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Contusions everywhere!

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di Tiziano Scarpa

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SSX3 è un videogioco per la Playstation. Si sceglie un concorrente e si partecipa alle gare di discesa sulla neve. Non si usano gli sci ma la tavola, lo snowboard.
Niccolò Ammaniti e io sceglievamo Viggo, uno spilungone allampanato, vestito con una palandrana. Gli altri concorrenti hanno tutine aerodinamiche, ginocchiere e copriorecchi alla moda. Grintosi, incazzati, vogliono soltanto arrivare primi, portare a casa il premio in dollari. A Viggo invece si vede che gli piacciono tante altre cose nella vita. Si butta giù in snowboard giusto perché ha nevicato.

Il busto di Lenin

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88-518-0032-4.jpgOggi alle 18, a Milano, nella liberia Feltrinelli di via Manzoni, presenterò il romanzo Il busto di Lenin (Sironi Editore) insieme al suo pirotecnico autore Giuseppe Caliceti. T. S.

«Si accorgeva che in molti da un anno all’altro gli ripetevano le parole della sua ex moglie, cioè che il mondo era cambiato e bisognava adattarsi. Ma lui si chiedeva cosa volessero dire queste parole. Guardatelo!, diceva. Guardatelo, il nostro povero boia mondo! Adattarsi a chi? A cosa? Queste sono le stesse cazzate che i signori ripetevano al tempo del fascismo, compagni! Le stesse cazzate che i padroni ripetono da secoli ai lavoratori! Ai poveretti! Agli sfruttati! Aprite gli occhi! Non c’è storia! Nessuna evoluzione! L’uomo è la bestia malvagia e assassina di sempre! E se qualcosa è cambiato è solo in peggio!, diceva Libero. E gli ideali comunisti rimangono i più validi che io conosco! E allora io non vi capisco! Io non mi vergognerò mai di essere un comunista, compagni! Io mi vergogno solo della vostra vergogna!»

Siamo seri

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di Elio Paoloni

ironie.jpg Filippo La Porta denuncia sul Foglio il dispotismo dell’ironia. In un elogio di Chaim Potok, sul Domenicale, Giuseppe Sanfilippo mette subito in chiaro che lo scrittore era ebreo ma non ironico: “No, lui non conosce l’ironia, non ha tempo da perdere con il gioco di Isaac B. Singer o di Woody Allen o di tutti i Roth possibili, Philip o Henry che siano”. E in una replica a Lello Voce sulla poesia di Mario Benedetti, Giuseppe Genna decide di fare i conti con questo retaggio dell’Avanguardia, mandando definitivamente a sbarcare il suo lunario nei bidoni della spazzatura questo gesto di fascismo retorico:

Omaggio a W.S.B.

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di Gillioz

Anche prima della guerra chimica, aveva lavorato nelle campagne avvelenate come raccoglitore dei silos arrugginiti. Li trinciava in lamiere, e li caricava nella camionetta “Ulisse”; così su e giù per la polvere dei campi e delle vie già crepate, come se la guerra ci fosse sempre stata, e neanche tanto lontana. Li trasportava fino ai sfrangiati delta del fiume fuligginoso, riversandoli tra gli altri detriti, dune di spazzatura fossile, oppure li rivendeva agli artisti del riciclaggio, che abitavano numerosi le baracche di alluminio lungo gli argini.

La legge sulla tortura

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Insieme ad altri amici di Nazione Indiana, un mese fa mi sono impegnato a tenere d’occhio l’iter parlamentare della legge sulla tortura. In futuro magari farò qualche considerazione su questa vicenda. Nel frattempo pubblico molto volentieri una comunicazione del Comitato Verità e Giustizia per Genova che ho ricevuto in questi giorni. T. S.

L’intervista impossibile

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Incontro fuori orario (e fuori tempo massimo) con Enrico Ghezzi
di Franz Krauspenhaar

enrico_ghezzi_delirious_com.jpgDopo una lunga serie di tentativi non andati purtroppo a buon fine per ragioni che sarebbe troppo complicato spiegare qui, (vi rimandiamo per questo al libro di Elisabetta Virgili I sottorranei di Saxa Rubra, edito dalla Anonima Editori) tre anni fa siamo riusciti finalmente a intervistare il noto critico cinematografico Enrico Ghezzi nel corso della registrazione di una puntata di Fuori Orario. Crediamo sinceramente, con questa intervista atipica e inedita che abbiamo il piacere di pubblicare qui su Nazione Indiana grazie alla disponibilità dei redattori, di aver perlomeno tentato di dipanare alcune matasse, anzi bobine, di significato. Da sinceri appassionati di cinema, ci è parso doveroso tentare di fare chiarezza, per quanto ci è stato possibile…

L’ambiguità 25 frames al secondo

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di Simone Ciaruffoli

defilippi_costanzo.jpgOggi la migliore televisione possibile è quella che impudica mostra il suo artificio istauratore. Quella che al momento giusto sa smascherare i suoi marchingegni, le sue astuzie e gli imbrogli da truffaldina e mistificatrice di prim’ordine qual è. La migliore perché con calcolato machiavellismo sa anteporre tra sé e lo spettatore il raggiro del vero-non-vero, sommo fraintendimento di questi ultimi vent’anni di televisione. Introflessa com’è su se stessa, in nome della supremazia assoluta non teme di tradirsi e di portarsi dietro l’onta dell’infamia. La non lontana querelle Bonolis-Ricci documenta irrevocabilmente questa tendenza, senza che la stessa nemmeno si preoccupi di fare pubblica ammenda, così presa dal suo personalissimo e interno risarcimento danni.

