Dialogo sull’entropia (#8). L’Aristogas.

di Antonio Sparzani e Dario Voltolini

spiedo.jpg

Altolà, c’è troppa carne al fuoco! Da una parte c’è il nostro aristogas Elio che se ne sta per conto proprio, dall’altra c’è un paesino che è valso come esempio, con tutte le fiaccole eccetera, e adesso c’è anche una caterva di numeri per lo più inutili. Come rosoliamo questo bello spiedone?

Troppa carne fa venire tutti i mali morbi, per cui asteniamocene.

Stiamo un po’ con i numeri, che sono stati un’invenzione umana forse delle più ardite e temibili. C’è un detto di un illustre matematico dell’Ottocento, prussiano puro sangue, Leopold Kronecker, (chi vuol divagare un po’ veda il sito: http://www-gap.dcs.st-and.ac.uk/~history/Quotations/Kronecker.html ) che affermò che Dio diede all’uomo i numeri naturali (1, 2, 3, 4, …) e che l’uomo inventò poi tutto il resto. E’ che l’uomo volle riempire i buchi grandi come case che stavano in mezzo ai numeri naturali, e a furia di riempirli mise in mezzo tanti di quegli altri numeri da esagerare.

E soprattutto, così facendo, passò dal discreto al continuo.

Adesso qui non possiamo aprire tutta la sceneggiata del discreto e del continuo; ma ognuno può avere una percezione del fatto che se guarda un segmento disegnato su un pezzo di carta e ci disegna su delle tacche equidistanti dicendo che quelli sono i numeri 1, 2, 3, 4 ecc. allora ha costruito una successione discreta, e che se invece guarda tutti i punti del suo segmento, allora non ci vede alcuna soluzione di continuità e gli sembra una marmellata senza interruzioni, insomma un continuo. Tutto il problema che vogliamo affrontare qui è quello di ripianare la differenza tra il paesino e il gas, e il nucleo di questa differenza è proprio quello del discreto e del continuo perché: nella nostra storia del paesino, lo stato di ogni abitante è presto descritto: ci sono solo due possibilità per noi interessanti, o è in casa o è fuori casa (e allora con la fiaccola accesa, per farsi notare dall’osservatore lontano).

Lo stato dell’abitante del paesino è descritto da una variabile che può assumere solo due valori, i cui valori possono essere scelti a nostro arbitrio, ad esempio: 0 se sta in casa e 1 se sta fuori casa. Più discreto di così si muore.

Mentre per descrivere lo stato di un atomo del nostro nobile elio sembra che ci vogliano delle variabili che possano assumere non due ma un’infinità di valori; queste variabili cosa sono? Cosa devo dire per descrivere la situazione di un atomo di elio? Devo dire dove sta e che velocità ha, e queste informazioni sono dette indicando dei valori numerici delle sue coordinate e delle componenti della sua velocità. E questi valori, a priori, possono spaziare in un insieme di numeri infinito, non solo due valori, come nel caso dell’abitante del paesino. Per fare il parallelo bene con il paesino, dobbiamo discretizzare l’elio. Pardon, la nostra descrizione dell’elio. Ma non ci vuol molto.

—————

[8 – continua alla parte 9]

Print Friendly, PDF & Email

1 commento

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Da “Elogio della passione”

di Carlotta Clerici
Avanzavo tranquilla nell’acqua nera e spessa che ogni mio movimento trasformava in schiuma iridescente sotto i raggi della luna piena. Dieci, quindici minuti, mezz’ora… Le forze scemavano, ma ero fiduciosa, sapevo di poterne ancora attingere dentro di me.

Kwibuka. Ricordare il genocidio dei Tutsi.

di Andrea Inglese
Ieri, 7 aprile, si è tenuta a Kigali la trentesima commemorazione dell’ultimo genocidio del XX secolo, quello perpetrato tra il 7 aprile e il 4 giugno del 1994 da parte del governo di estremisti Hutu contro la popolazione Tutsi e gli oppositori politici Hutu.

Sulla singolarità. Da “La grammatica della letteratura”

di Florent Coste
Traduzione di Michele Zaffarano. I poeti, così drasticamente minoritari, così lontani e così persi nelle periferie di questo mondo, come si collocano, i poeti? Contribuiscono con forza raddoppiata al regime della singolarità o, al contrario, operano una sottrazione basata sulla riflessione e resistono?

Benway Series

Risposte di Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli
... ci concedemmo la possibilità di cercare altre scritture c.d. “di ricerca” consimili, soprattutto al di là della lingua italiana, e di pubblicarle in Italia in un contesto che non era così ricettivo rispetto a tali opere.

Da “I quindici”

di Chiara Serani
Allora le Barbie cominciarono a lacrimare sangue rosso pomodoro (Pantone Red HTK 57, It's Heinz!) come una Madonnina qualsiasi.

Collana Adamàs, La vita felice editore

Risposte di Vincenzo Frungillo
Continua la nostra inchiesta sull'editoria indipendente di poesia. Si parla della collana Adamàs.
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: