traduzione isometra di Daniele Ventre
Che una missiva segnata di lacrime tu mi spedisca,
tanto ti vinse il destino, ostica fatalità,
sì che ti porga io soccorso, ti strappi a una soglia di morte,
naufrago che la schiumante erta dell’onda sbalzò,
te che a dolcezze di sonni, se giaci solingo in un letto
vedovo, Venere santa abbandonare non fa,
te che nel canto gentile d’antichi scrittori le Muse,
ora che insonne è la mente ansia, non rianimano,
questo m’è cosa gradita, poiché ti dichiari mio amico:
Venere e Muse da me chiedi a conforto, perciò.… Leggi il resto »