière

*

loués soient les deux syllabes libres du soleil

l’archipel du silence où je trouve les mots

le voyage de seuil en seuil qui est le vrai voyage

loué soit celui qui s’égare

celui dont la parole est dans l’écart

loué soit le monde parce que tout existe

ailleurs que dans le poème et en lui

*

toujours entre passé et avenir

j’ai voulu trouver celle qui devait être

je cherche désormais celle qui fut

je suis de mon enfance et donc de nul ailleurs

minuit de lumière alphabet du rien

mer blanche mer du soleil couchant

grande mer intérieur à l’ouest de nos rêves

*

Le poesie sono tratte dal volume, La douleur des seuils, Éditions de la Différence, Paris, 2002. Amina Saïd è nata nel 1953 a Tunisi da padre tunisino e madre francese e vive a Parigi dal 1979. È poetessa, scrittrice e traduttrice. Una parte della sua copiosa produzione poetica, che conta oltre una quindicina di raccolte, è stata tradotta in diverse lingue, principalmente in inglese e spagnolo.

Immagine dello street artist Hosni Hertelli, alias Shoof, nato a Tunisi e residente in Francia.

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