ricevo e pubblico
Dario Voltolini


Est-Ovest.
Un viaggio nella musica di oggi.
Edizione 2003
Dopo approfonditi confronti avvenuti nell’ultimo anno, sia a livello regionale sia in un più ampio contesto nazionale, è nato in Lombardia un coordinamento indipendente, FaQ.
di Tiziano Scarpa
5. “Purtroppo”.
Un excursus su pietas, neorealismo e scrittori Cannibali
Mi ricordo che cosa dicevano e scrivevano anni fa alcuni critici sugli scrittori italiani cosiddetti Cannibali.
Paolo Mauri: gli scrittori Cannibali non hanno pietas. Nei loro scritti non c’è dolore.
Roberto Cotroneo: i Cannibali non sono nient’altro che nuovi neorealisti, per nulla originali; sono cascami epigonali di quella passata grande stagione del cinema e della letteratura italiana.
di Tiziano Scarpa
Cari amici di Nazione Indiana,
mi trovo all’estero, non ho la possibilità di accedere come e quanto vorrei ai commenti della stampa italiana; ma ho letto che Gianfranco Fini ha proposto di estendere il diritto di voto anche ai lavoratori immigrati stranieri.
(Nella foto: elezioni in Sierra Leone)
Andrea Inglese
Dopo qualche mese di partecipazione a Nazioneindiana, nella sua versione “dialogante”, ossia con oblò verso l’esterno, anzi porticina o falla volontaria per passaggi, intrusioni e scorribande, tenterò un primo bilancio spassionato.
Potere.Visioni. Tempi. Mondo
di Carla Benedetti

