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Viaggio in Argentina # 11

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di Antonio Moresco

Còrdoba

Montevideo1b.jpgLaura e Nic partono per Buenos Aires, io e Giovanni per Còrdoba. All’arrivo, ci viene a prendere all’aeroporto Esteban Nicotra. È una persona dolce. Ci porta a casa sua. Dopo un po’ arriva Silvia, sua moglie, che era andata a comperare delle bottiglie di cerveza ed era passata alla posta. Parliamo un po’. Lei ci mostra con desolazione la busta appena ritirata, lacerata in modo plateale da parte a parte, senza neanche salvare le apparenze. Esteban ci racconta di un suo lontano viaggio in Italia, dove ha vissuto di espedienti e ha fatto anche il bancarellaio. Era partito con un volo dell’Aeroflot russa, la compagnia meno cara. L’aereo aveva fatto scalo in moltissimi posti, per tirare su passeggeri, fermandosi, anche a lungo, in Brasile, nordamerica, Europa, forse anche Africa… Prima di atterrare in Italia si era fermato a Mosca. Esteban aveva addosso un numero incredibile di strati di vestiti, perché il bagaglio non doveva superare un certo peso. Così vestito, era costretto a scendere dall’aereo anche in posti dove si moriva dal caldo, fradicio di sudore e tutto infagottato come per una spedizione polare.

Il sogno e la storia

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di Marino Magliani

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“Chi è che ha svegliato il nonno?” ha chiesto il vecchio dalla sua poltroncina di vimini.

Un bambino di sette otto anni seduto al tavolo davanti a un piatto di pomodori e carne in scatola, ha risposto: “Non lo so.”

Nella grande cucina fa caldo, accanto alla stufa il paio di secchi di legna spaccata danno un senso di sicurezza. Tra la stufa e la credenza c’è pure il canestro della verdura vecchia, appassita, da dar ai conigli. Odore di tante cose, malgrado la pulizia. L’orologio a pendolo fa un insopportabile lak lak…

Uno sparo, dalle terrazze in faccia, che si vedono da una delle finestre, ha fatto dire al vecchio: “Ecco cosa m’aveva svegliato.”
Il bambino ha risposto : “Ah,” ha spinto il piatto al centro del tavolo e acceso la televisione.
“E’ da tanto che sparano?”
“Non lo so, nonno, io sono entrato in casa adesso.”
Il vecchio guarda l’ora. Il bambino è arrivato da scuola da poco.
“Finisci la carne almeno!” gli ordina.
Guido ha spento la televisione e s’è messo la giacca. “Esco” dice.
“Non la finisci la carne?”
“Se devo uscire come faccio…”
“Se devi uscire…? E i compiti?”

Immagini

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di Giorgio Mascitelli

L’immagine del prigioniero iracheno incappucciato e con i fili elettrici legati agli arti e le braccia aperte, un truce manichino privato anche della compostezza, è un’immagine che resterà nella memoria, sempre entro i limiti della labile memoria mediatizzata del nostro tempo, e magari avrà anche un effetto nel respingere l’involuzione bellicista che sta sempre di più avendo diritto di cittadinanza nei mezzi di comunicazione e dunque tra la gente. Probabilmente sarà considerata uno scacco per l’amministrazione Bush che dovrà porvi rimedio con altre immagini, anche se credo che il vero scacco dell’amministrazione Bush sia il record dei prezzi del petrolio dopo un anno di occupazione dell’Iraq.

Nel deserto della città blindata

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di Tiziano Scarpa

3.jpg“Idioti!”, gridavo allo schermo, mentre veniva inquadrata una ragazzina di tredici anni in lacrime, con un braccio ingessato appeso al collo. “A Roma dovevate andare, a Bruxelles, sul cratere dell’Etna, dal Papa, da Maradona, da qualsiasi altra parte, ma non lì! Avreste dovuto fare un enorme raduno, in quegli stessi giorni, ovunque fuorché a Genova!” La mia voce faceva a gara con l’urlio degli uccelli esaltati dal crepuscolo. Nel televisore un pensionato ancora incredulo mostrava la benda chiazzata di sangue intorno alla testa. “Dovevate lasciarli nel deserto della città blindata, a fare la loro sceneggiata! A far spiccare le loro opposte menzogne!”, inveivo. “Da una parte i coglioni in giacca e cravatta e i loro mastini in divisa, dall’altra i non meno coglioni teppisti con la faccia fasciata di nero! E voi a milioni, da tutt’altra parte, a fare un festoso casino alla faccia loro! Allora mi sarei unito a voi, testoline di minchia! Vi avrei portato un po’ di intelligenza e tanta fica fresca!”

da Kamikaze d’Occidente, Rizzoli, 2003. La vignetta di Altan è tratta da repubblica.it di oggi.

C’è molta più arte tra la terra e il cielo … # 2

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di Carla Benedetti

trivelle.jpgTerzo esempio di attrito: giovani artisti occidentali.

A Sarah Ciracì, vincitrice del premio New York dell’anno scorso, costruttrice di immagini di grande potenza visionaria (due trivelle che sfondano il pavimento di una galleria, la serie Trebbiatori celesti, l’installazione Un’estate a Bikini 2.0; al Macro di Roma si può vedere ora una sua installazione intitolata “Oh my God, it’s full of stars!), ho chiesto cosa pensa dell’odierna arte occidentale: “E’ un’arte che può fare a meno del pubblico”.

Com’è possibile, le chiedo, se dappertutto vi sono esposizioni, e se le immagini delle opere, riprodotte, vengono portate in mille modi sotto i nostri occhi? Eppure se si guarda meglio non si può non darle ragione.

C’è molta più arte tra la terra e il cielo… # 1

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di Carla Benedettijusto 1.jpg

C’è molta più arte tra la terra e il cielo di quanta ne sogni l’Occidente.

Il sistema artistico occidentale, con il suo culto estetico delle opere e con le sue istituzioni (musei, gallerie, curatori, collezionisti, critici), assomiglia ogni giorno di più a una navicella in mezzo all’oceano,
che galleggia a fatica, nonostante la sua egemonia culturale e di mercato, sotto l’urto di pratiche artistiche incompatibili con l’idea occidentale di arte, provenienti da tutte le parti del globo e sempre più politicizzate.

Qui: appunti dal presente 2#

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Spettatori di guerra?

di Velio Abati

Rispondo volentieri alla sollecitazione, toccando due aspetti.
Il primo, anche se nella “proposta” non risulta il più evidente (punto 3), è la questione del ‘bello’ nella rappresentazione della realtà. Dico subito che a me pare il vecchio tema del rapporto tra arte e vita, o se si vuole tra arte e realtà. Su questo, penso che l’arte non sia obbligatoria e forse neppure rientri nell’ordine delle priorità, ma se la si pratica se ne devono accettare le ambiguità.

Qui: appunti dal presente 1#

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QUI 9- Copertina.JPG
Qui. Appunti dal presente è una rivista strana, è tenacemente cartacea, eppure funziona per certi aspetti come un blog ed è presente in rete. Non è una rivista specializzata, e in questo rifiuto consiste il suo rischio e la sua forza maggiore, la sua capacità di operare uno spostamento importante rispetto a qualsiasi rivista letteraria, o legata ad un’area disciplinare (politica, filosofia, psicanalisi, ecc.). Qui è giunta oggi al numero 9. Il suo ideatore e regista, Massimo Parizzi, la immagina come un diario collettivo, corale, che però necessita di essere sollecitato e guidato (o deviato virtuosamente).

Su Gustaw Herling

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di Roberto Saviano

herling.gifIn un unico amarissimo sorso, dovrebbe essere bevuto Un mondo a parte di Gustaw Herling che riappare presso Feltrinelli in edizione economica. Leggere tutto in una volta, subendo un pugno nelle viscere, uno schiaffo in pieno volto, sentendo la dignità squarciata, la paura di poter crollare prima o poi nello stesso girone infernale descritto nelle pagine. Un testo prezioso e tremendo, una testimonianza sui campi di concentramento sovietici, sulle barbarie compiute dal regime stalinista dell’URSS contro milioni di persone.

Lettera alla Pubblica Amministrazione

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di Tiziano Scarpa

contrcent.jpgSpettabile Direzione Produzione e Abbonamenti e Attività per le Pubbliche Amministrazioni,

oggi ho ricevuto la Vostra lettera datata 25.05.2004: mi rendete noto che “a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta utile alla chiusura della Sua pratica, né risulta da Lei stipulato un abbonamento alla televisione”.

Cinque poesie

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di Francesca Reboli
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C’è tutto il mondo
in questa faccia
gli ho detto una volta.
E lui subito
l’ha deformata in una smorfia.
Il mondo è brutto,
ho detto io.
Ma senza scampo
è tutto lì.
Dalla curva del sopracciglio
all’osso della guancia.
Nell’angolo del labbro
che rialza,
mostrando i denti.

Rosa Rosae #2 – Apologia di Liala

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di Mariolina Bertini

liala3.gif Détestez la mauvaise musique, ne la méprisez pas. Comme on la joue, la chante bien plus passionnément que la bonne, bien plus qu’elle, elle s’est à peu à peu remplie du rêve et des larmes des hommes. Qu’elle vous soit par là vénérable.
Marcel Proust

Dialogo sull’entropia (#8). L’Aristogas.

