… mettere qui un commento che ho scritto ieri al pezzo di Carla Benedetti. E così faccio.
Dario Voltolini
Helena mi suggerisce di…
Non con voi
di Andrea Inglese
Dite: “Ora è il momento della solidarietà, il momento di essere tutti uniti, in quanto italiani, al di là delle divisioni e delle polemiche, il momento di rendere onore alle nostre istituzioni, all’Arma e all’Esercito. Ora siamo un paese solo, ora piangiamo assieme i nostri morti, ora rendiamo omaggio al dolore dei parenti.”
Vi rispondo semplicemente che il paese non è unito, gli italiani non sono solidali tra di loro, gli italiani si disprezzano tra di loro, non si riconoscono, non hanno più linguaggi e valori comuni.
On advertising #2
di Raul Montanari
Esistono quattro categorie di pubblicitari:
1. Quelli che sono più o meno soddisfatti del mestiere che fanno, e non ci trovano nulla di particolare, né nel bene né nel male.
2. Quelli che hanno un atteggiamento problematico verso il mestiere che fanno, si sentono in contraddizione con le proprie idee politiche, con la propria visione del mondo, e cercano soluzioni e compromessi intelligenti per ridurre queste dissonanze.
3. Quelli che guardano il mondo degli artisti e dicono: noi siamo come voi! Siamo artisti anche noi!
4. Quelli che guardano il mondo degli artisti e dicono: voi siete come noi! Attenti a non darci delle merde, perché allora siete merde tali e quali a noi!
Spero davvero che i pubblicitari che leggono queste mie considerazioni non si risentano con me: sono stato molto più generoso – più realistico, semplicemente – di Elio Paoloni e del suo sconcertante pezzo “I nemici della pubblicità”.
On advertising #1
di Raul Montanari

Da Il buio divora la strada, il romanzo di Raul Montanari pubblicato da Baldini&Castoldi nel 2002, riprendo alcune pagine che mi colpirono molto quando le lessi la prima volta, e che mi sembrano rilanciare la discussione sulla pubblicità avviata da Elio Paoloni. (T.S.)
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“Che ne sai tu del lavoro che faccio?” replicò Paleologo, freddamente.
“Be’… io non so di preciso qual è la sua mansione. Però ve-do che lei è una persona importante qui dentro. Lei è un pubblicitario, e…”
“E cosa ci vedi di tanto interessante nella pubblicità?”
Alex non ne poteva già più.
“Ma tutto, no?, tutto quello che dicono, che è il mestiere più di moda, che è creativa, è la nuova arte, tutto questo!”
Dall’aereoporto di Ciampino
Una poesia e qualche appunto
di Helena Janeczek

Torneremo, diceva
di semiprofilo, in primo piano
per dare risalto alle croste,
alle escoriazioni o come cristo chiamare
quelle tracce di sangue rappreso in faccia.
Diceva torneremo, torneremo laggiù,
e gli sparivano le ferite,
sparivano perché lui ripeteva torneremo.
Non l’avrebbero fatto tornare. Non sarebbe
ritornato laggiù, o dentro alla terra, o a casa sua,
dicevano i suoi occhi neri comuni
collocati nel cranio pallido da cui era uscito.
I nemici della pubblicità
di Elio Paoloni
Elio Paoloni mi invia un pezzo a proposito di un “articolo di argomento pubblicitario” (parole di Elio) pubblicato in Nazione Indiana da Tiziano Scarpa il 15 novembre. I nemici della pubblicità vengono distinti da Elio in quattro categorie: i professori di liceo, i pentiti, gli scrittori e i puri. [giulio mozzi]
Sugo d’onore
di Michele Rossi

Se già ci fosse stato il riso gallo blond io non avrei i miei ricordi di infanzia, di quando sceglievo il riso steso sul tavolo, chicco per chicco, vicino alle dita dure di mio nonno.
Erano mattine che segnavano la mia appartenenza a un altro mondo, oggi lontano, intimo e nuovo, al ricordo. Quando il sabato non andavo a scuola i riti erano molti, si sceglievano i legumi, si preparavano verdure e carni per il pranzo. Io tagliavo le zucchine, ma il coniglio lo ammazzava lui. Ne riconoscevo il corpo tremante, infilato in una busta di plastica appeso alla maniglia della portafinestra. Ultimo strascico di un mondo contadino naturalizzato in città. Mio nonno andava lentamente al mercato con la sua grande bicicletta blu. Tornava con le buste della spesa. Nel frattempo aveva scelto con cura il coniglio, ma non vidi mai la contrattazione. Me lo trovavo in cucina e solo rare volte assistevo al momento dell’esecuzione.
L’Italia nel buco del Reale
di Antonio Piotti
Si fa presto a dire che non è come per le Torri Gemelle, che questo attentato ha avuto luogo sul territorio iracheno, mentre quell’altro nel cuore di una New York pacifica ed operosa, che i morti sono stati venti e non più di duemila, che erano soldati e non civili. Queste considerazioni vengono meno tuttavia, quando si constata l’apparenza che le immagini televisive ci rimandano: un buco c’è stato, un cratere piuttosto vasto intorno al quale le costruzioni sventrate non consentivano allo sguardo di divagare verso nessuna direzione immaginaria. La domanda più propria diventa pertanto: cosa fa l’Italia quando entra in contatto col Reale, quando cade il suo velo immaginario?
Piloti israeliani rifiutano di bombardare Gaza
di Carla Benedetti

