Un dettaglio minore

Questa storia inizia durante l’estate del 1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe – che ebbe come conseguenza l’esodo e l’espulsione di oltre 700 mila persone. Alcuni soldati israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo tutti tranne un’adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia. Molti anni dopo, una donna di Ramallah prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell’omicidio. È colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un’ossessione, non solo a causa dell’efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente venticinque anni prima lo stesso giorno in cui è nata.

Adania Shibli sviluppa magistralmente due narrazioni che si sovrappongono e, in trasparenza, evocano un presente che non può prescindere da ciò che è stato. Con una prosa tagliente e inquietante. Un dettaglio minore va al cuore di un’esistenza segnata dall’annullamento e dalla privazione di sé, com’è la vita nella Palestina occupata, rivelandoci quanto sia ancora difficile riunire i frammenti di una narrazione rimasta troppo a lungo nascosta nelle pieghe della storia.

La nave di Teseo. Di Adania Shibli. Traduzione di Monica Ruocco.

Adania Shibli è nata nel 1974 in Palestina. È autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, saggi. Nel 2001 e 2003 le è stato conferito il premio Qattan Young Writer’s Award-Palestine. Il suo romanzo Masās (Dār al-Ādāb, 2002), è stato tradotto in italiano con il titolo Sensi (2007), seguito dalla raccolta di racconti brevi Pallidi segni di quiete (2014). Il suo romanzo qui tradotto, Tafsīl thānawī (Dār al-Ādāb, 2002), è stato finalista al National Book Award 2020 e all’International Booker Prize 2021. Adania Shibli è anche impegnata nella ricerca accademica e nell’insegnamento.

articoli correlati

L’indifferenza come architettura dell’Occidente

di Isabella Cafagno
Qualcosa si è incrinato, in modo forse irreversibile, nella traiettoria – fondata sull’idea di un progresso politico lineare, razionale, tendente per inerzia alla tutela dell’umano – che l’Occidente...

In guerra non mi cercate

di Giuseppe Acconcia
Questo volume antologico riunisce i versi di alcuni tra i più significativi poeti arabi contemporanei, che hanno contribuito ad animare i dibattiti politico-culturali innescati dalle rivolte scoppiate alla fine...

Il conflitto tra India e Pakistan: una storia infinita alla quale bisogna porre fine

di Marzia Casolari
A un mese dalla crisi Indo-Pakistana di Pahalgam, la situazione internazionale si è ulteriormente aggravata con l’attacco israeliano all’Iran, alla vigilia del terzo round di negoziati tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti...

La resa dell’ordine mondiale

di Isabella Cafagno
Il bombardamento dei siti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti, avvenuto il 22 giugno 2025, segna un ennesimo strappo nell'ideale di un ordine globale regolato da norme condivise.

Dagli Oscar a Cannes, il cinema che racconta il genocidio a Gaza

di Giuseppe Acconcia
In questi giorni la rappresentazione cinematografica della guerra a Gaza al festival di Cannes è passata per il tributo alla fotogiornalista palestinese Fatima Hassouni, raccontata nel documentario di Sepideh Farsi “Put your soul on your hand and walk”.

Ho ancora le mani per scrivere, a cura di Aldo Nicosia

  “Ho ancora le mani per scrivere. Testimonianze dal genocidio a Gaza” raccoglie 222 testi di numerosissimi autori di Gaza,...
giuseppe acconcia
giuseppe acconcia
Giuseppe Acconcia è giornalista professionista e docente di Storia delle Relazioni internazionali all'Università di Milano Statale e di Geopolitica del Medio Oriente all'Università di Padova. Dottore di ricerca in Scienze Politiche all'Università di Londra, è stato Visiting Scholar all'Università della California (UCLA – Centro Studi per il Vicino Oriente), docente all'Università Bocconi e all'Università Cattolica di Milano (Aseri). Si occupa di movimenti sociali e giovanili, Studi iraniani e curdi, Stato e trasformazione in Medio Oriente. Si è laureato alla School of Oriental and African Studies di Londra, è stato corrispondente dal Medio Oriente per testate italiane, inglesi ed egiziane (Il Manifesto, La Stampa, Huffington Post, The Independent, Al-Ahram), vincitore del premio Giornalisti del Mediterraneo (2013), autore del documentario radiofonico per Radio 3 Rai “Il Cairo dalle strade della rivoluzione”. Intervistato dai principali media mainstream internazionali (New York Times, al-Jazeera, Rai), è autore de Migrazioni nel Mediterraneo (FrancoAngeli, 2019), The Great Iran (Padova University Press, 2018), Liberi tutti (Oedipus, 2015), Egitto. Democrazia militare (Exorma, 2014) e La primavera egiziana (Infinito, 2012). Ha pubblicato tra gli altri per International Sociology, Global Environmental Politics, MERIP, Zapruder, Il Mulino, Chicago University Press, Le Monde diplomatique, Social Movement Studies, Carnegie Endowment for International Peace, Policy Press, Edward Elgar, Limes e Palgrave.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: