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E’ nato un blog

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Il papà è il mesmerico Giuseppe Genna.

In bocca al lupo da N.I.

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26 Commenti

  1. Abbiamo un matto vero in mezzo a tanti furbi, teniamocelo caro. Auguri di cuore da Raul a Giuseppe.
    PS Anche Genna non l’ho mai incontrato…

  2. … beh la recensione a Moresco è miserevole per l’appunto… senza intenzioni offensive, per carità, ma solo “simpatiche”, per dirla con Dario… Definire Moresco il “più grande scrittore europeo” mi sembra una di quelle ebeti melensaggini che non si incontrano tutti i giorni, nemmeno sui giornali… Non ricordo chi o dove, ha detto che Moresco è mediocre… ecco, io concordo in pieno… E poi ho eletto una recensione recentissima in proposito, ultimamente, che mi sembra veramente fare piazza pulita di tutti i luoghi comuni sulla “grandezza”, adesso anche europea, di Moresco…

  3. E che, siamo a scuola, o in caserma, che dobbiamo motivare o giustificare? La mia voce è il motivo di me stessa. Voi, piuttosto, non fate il coro di pappagallini dietro questo e quell’altro caporale, che danno ordine di motivare di qui e di là. Io sono il motivo di me stessa. Punto. Poveri di spirito voi, che non avete motivo per esistere.

  4. A scuola mi avevano insegnato che non si devono poere questioni su chi è più grande fra questo e quell’autore. Che la cosa è più comoplicata e comunque di ordine diverso. Ma siccome anche Bloom ragiona così (non è andato al mio liceo…), mi permetto di chiedere alla simopaticissima Ilde chi secondo lei (lui?) è il più grande scrittore europeo.
    Saluti

  5. Io non sono Bloom, e in ogni caso i canoni li lascio ai canonici nelle loro canoniche. Che me ne frega di stabilire chi è il “più grande scrittore europeo”. Certamente, comunque, Moresco non c’entra nulla con la grande letteratura. Se poi Voltolini ha voglia di sbrodolare anch’egli il suo giudizio, lo faccia pure, a me non interessa granché.

  6. Cerco di motivare.
    Se qualcuno frequenta l’arte contemporanea, sicuramente ha sentito parlare di Matthew Barney, oppure forse lo conoscono gli appassionati della musica di Bjork, che è sua moglie. Matthew Barney è famoso per un ciclo di film intitolato “Cremaster”. E’ abbastanza difficile vederli perché il circuito che seguono in genere è quello dell’arte e non del cinema, però Barney crea installazioni e foto dai suoi film, opere che considera concluse, per cui è facile trovare immagini in cataloghi, o sul web. “Cremaster” è un termine medico che indica il “cremastere”, un muscolo striato di forma tubulare che accompagna la discesa del testicolo nella borsa scrotale, avvolgendolo. Cominciamo già a essere un po’ dentro il territorio di Moresco. Se, quelli che ancora non hanno visto nulla di Barney, cercano immagini delle sue installazioni, vedranno metamorfosi di esseri umani, scenari stranissimi, ambienti pieni di segni, richiami alla sessualità, al potere, all’arte, al dolore e alla morte. Barney crea oggetti dalle forme nuove per riempire il suo mondo, difficile capire a cosa possano corrispondano tra le forme che noi conosciamo e di cui conosciamo la funzione. Forse la cosa migliore è appunto mettersi a cercare queste immagini:
    http://www.pbs.org/art21/artists/barney/
    http://www.guggenheim.org/exhibitions/past_exhibitions/barney/
    http://images.google.it/images?hl=it&ie=UTF-8&oe=UTF-8&q=matthew+barney&sa=N&tab=wi&lr=
    Sono visioni. A me pare che siamo completamente dentro il territorio di Moresco, solo che Moresco queste cose cerca di farle con le parole, ma sono lavori simili. Genna nella sua recensione parla di orfismo, di compito della poesia, di mondo post-umano, di porte che si spalancano all’improvviso su nuovi mondi quando la lettura è più stranita. Credo che Genna, mettendo a fuoco queste cose, recensisca Moresco con passione e intelligenza. Certo non è la letteratura che di solito leggiamo. E quelli di Barney non sono propriamente film. E’ una strada possibile di chi fa arte, che può non essere nel gusto di chi legge o guarda. Non l’hanno nemmeno cominciata loro, anche se in letteratura non ci sono molti equivalenti dei Canti del caos, ce ne sono più nell’arte figurativa, nel cinema e nella musica. Ma il gusto che fa dire I libri di Moresco non mi piacciono, è un po’ simile alla scelta del mezzo di trasporto per un viaggio. Posso decidere di andare a piedi, vedrò una realtà che corrisponde a un certo tipo di racconto. Oppure posso volare o per assurdo prendere un razzo e girare nello spazio. Vedrò una realtà più strana, a cui non siamo abituati. Così uno legge Bukowski, David Foster Wallace, per dire scrittori molto amati dai lettori, oppure Celan o Moresco per dire scrittori che mi sembrano simili. Nessuno di loro è mediocre, è un viaggio diverso.

  7. Barney e Moresco? Interessante. Non c’ho mai pensato. Anche se i Cremaster mi hanno lasciato assai perplesso. Me li sono fatti in overdose tutto un pomeriggio, alla mostra molto bella che è stata organizzata un po’ di tempo fa a Parigi. C’è senz’altro un comune titanismo tra l’uno e l’altro, pur in generi molto diversi. Ma Barney mi sembra l’apoteosi molto statunitense dell’inflazione simbolica. Un giocare all’accumulo di simboli, mischiando senza criterio simbologie del tutto private/ autobiografiche (e di poco significato pubblico)
    con simbologie altisonanti, romantiche, mitologiche. Insomme, in entrambi gli artisti vedo l’eccesso, ma in Barney mi sembra che il risultato, in termini di coinvolgimento dello spettatore, sia assai limitato e che tanta montagna sembra poi partorire il topolino. In realtà, mi piacerebbe capire, al di fuori delle tirate dei critici d’arte, che cosa uno spettatore puo’ scoprire nei Cremaster. E non lo dico ironicamente. Alcune cose di Barney, certe sequenze o certe sculture, mi sono davvero piaciute moltissimo. Ma com’è possibile già vedersene per intero uno? Durano tantissimo e alcune scene sono mortalmente monotone. Esempio, nel Cremaster tre se non erro: quanto dura la scena con le auto che si piantano una contro l’altra in un parcheggio chiuso del grattacielo?

  8. Per Andrea: grazie per i link, sono andata a curiosare e ho trovato molte cose interessanti.A questo punto vorrei saperne di più su Barney per capire meglio il nesso con Moresco.
    Ciao, Gabriella

  9. Ilde, fa’ una bella cosa, vai su alice.it, leggiti gli articoli di filippo facci, leggiti le recensioni personali di silvio berlusconi, inventa qualche nuova barzelletta per totti – ma non venire a rompermi. non ti piace ciò che dico di moresco? il consiglio è non venire a leggere cosa scrivo in assoluto, no? è così semplice, così scontato, così virtuoso, che davvero non so come tu abbia fatto a non pensarci. anzi lo so.

  10. Concordo con andrea inglese, ma ringrazio tantissimo andrea per le intuizioni circa cremaster e celan. è esattamente come leggo io moresco. per me STRETTO o CORONA sono canti, secondo l’accezione formale che pratica moresco. ne parlavo col critico guido mazzoni qualche giorno fa: bisogna che gente di rigore – ehi, ilde! non io, io non sono rigoroso… – si metta a lavorare sull’attuale convergenza tra zone avanzate della narrativa e della poesia italiane. spero tantissimo che guido mazzoni, di cui segnalo l’uscita di ‘forma e solitudine’ per marcos y marcos, si occupi presto esattamente della questione…

  11. Insomma, Genna, che è un agente pubblicitario, e non perde occasione per darne prova, anche in quest’ultimo messaggio in cui fa l’ennesimo spot – questo signor Genna, dunque, anch’egli, ahiahi, non ammette che qualcuno gli legga, e non gli lecca, le cose che scrive, arrivando a dirne anche male (delle cose che scrive, of course, non di lui). Tipico atteggiamento aziendale, secondo il quale puoi toccare tutto e parlare di tutto, ma giammai dei “prodotti” e delle loro pubblicizzazioni. Ma ormai si è capito, questa è la cifra di questo sito: “non toccate me e i miei amici e i miei prodotti, altrimenti vi aggrediamo in branco”. Io, comunque, continuerò a leggere quello che mi pare e a dire, finché mi verrà concesso, tutto il male possibile delle vostre pubblicità… moreschevoli o miserevoli, e cioè ingannevoli.

  12. Quindi, Ilde, o Adele, come ti fai chiamare in un’altra colonna di commenti, il tuo attuale scopo nella vita è quello di venire a tirare la merda in testa a quelli che lavorano (gratis, credo) su questi siti, e a quelli che vorrebbero discutere pacatamente con loro, senza dover alzare la voce per farsi sentire sopra i tuoi latrati. E lo fai da indirizzi di posta elettronica inesistenti, dimostrando un coraggio da leonessa! Beh, complimenti!
    Ci sono parassiti in tutti il regno animale e vegetale, in effetti.
    Scusate, ripeto anche qui l’appello ai redattori che ho postato nel’altra colonna di commenti in cui questa cretinetti ha fatto danni:
    Redattori di Nazione Indiana, non rispondete alle provocazioni, altrimenti contribuite a soffocare le discussioni vere e ad allontanare dal sito quelli che sarebbero interessati a dire veramente qualcosa. Non è chiaro che teppistelli della rete come questa scema qua non hanno altro scopo? Come scrive giustamente Montanari, si sentono vivi finché voi non li fate sparire disinnescandoli, evitando di rispondere. Così i post sullo stile di questa Ilde o Adele rimarranno semplicemente come gli stronzi di cane sui marciapiedi: isolati e puzzolenti. Basterà fare un passo più in là per evitare di imbrattarsi la suola delle scarpe, e dargli la soddisfazione che cercano.
    Con stima per tutti quelli che la meritano
    Francesco Pieruccini

  13. Spero di non sbagliare colonnino ma voglio fare i cmplimenti a Genna, a parte per la recensione di Moresco,per i bellissimi pezzi sul nuovo romanzo di Scarpa.Trovo la sua idea di commentare in itinere la lettura del libro una gran bella idea ricchissima di spunti interessanti e mi riferisco in particolare a tutta l’argomentazione su Platone,veramente appassionante.Eh,ce ne sono di matte in giro…
    Ancora complimenti e buon lavoro!

  14. Ilde, quando affermo di non voler sbrodolare niente, mi dici: “Forse Voltolini non sa che è stato il suo sodale Genna a parlare in termini di TITANISMO (sic!) per Moresco.”
    Non trovo il nesso, spiacente.
    Però la parola “sodale” mi fa capire che oltre all’astio non hai niente da offire. Posso al massimo assorbirne un po’, se questo ti serve a qualcosa. Ma credo che non ti serva a niente. A me, peraltro, non serve a nulla ed è dannoso.

    Francesco, grazie per l’incoraggiamento. Il problema però è anche teorico. Come si fa a tenere aperto uno spazio di discussione evitando che venga invaso dai teppisti? Di tutti quelli che accedono ai commenti, siamo proprio noi di Nazione Indiana quelli meno adatti a fregarsene di certi post. Ripeto, il problema è generale (riguarda la forma di questi spazi) e io non so trovare oggi una risposta (che non sia quella di chiudere lo spazio dei commenti, come peraltro ognuo di noi è libero di fare, qui).

  15. Scusate, ma devo mettere anche qui il post che ho appena apposto alla colonna di commenti “Moresco e Sokurov”, perché sta succedendo una cosa troppo grave:
    Io sono senza parole! Qui sta succedendo una cosa veramente assurda, un sabotaggio da parte del BRANCO nei confronti dell’unica persona che ha il coraggio di dire la VERITA’ (è meglio usare le maiuscole, così vedono anche i ciechi…) in faccia a questa gente! Io non sono l’autrice né del post di “Dario” né di quello precedente!
    Carla Benedetti, ma lei tollera tutto questo? Mi rivolgo a lei come donna, perché qui dentro vedo solo machi (Montanari), maschietti (Voltolini), stupidi (Inglese, Genna), e pseudodonne che sono tutte felici di reggere il sacco (scrotale?) a questa gente, come le signore o dottoresse Gabriella e Helena. Sono davvero rimasta solo io a dire la verità? Ma io continuerò a dirla, mi dispiace tanto per tutti voi!!!

  16. Ilda? Ma allora sei veramente la stessa Adele! E se capisco bene stanno arrivando messaggi firmati falsamente da te (da voi?) e anche da me. E’ così?

  17. Ma scusate, se questa si firma ILDA, come faccio a essere io??? Io mi chiamo Ilde, non Ilda! Voltolini, non sai neanche leggere?
    Comunque, se questo è un trucco per tapparmi la bocca, per chiudere la bocca della verità, vi è riuscito bene!

  18. Mmmmh… ma se il messaggio di Ilda non è di Ilde/Adele, allora Ilde/Adele non si sta lamentando per questa cosa che davvero sta succedendo. Tendo a credere che l’apocrifo qui sia l’ultimo a firma Ilde.
    Cero che sull’identità stiamo facendo passi avanti!

  19. Non ci crederete mai: ieri mattina ero in un internet point della stazione di Lambrate, in coda ad aspettare che si liberasse un computer. Davanti a me qualcuno era intento a scrivere; potevo vederne solo una schiena anonima. Trattandosi di postazione pubblica e gratuita, la attesa prolungata era causa di una mia incipiente indignazione, il che mi ha portato a sbirciare con astio sullo schermo per vedere cosa diamine stesse facendo il/la apprfittatore/trice. Sorpresa! Postava commenti su NI! Doppia sorpresa: si firmava Ilde! Ha inviato il post, chiuso explorer, e fatto per alzarsi, lasciandomi il tempo di retrocedere di un passo per vederla in faccia senza dare nell’occhio. Tripla sorpresa! Aveva una maschera bianca di ceramica sul volto! Ho pensato E’ Dio, ma ho detto, più sobriamente, Mioddio!

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