Il 24 settembre 27 piloti israeliani hanno dichiarato che non intendono più
compiere raid contro le città palestinesi della West Bank e Gaza. Tra loro il comandante che bombardò il reattore nucleare iracheno nel 1981. “Ci rifiutiamo di continuare a a colpire civili innocenti”.
Rischiano emarginazione, punizione e imprigionamento. Mandiamo loro una lettera di solidarietà!
Qui sotto le istruzioni per farlo.
Muta 2 lingua
di Andrea Raos
leggo un brano da Hans Henny Jahnn, Die Niederschrift des Gustav Anias Horn, 2 (Fluss ohne Ufer, III), 1936-1945:
«Il plancton nutre gli abitanti degli abissi. Nessuna luce vi penetra. Di conseguenza, non vi si trovano piante. Ma minuscoli cadaveri di animali e d’alghe scendono a pioggia in questa nera immobilità. Ciò che muore nell’acqua sotto il sole, lentamente sprofonda. Lì, nel profondo, è divorato. Miliardi di bocche aspettano questa pioggia di cadaveri.
Esperienza e narrazione: un tentativo
di giulio mozzi
Quello che segue è l’intervento che ho preparato per la serata padovana su Letteratura come verità: 2, Esperienza (lunedì 17 novembre, ore 21.30, Cinema Excelsior). Mi rendo conto che è vagolante e confuso, ma pazienza. E’, come al solito, un tentativo – un tentativo di tenere insieme qualche generalità e la mia esistenza. Nella stessa serata interverranno anche Romolo Bugaro (che leggerà qualche pagina dal suo romanzo Dalla parte del fuoco appena uscito per Rizzoli; Umberto Casadei che leggerà qualche pagina da Maltempo, un romanzo al quale sta lavorando da anni; Roberto Ferrucci che leggerà un capitolo, intitolato Respiro, da un romanzo in corso d’opera e ancora senza nome.
La resurrezione dell’Io
di Andrea Bajani

Una buona notizia: il soggetto non è morto!
Il soggetto è vivo, in forze e si fa la lampada sovente!
Sabato mattina
di Tiziano Scarpa

fuori di te c’è un sabato mattina,
le bancarelle del mercato, il sole
(Dentro Di Te C’è L’Infinito) (Dentro
Di Te C’è L’Assoluto) (Smisurato).
porti gli occhiali scuri, tieni a bada
il mondo radioattivo, ultravioletto
(Ma Più Che Altro Impedisci Al Tuo Sguardo
Di Traboccare) (Dentro Di Te C’è
La Visione) (L’Invisibile). fai
la fila, compri un chilo di carciofi
(Dentro Di Te C’è L’Amore Totale).
Non mollare mai, uomo
di Aldo Nove
Finché continuerò a farmi le seghe,
finché avrò un compact disc che mi funziona,
finché passeggio in piazza Duomo non
dimenticherò mai di dirmi: “Non
mollare mai, uomo. Lotta. Tu sei
degno di tutto questo”. E fino a quando
potrò guardare su Rai 2 qualcosa,
finché potrò comprare la Gazzetta,
finché acquisterò nuovi tipi di
rasoio nuovi shampoo e bagnoschiuma
non mi dimenticherò mai di dire:
“Non mollare mai, uomo. Tutto questo
ti appartiene ed un giorno apparterrà
ai tuoi figli. Combatti”. Fino a quando
avrò fazzoletti di carta, gocce
di valium, cozze surgelate dentro
il freezer dirò: “Non mollare mai,
uomo”. Sono felice. Fino a quando
potrò continuamente rinnovare
l’abbonamento a internet, segnare
i siti preferiti nell’archivio
e ritornare a navigarci senza
che nessuno mi esploda mutilando
il mio essenziale corpo che ogni giorno
La matita tedesca
di Dario Voltolini
Il padre stava accanto alla madre, nella stanza in penombra. Non c’erano finestre. C’era solo una porta di vetro, ma era oscurata da una tenda, o da un pannello di cartone, così su tutto calava un colore verde, scuro ma trasparente. Anche sul padre e sulla madre.
La resistenza della letteratura
di Christian Raimo
Ho partecipato ieri alla tavola rotonda su “La resistenza della letteratura” che è stata organizzata come chiusura di un convegno su Fenoglio. I moderatori sono stati Giulio Ferroni e Gabriele Pedullà, gli altri partecipanti Michele Mari, Piergiorgio Bellocchio, Eraldo Affinati, Emanuele Trevi e Roberto Alaimo. In questi giorni ho passato mentalmente al setaccio idee e suggestioni sul senso della resistenza, su cosa vorrebbe dire oggi “scegliersi una parte dietro la linea gotica”, come diceva Giovanni Lindo Ferretti: ossia come si fa a discernere l’uso arbitrario del potere a cui opporre una resistenza. Gli esempi recenti più significativi di resistenza culturale che mi sono venuti alla mente non provenivano però dai libri, ma da quello che gravita intorno ai libri.
Le persone a cui pensavo sono io impiegato di una casa editrice, un tipografo e una ex-commessa di una “Feltrinelli”.
La Guerra del Pulito
di Marco Senaldi
Volevo aspettare che trascorressero i giorni del lutto nazionale per pubblicare questo articolo di Marco Senaldi, scritto in tutt’altra situazione, e per una destinazione completamente diversa: una rivista che si occupa di confezioni, packaging, consumi, merci.
A qualcuno questo scritto potrebbe apparire frivolo o immorale, se commisurato a ciò che è accaduto l’altroieri in Iraq. E invece forse è proprio oggi il giorno giusto per pubblicarlo. Un’analisi delle pubblicità tv di detersivi che sono ambientate in scenari militari, nei giorni in cui le divise si sono sporcate di sangue!
I maiali
di Antonio Moresco
Bisogna andare lontano dall’Italia per vedere l’Italia. O anche solo essere un po’ dislocati all’interno del suo territorio, su una delle sue isole, per esempio. Qualche anno fa, a Favignana, nel tardo pomeriggio raggiungevo con una vecchia bicicletta noleggiata una scogliera dietro il piccolo cimitero dell’isola. Mi sedevo là sopra e ci restavo fino a perdere la nozione del tempo, guardando la lontana costa della Sicilia. Qualcuno mi aveva detto – o forse me lo ero soltanto immaginato – che quella che si vedeva da quel punto era la parte di costa siciliana su cui, un secolo e mezzo prima, erano sbarcati i mille di Garibaldi, che proprio lì c’era stato il primo impatto con l’esercito dei Borboni. A Marsala, poi a Calatafimi. Una battaglia difficile, dall’esito a lungo incerto, perché i soldati erano in alto e sparavano da lassù sui garibaldini che dovevano guadagnarsi palmo a palmo la salita tra i corpi di quelli che cadevano sotto i colpi. Eppure continuavano a salire. Non si fermavano, non si arrendevano, anzi contrattaccavano alla baionetta, anche se la sproporzione militare era enorme e l’impresa poteva apparire disperata. Finché sono riusciti ad arrivare in cima e, per il solo fatto di aver saputo reggere quel primo scontro e di essere arrivati in cima, sono poi riusciti a liberare o a conquistare metà dell’Italia.
Letteratura e verità #2: esperienza
Si terrà lunedì 17 novembre alle ore 21.30, a Padova presso il Cinema Excelsior (vicolo Santa Margherita, laterale di via San Francesco), e non più alle 21 presso l’MPX-Multisala Pio X, il secondo incontro del ciclo Letteratura come verità, dedicato al tema: Esperienza. La sala disponibile all’MPX ha 100 posti, il Cinema Excelsior ne ha più del doppio. In questo modo ci sarà posto per tutti e nessuno sarà lasciato fuori della porta (com’è successo l’altra volta). L’inizio è stato fissato alle 21.30 per dare a chi si presenterà all’MPX il tempo di raggiungere il Cinema Excelsior (sono dieci minuti, forse un quarto d’ora a piedi).
Il 17 novembre leggeranno Romolo Bugaro, Umberto Casadei, Roberto Ferrucci e Giulio Mozzi; faranno da “starter” della discussione Marco Bellotto, Marco Franzoso, Marco Mancassola e Massimiliano Nuzzolo.


