Sinceramente non tuo

Gianni Biondillo intervista Leonardo Colombati

Leonardo Colombati, Sinceramente non tuo, Mondadori, 2022

Il tema è l’amicizia virile. Ma Luca, l’io narrante, e Antonello, l’amico scomparso, sembrano diversissimi. Si può essere amici solo se opposti, tipo Ying e Yang?

Aleksandr Herzen nelle sue memorie si domandava perché concediamo ai ricordi sul primo amore così tanto spazio rispetto a quelli sulla nostra prima amicizia. In effetti, il giorno che scopriamo di non essere soli, ma che al mondo esiste qualcuno con cui parlare, confidarsi, condividere una passione, è un giorno molto più decisivo che quello in cui abbiamo rubato il nostro primo bacio. Non occorre essere simili, per essere amici; e nemmeno diversissimi: basta un solo punto di contatto iniziale (la stessa squadra di calcio, la stessa band preferita, la stessa malattia, lo stesso sogno) ed è fatta.

Sembra che tu ci dica che gli amici che ti ritrovi a vent’anni sono quelli che ti porti dietro per tutta la vita, anche senza averli scelti. Sbaglio?

Io sono una persona fortunata. Ho degli amici che mi sono fatto a quattordici anni e che continuano a essere parte della mia vita; e altri che ho conosciuto a trenta, quarant’anni. Gli amici non capitano, si scelgono; anche se magari ci sembra che a scovarli sia stato il caso. I protagonisti del mio romanzo, Antonello e Luca, hanno bisogno l’uno dell’altro: Antonello, che è un disperato e caotico vitalista, ha bisogno dell’eleganza di Luca – eleganza nel senso hemingwayiano del termine, ovvero “grazia sotto pressione”; mentre Luca non può fare a meno dei disastri di Antonello perché ha il sospetto che lì stia il succo della vita.

Poi c’è il rapporto irrisolto col mondo femminile. Uno è uno sciupafemmine anaffettivo, l’altro un innamorato devoto alla moglie. Entrambi sembrano non aver capito nulla delle donne.

In questo senso, Antonello e Luca sono io. Le donne le amo, le studio, ma mi sembra sempre che di loro mi sfugga qualche dato essenziale. Io, poi, sono un passionale: quando ero sposato ho amato smisuratamente e unicamente mia moglie; nessun tradimento, mai. Da quando sono di nuovo scapolo, invece, sono più simile Luca: non proprio uno sciupafemmine e nemmeno un anaffettivo; più, come dire, irrequieto… Mi chiedo se riuscirò a trovare una donna da amare con l’intensità e l’esclusività di quando amavo mia moglie. Sono ancora in cerca!

La musica, da sempre, è una tua passione, qui è davvero protagonista. Non solo un bordone, ma una scelta narrativa che coinvolge la scrittura.

Da tempo volevo mettere la musica al centro di un mio libro. Musica e letteratura hanno avuto lo stesso impatto decisivo sulla mia formazione. Ci sono stati tempi, quando ero giovane, in cui l’ascolto di un album poteva cambiare il mio modo di guardare il mondo. Le parole di Lou Reed, Paul McCartney, Lucio Dalla, Tom Waits, Bruce Springsteen, Francesco De Gregori, Bob Dylan, Paul Simon, Kate Bush, Michael Stipe, Mike Scott, Tom Barman, Paolo Conte sono state altrettanto importanti di quelle di Omero, Henry Fielding, Jorge Luis Borges, Stendhal, Jane Austen, Mario Soldati, Robert Graves, Tommaso Landolfi, Thomas Pynchon, Lev Tolstoj, Milan Kundera, Saul Bellow, Philip Roth, Philip Larkin e George Steiner.

(precedentemente pubblicato su Cooperazione, nel 2022)

1 commento

  1. In questa bella intervista ritrovo una parte di me: nel rapporto con gli amici, nelle dinamiche dell’amore e nella “connessione” con me stesso.
    Non conoscevo ancora Colombati e quindi vi ringrazio per avermi dato questa possibilità.
    Tutto molto interessante

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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