di
Teo Lorini
(Le note della canzone dei Noir Désir, qui nella magnifica interpretazione di Sophie Hunger, commentano alcune scene di Terraferma)
La carena di una nave solca la superficie del mare, una rete scende e si allarga gradualmente fino a avvolgere nelle sue maglie il blu dello schermo e allo stesso tempo l’occhio dello spettatore. Non sembra azzardato leggere una dichiarazione di poetica nella immagine (letteralmente) irretita che apre Terraferma. Rispetto alle accensioni oniriche e visionarie che innervavano il sublime Nuovomondo infatti, Crialese appare qui più trattenuto e intento a un lavoro – altrettanto efficace – di distillazione.
Terraferma (Premio Speciale della giuria all’ultima mostra di Venezia) si apre infatti con un passo narrativo più lineare, concentrato – come già Respiro e Nuovomondo – sulla vita di una famiglia.





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