Alcune persone sono rigide come rettili

di Marcello Ranieri

Anna conobbe Marta durante uno sciopero. Si erano notate, poi qualcuno le presentò. Er Matassa? Al bar passarono il tempo a cantare. Anna diceva “La conosci? Bombe, tombe, ombre. Solo in tanta polvere”. Marta continuava “Avanzo a duro muso. Cielo aperto e ora chiuso”. E così. Poi Marta la invitò a casa, al Nomentano. Chi organizza gli scioperi non pensa mai a quanta gente si incontri così, come un effetto collaterale, passando mattinate nei bar. Pensa a portare avanti la causa, o almeno a metterla in piazza. Chissà quante unioni di vite sono nate, chissà quante ne sono finite.

Dopo tanto andare, parlando, salirono in un quinto piano verso le due. Anna ebbe un intimidirsi, come per non profanare un rito. Marta girò la lunga chiave nella blindata e le fece cenno di fermarsi. Anna guardava il corridoio in penombra e i suoi arredi, ma la sua attenzione venne improvvisamente catturata da qualcosa che arrivò da una delle stanze, avanzando sul pavimento.

Un serpente procedeva divincolandosi in direzione dell’ingresso. Prima che Anna producesse l’urlo Marta chiese “C’hai paura?” e si chinò a prenderlo. Anna si rilassò e li guardò, ammirando la donna. Marta stette un po’ lì col serpentello avvolto in una mano ad accarezzarlo, sulla porta ma già dentro, mentre Anna rimaneva sul pianerottolo.

“Non entri?” la guardava infondendole coraggio. Anna procedette e si fermò nel corridoio, la porta venne chiusa dalla mano libera di Marta. “Lo vuoi tocca’?”. Anna avrebbe preferito che non glielo chiedesse, però aveva saputo subito che sarebbe successo. Gli appoggiò le dita sopra, temendo una reazione. Non ci fu. Era freddo e indifferente come alcuni esseri umani, che desiderò per associazione di idee non incontrare mai più. “Si chiama Mapetto. Me pare ‘n mapo. Eh? Mapetto!” Marta lo baciò sulla testa. Poi lo posò sul pavimento della stanza da letto di fianco a lei e invitò Anna a seguirla in cucina. Le disse di lasciare la borsa su una sedia. Anna si girò intorno e disse anche che era bello lì, ma stava guardinga. In effetti il panorama era bello. Prepararono le linguine con gli scampi, Mapetto venne, Anna gli dava un brandello ogni tanto, mentre cucinava. Poi mangiarono bevendoci un bianchetto freddo, Anna ritornò tranquilla.

Dopo andarono un po’ sul letto a farsi le carezze. Lì Mapetto non saliva. Poi era l’ora del cotral di Guidonia.

Foto di Tiffany da Pixabay

articoli correlati

È più facile

di Roberto Rocchetti
È più facile uscire da questo buco aggrappandomi alla scala di corda che penzola sopra la mia testa o scavando nicchie nelle quali inserire mani e piedi con il coltello che mi sono ritrovato in tasca?

Il principe

di Silvano Panella
Ero stato chiamato alla reggia per ricevere una proposta di lavoro. Il precettore del principe, un anziano accademico spagnolo, mi venne incontro nella grande sala adorna di muqarnas

L’incidente

di Simone Redaelli
Quel giorno avevo chiesto al mio capo un aumento. Ricordo precisamente l’espressione vinta sul suo volto, la cupa rassegnazione di un uomo di potere con le mani legate

La risposta

di Enrico Galantini
Quella notte risognò un sogno che aveva fatto a diciott’anni. Quel sogno lo aveva salvato, in un periodo difficile in cui non riusciva ancora a capire chi fosse e che cosa volesse fare davvero della sua vita

La Resistenza al di là delle celebrazioni (1970)

di Oretta Bongarzoni
Per i giovani la Resistenza non solo continua, ma rinasce. Dicono: «I problemi sono ancora tutti in piedi, quindi non c'è che da andare avanti»

Fanfani e il nudo

di Riccardo Eymann
Gli storici sono tutti tacchini, gli avevo detto quando m’aveva parlato del suo mestiere (ricercatore espertissimo in socialdemocrazia europea), tutti, dal primo all’ultimo, e anche tu, guardati, un tacchino fatto e finito
davide orecchio
davide orecchio
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: