Di Massimo Rizzante
Alla fine del 1973, un anno dopo la pubblicazione di Clessidra, in un’intervista, raccolta successivamente in Résidu amer de l’expérience (Fayard 1995), dopo aver descritto il proprio “tentativo di sostituire sul piano formale la monotonia di un determinato procedimento attraverso una strategia polifonica” – tentativo che si era concretizzato proprio in Clessidra grazie all’uso di diversi registri e stili – Danilo Kis affermava: “Il mio ideale era, ed è ancora oggi, un libro che dovrebbe leggersi non solo come si legge un libro la prima volta, ma come un’enciclopedia (lettura preferita da Baudelaire e non solo da lui), e cioè costruito secondo un’alternanza brutale e vertiginosa di concetti, un libro capace di obbedire alle leggi del caso e dell’ordine alfabetico (o altro), nel quale si succedono nomi di persone celebri e le loro vite ridotte al minimo necessario, vite di poeti, di ricercatori, di politici, di rivoluzionari, di medici, di astronomi, ecc., divinamente mescolati a nomi di piante e alla loro nomenclatura latina, a nomi di deserti e clessidre, di dei antichi, di regioni, città, alla prosa del mondo. Stabilire tra tutto ciò un’analogia, trovare le leggi della coincidenza”.




Ingredienti:





Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi
di Fabrizio Venerandi

TENERA E LA NOTTE
1) L’Associazione Culturale Officina Cultura Onlus in collaborazione con la Libreria Il Pavone Nero bandisce la prima edizione del Concorso letterario “Racconti divini”.
Sei mesi fa ho lanciato su Nazione Indiana l’iniziativa La lista della spesa (leggibile
Quando è arrivata su Televideo la notizia della morte di Jacques Derrida, subito dopo mi è arrivata dal cuore un’altra notizia, per me più sconcertante: provavo pena.