Dialogo sull’entropia (#9). L’Aristogas.

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di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

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Molto bene, allora. Proviamo a fare una descrizione discreta dell’Elio. Ma intanto mi pare di capire che le cose si complicano, e che gli atomi di Elio non sono abitanti normali del paesino. E che le nostre descrizioni sono probabilistiche a più livelli, è così?

sempre sul lupo

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andate a vedere “Le temps du loup” di Haneke. Il film sembra a un certo punto quasi mediocre, ingenuo. Invece ancora una volta l’esclusione dal concorso ufficiale di Cannes e il flop commerciale sono una garanzia. E’ un film importante, io che non andavo al cinema da mesi me lo sentivo, eppure l’ho capito davvero solo alla fine, da come me lo porto dentro. Andate a vedere il film di Haneke, e non rompete più le palle con Lars Von Trier.
G.M.

Di cosa parliamo quando parliamo del nostro voto

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di Raul Montanari

art_10013_1_urna.gifAncora in tema elettorale. Mi viene segnalato che c’è un sito curato da una società tedesca che si occupa di sondaggi e ricerche. Il sito è www.wahlomat.de. Il “gioco” di cui vi parlerò si chiama Wahl-O-Mat.
La società ha preso in considerazione tutti i programmi dei partiti tedeschi che si presentano alle elezioni europee. Ha elaborato i dati in modo da proporre a chi accede al sito un questionario di 30 domande, formulate in modo molto semplice, che toccano tutti i temi politici in senso lato. Quelli di cui si discute anche nei bar, per capirci.

Poesia da fare (il blog)

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Il blog Poesia da fare è curato da circa un anno dal poeta Biagio Cepollaro secondo i modi della rivista letteraria rigorosa, con periodicità mensile. L’obiettivo del Blog è dare la possibilità ai poeti più giovani di mostrare il loro lavoro e di interagire con i lettori della Rete. Il coagulo di questo flusso è costituito dai Quaderni di Poesia da fare, due all’anno, in formato pdf. Sono accessibili i primi due Quaderni del 2003, mentre è in preparazione il primo del 2004. Fin qui il blog ha raccolto una ventina di autori, tra poeti e narratori, tra i più significativi del panorama letterario italiano di questi anni. Per citarne qualcuno: Rosaria Lo Russo, Florinda Fusco, Marco Giovenale, Massimo Sannelli, Andrea Raos, Andrea Inglese, Pino Tripodi, Giorgio Mascitelli, Massimo Rizzante, Francesca Genti, Francesca Tini-Brunozzi, Fabrizio Lombardo, Anna Lamberti-Bocconi, Gianluca Gigliozzi.

Giancarlo Siani

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di Roberto Saviano

siani.jpg E io ti seguo di Maurizio Fiume è un film con il prezioso merito di ricostruire in modo significativo la vicenda di Giancarlo Siani, il suo percorso umano e la sua professione innescata dalla passione del vero.
Giancarlo Siani venne ammazzato il 23 settembre del 1985, ormai quasi vent’anni fa, in una Napoli profondamente diversa da quella apparentemente pacificata di oggi, 300 morti ammazzati l’anno la rendevano una città in perenne guerra.

Della porta (esercizi di felicità domestica)

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di Andrea Inglese

L’appartamento – utopia di un ventre benefico- poi la porta che lo chiude o lo apre – cerniera maledetta nei secoli – e il pianerottolo, ossia lo scivolo verso il caos, l’andirivieni di bolidi, di merci acuminate, di minacce deambulanti. Un interno fasciato da ogni lato da un esterno, una stanza di decompressione dall’agguato perenne del mondo, un portichetto per passeggiare con l’io al guinzaglio, mentre a cerchi diradanti si stendono pianure sterminate dove galoppano gli altri, la metafora, insomma, di un’osmosi controllata, governabile, tra dentro e fuori, e proprio grazie al foglio rettangolare rigido, con i catenacci, i cardini, la maniglia, lo spioncino, e quel gesto di apri-e-chiudi, che t’illude di scacciare fuori montagne di guai, tenendoti sul tappetino del soggiorno qualche preoccupazione formato insetto, da annichilire con un colpo di piede.

L’orgasmo elettorale

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di Tiziano Scarpa

desd.jpgSabato e domenica voteremo per eleggere il parlamento europeo, e per alcune amministrazioni locali.
In pochi istanti scriveremo il nome delle persone che ci governeranno per anni.
Dovrebbe essere una decisione ponderata, razionale. Invece i partiti puntano come sempre ad accalorare, a far schiumare le passioni. Creano le condizioni per un voto di pancia, non di testa.
Le campagne elettorali muovono le emozioni. La democrazia non si fonda su una decisione raziocinante, ma su un’invocazione passionale, su un’esclamazione orgasmica.

Viaggio in Argentina # 14

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di Antonio Moresco

Montevideo2b.jpgRitorno a Buenos Aires.

Incontro con Roberto Raschella, nel solito caffè all’interno della libreria. Laura lo intervista, per un libro che deve fare assieme a Giovanni. Arriva un’altra scrittrice, uno studioso di qualcosa, poi una che lavora nel cinema. Altri scrittori sono anche oggi seduti qua e là nel caffè della libreria. Tirano fuori come sempre il loro quadernetto, cominciano a scrivere. Dopo un po’ arriva qualcuno, uno che passa e li riconosce, un amico, cominciano a chiacchierare con lui, chiudono il quadernetto, lo riaprono il giorno dopo… Che tristezza tutti questi scrittori che passano il loro tempo nei caffè! Ma pare che lavorassero così anche a Parigi, nel dopoguerra, nei loro caffè diventati poi celebri, Sartre, molti altri…

Bizarre Show

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gilberti1.jpgPerugi artecontemporanea, via Giordano Bruno 24 b, Padova.

presenta

Bizarre Show
a show by Fausto Gilberti
inaugurazione: sabato 12 giugno 2004
ore 18.30
dal 12 giugno al 30 settembre 2004

Una performance, un’installazione, i nuovi disegni su carta di giornale e pittura.
Fausto Gilberti si presenta per la terza volta alla galleria Perugi con una personale.

Viaggio in Argentina # 13

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di Antonio Moresco

Montevideo

Montevideo4.jpgPartenza per Montevideo con Giovanni. Fermiamo un taxi. Ma l’uomo che lo guida è strano. Scuro, coi calzoni rotti, sembra stordito. È domenica mattina, qui al sabato stanno svegli tutta la notte, forse è solo per quello che sembra così sballato. Guida pianissimo il suo taxi scassato e dai sedili sfondati, nelle stradine piene di buche, con una lentezza incredibile, esasperante. Non si capisce bene che strade fa. Finalmente imbocca una strada più grande che ci sembra di riconoscere. Ma nella direzione opposta, ci pare. Giovanni glielo dice, alzando la voce: «Il porto è dall’altra parte!» L’uomo si gira appena, rotea un po’ gli occhi, emette una specie di verso, rimane per qualche istante indeciso, emette un sospiro, poi inverte la direzione di marcia. Dove ci stava portando? Non si riesce a capire se voleva attirarci chissà dove o se è solo cotto marcio.

Mosche, ranuncoli e altre scritture immaginate

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di Aida Maria Zoppetti

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Pubblico su nazione indiana quattro poesie (ma in realtà sono sei) di Aida Maria Zoppetti. Sono poesie da leggere e da guardare, scrittura e grafismi (come quello qui a fianco), giochi, guizzi, pasticci, impercettibili ed evanescenti, in fuga leggera e saltellante dalla percezione.
Aida sta raccogliendo i suoi lavori nel suo blog, Ricreazione.
Suggerisco di andare a dare un’occhiata.

Di nuovo in serie A

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di Federica Fracassi/ Teatro Aperto

Ricevo e pubblico un appello inviatomi da Fiammetta Borsellino per il coordinamento LiberaPalermo e mi permetto una piccola introduzione.
Considero Palermo la mia seconda città.
Forse, oltre che per il suo fascino indiscusso, perché ho l’onore di conoscere palermitani eccezionali (e Fiammetta è sicuramente la prima tra loro). Uomini e donne che vivono per scelta in una città così difficile e che tentano ogni giorno con il loro entusiasmo e il loro lavoro di coltivare la legalità e la cultura nella loro terra.
Ho passato a Palermo il mese di aprile e ho scoperto che:

Viaggio in Argentina # 12

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di Antonio Moresco

Montevideo3.jpgLaura racconta, mentre facciamo colazione a casa sua, la mattina dopo, che a Santiago del Cile, ci sono delle figure che vengono chiamate «i rospi».

I rospi
Fermi al centro delle enormi strade a molte corsie che corrono da una una parte e dall’altra, nel traffico così impazzito che a volte bisogna prendere il taxi per andare al lato opposto della strada senza venire investiti dalle ondate delle macchine e dalle valanghe degli autobus delle varie compagnie private in concorrenza tra di loro anche sulle stesse tratte, hanno il compito di segnalare agli autobus della propria compagnia i tempi di passaggio sulla stessa tratta degli autobus delle compagnie concorrenti, in modo che questi si possano regolare se gli conviene accelerare oppure rallentare per raccogliere un maggior numero di passeggeri. Nel rumore assordante e nel traffico impazzito, devono continuamente saltellare qua e là per non venire investiti, fanno segni muti con le braccia e la bocca per farsi capire e per questo vengono chiamati «i rospi».

Il futuro a Vapore di Zaccuri

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di Jacopo Guerriero

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Il tempo ha preso una direzione bizzarra. Tra XIX e XXI secolo parallelismi insospettabili guidano la storia in ambito geopolitico, religioso, culturale.