2. VISIONI
Leggiamo un passo dall'”Appunto 3″.
Carlo vede venire due esseri, di una natura che non è certamente umana; ma appare tuttavia naturale, inserendosi nella logica della Visione. Si mettono uno di qua e uno di là del corpo di Carlo, coi piedi all’altezza della sua testa, e cominciano a parlare…
Riflessioni sull’appello di Sanguineti agli intellettuali italiani
di Romolo Bugaro
Pensare è svestirsi, dice Jean Luc Nancy in un suo saggio, riprendendo una frase di Bataille: “Je pense comme une fille enléve sa robe”. Il gesto del togliere, del lasciar cadere il vestito – questo il percorso della riflessione secondo il filosofo francese. Dunque non solo e non tanto smascherare il mondo, quanto smascherarsi.
di Dario Voltolini
Esiste, nella città di Amsterdam, un piccolo luogo affacciato su un calmo canale. È la stella polare di chiunque, in Olanda, ami la nostra letteratura. La Libreria Bonardi, unica libreria italiana nel paese di Vermeer e Cruijff, compie in questi giorni 25 anni. Per l’occasione Marina Warners – la titolare – ha dato alle stampe un elegantissimo piccolo volume dal titolo Il sonetto italiano attraverso i secoli.
di Raul Montanari
Questo non è un saggio, non è un articolo di critica letteraria, niente del genere. E’ una serie di osservazioni nate dall’incrocio fra due esperienze personali:
1. Ho finito in questi giorni di leggere Canti del Caos parte seconda di Antonio Moresco;
2. Sono stato e sono tuttora impegnato con altri, in parecchie colonne di commenti leggibili negli Archivi di questo sito, a fronteggiare le osservazioni (a volte semplicemente le prese di posizione immotivate, umorali, sprezzanti) di un certo numero di frequentatori di Nazione Indiana, che di Moresco non ne vogliono proprio sapere, che detestano Moresco, che considerano NI stranamente succube di Moresco, che si stupiscono (eufemismo) che Giuseppe Genna, nel suo sito da poco aperto, definisca Moresco “il più grande scrittore europeo”, ecc.
Ricevo da Save Democracy e pubblico con piacere.
Save Democracy: Gruppo e Petizione
Siamo un gruppo di cittadini europei senza alcuna affiliazione politica, ma impegnati a salvaguardare i principi democratici di base ed i fondamentali diritti umani. Pensiamo che l’Unione Europea debba esercitare un ruolo attivo nella protezione di tali valori.
di Simone Ciaruffoli
Quest’ultimo di Allen rischierà di passare quasi inosservato, quanto meno farà la figura del prodottino composto nei ritagli di tempo, tra una causa in tribunale e una seduta dall’analista. Ci piacerebbe però cercare di prendere una posizione che oltrepassi serenamente la masnada di articoli concentratisi sulla sempiterna difficoltà del regista di uguagliare o avvicinare le opere di almeno un decennio fa. E per fare questo dovremmo rinsavirci dai (pre)concetti passatisti dell’alleniano doc che sonnecchia in noi e lasciarci andare a una decisiva torsione del nostro sguardo in favore di qualcosa di diverso, o almeno di inaspettato.
… che era tornata normale:
Dario Voltolini
di Carla Benedetti
1.2 Banalità del potere
Il titolo di questo secondo paragrafetto ricalca quello di Hannah Arendt, La banalità del male. Ma l’ho scelto solo perché è in antitesi al precedente (‘ le trame del potere’).
Se Pasolini non sfrutta il romanzesco del potere è anche perché gli interessa la sua banalità, la sua quotidianità, il suo rapporto con il costume, il suo essere intrecciato con la vita degli individui. Così infatti, dopo i “Lampi sull’Eni”, l’attenzione converge tutta sulla scena del ricevimento, nel salotto intellettuale della signora F.
Che cosa avviene dunque di tanto importante in questo salotto?
di Dario Voltolini e Raul Montanari
Questa dell’anarchico di destra è una treoria estetica nel senso specifico di essere un germe di Weltanschauung.
Il mondo e la vita sono qui visti da un angolo preciso e puntuale.
Non la moltiplicazionie dei punti di vista, bensì il loro collasso in un unico punto, apre una dimensione di senso e di significato – anche se entrambi negativi.
Dopo l’Obliquomo stavolta incontriamo, nella cover di Raul Montanari CAN, SING SWAN SONG, L’anarchico di destra.
di Giovanni Davide Maderna
Ringrazio di cuore Dario Voltolini che su questo sito ha consigliato il film “Les triplettes de Belleville” (in Italia “Appuntamento a Belleville”) di Sylvain Chomet. Forse senza quella dritta l’avrei perso. E avrei perso un capolavoro.
Sono andato ieri, di sabato pomeriggio, al cinema “ARTI” che per chi è di Milano e ha la mia età è l’indimenticabile sala di via Mascagni dove si sono visti i primi cartoni animati sul grande schermo.
di Carla Benedetti

La prima porta è: potere.La seconda: visioni. La terza: tempi. La quarta: mondo.
1. POTERE
L’ultima opera di Pasolini è un romanzo sul potere. Un susseguirsi di “Appunti” che si stratificano e si espandono avendo per asse il tema del potere. Perciò questa prima porta è obbligata. E’ la porta d’accesso a Petrolio, per entrare non si può che passare da qui.
di Giovanni Davide Maderna
Devo replicare all’intervento che, partendo dalla lettera madrilena di Moresco, giunge all’elogio del viaggio cinematografico di Sokurov per le stanze dell’Ermitage, perchè sento toccare alcuni nervi che sono, almeno per me, scoperti.
Sto leggendo in questi giorni i Canti del Caos seconda parte di Moresco e conosco abbastanza bene la filmografia del russo Alexandr Sokurov. Alcuni anni fa mi affascinò il film “Madre e figlio” e cercai di recuperare le opere precedenti del cineasta.
di Simone Ciaruffoli

Ho sempre pensato che il desiderio di fare cinema fosse una tensione comune a quella del guardarlo. Che l’autore del film incontrasse a metà strada, nel limitare baluginante dello schermo, l’emozione sempre nuova provata dallo spettatore. E che in un bacio, in una concupiscenza inattesa tra artista e rosicchiatore di pop-corn, scoccasse come un colpo di fulmine l’amore eterno. E’ ancora così?