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di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

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Altolà, c’è troppa carne al fuoco! Da una parte c’è il nostro aristogas Elio che se ne sta per conto proprio, dall’altra c’è un paesino che è valso come esempio, con tutte le fiaccole eccetera, e adesso c’è anche una caterva di numeri per lo più inutili. Come rosoliamo questo bello spiedone?

Rosa Rosae #1 – Shirley Temple, o il rosa assoluto

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di Mariolina Bertini

rosedisanlazzaro0037.JPG[Ho chiesto a Mariolina Bertini un contributo alla discussione sui generi letterari. Mi ha dato il permesso di pubblicare due suoi scritti inediti, uno del 1979 e l’altro del 1984. La ringrazio e comincio pubblicando il secondo. D.V.]

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#3)

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di Enrico Ratto

iguana-web.jpgIl sud e la costa ovest non sono da meno. Per quanto riguarda la criminalità organizzata straniera, il Procuratore Bernard Legras indica come la presenza della mafia italiana e russa sull’isola sia limitata a causa dell’ “impermeabilità della società corsa, costituita da strutture criminali locali che formano dei bastioni impenetrabili”, e che in particolare questa si concentra solo intorno all’Isola di Cavallo, paradiso turistico situato all’estremo sud della regione.

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#2)

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di Enrico Ratto

furto.jpgI clan e le influenze sul territorio.

Bastia, Alta Corsica, pianure dell’Est. Esiste una spiegazione storica per il fatto che le grandi bande criminali sono nate e cresciute lungo la costa est dell’isola, nelle pianure tra Bastia, Ghisonaccia e Aleria, per poi espandersi e controllare il sud , Porto Vecchio e Bonifacio.

Un discorso generico

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di Gianni Biondillo

coltellaccio.jpgSono stato stimolato da Nick Names (nei commenti al pezzo di Raul) a dare una opinione sulla questione del Genere (noir, giallo).
Volevo mettere queste mie note appunto nei commenti, ma, scrivendo ho notato che la dimensione che stava prendendo questo scritto erano sempre più degne degli interventi di Luminamenti, l’unico, per me, che può permettersi di essere chilometrico senza cadere nell’antipatia. Chiedo perciò a Dario di darmi un’altra visibilità. Tutta dovuta alla leggibilità, intendiamoci.
Le cose che ho scritto qui sono pensieri sparsi, non organici e neppure riletti. Ma sinceri.
G.

Corsica: la deriva mafiosa del nazionalismo politico (#1)

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di Enrico Ratto

corsica.jpgQuando la mattina del 30 ottobre 2003, alla vigilia della sua seconda visita in Corsica dal fallimento del referendum sull’autonomia, il Ministro dell’Interno francese Nicolas Sarkozy annuncia alla stampa di voler “neutralizzare la deriva mafiosa del nazionalismo corso”, in molti sull’isola si sono chiesti se si trattasse della bordata di un politico o, piuttosto, di un tecnicismo. I 273 attentati compiuti in Corsica tra la primavera del 2003 e l’inverno del 2004 sembrano accreditare l’ipotesi di un nazionalismo logorato da vent’anni di scissioni interne, i cui protagonisti, oggi più che mai, sono i clan legati alle attività finanziarie dell’isola piuttosto che allo storico movimento politico e culturale. Nicolas Sarkozy pronuncia queste parole nel novembre del 2003, un giro di vite annunciato di fronte allo spettro del fallimento della politica francese nella gestione della regione, ma le radici di questa pericolosa connessione tra politica, finanza e controllo capillare del territorio risalgono almeno a dieci anni prima.

Il gelato più buono del mondo.

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Secondo me si trova qui:

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A San Fili, in Calabria. Ecco la mappa.

Intervista sul noir

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a Raul Montanari

noir.jpgGen.le Raul Montanari
mi scusi se la disturbo, ma volevo invitarla a rispondere alla nostra
inchiesta sul Noir italiano, a cui abbiamo chiesto di partecipare anche a
Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Giorgio Faletti, Giancarlo De Cataldo ed
i più importanti autori del noir italiano.

Volevo pertanto inviarle queste 5 domande della nostra inchiesta, con la
cortesia e la preghiera che Lei possa risponderci entro il 10 Maggio.

La redazionre di Origine.

Dialogo sull’entropia (#7). L’Aristogas.

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di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

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Dunque questo gas che è proprio così tanto gas, così immodificabilmente gas, è l’eroe di questo racconto, ora. Mi piace, Elio. Come si comporta Elio?