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Ingeborg Bachmann

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Bruciare a Roma e a Lione.

    di Viviana Fiorentino       17 ottobre (1973-2019) A Ingeborg Bachmann   Nell’appartamento di Roma ti fermi almeno un’altra settimana. Il tempo che lui, il tuo Ivan, torni dal viaggio. Poi andrai da tuo padre in Austria, non puoi rimandare. Perché, invece, vorresti restare con Ivan. Sai che, adesso, si starà svegliando. Sentirà lo squillo del telefono poggiato accanto. I messaggi. Controllerà la posta ancora sdraiato a letto. Sei ore di fuso non sono tante, ma...

Anomalie della compassione. Tre epiloghi

di Giusi Drago Epilogo 4  PAPPAGALLI A BERLINO non la pioggia né la noia ma una pericolosa destabilizzazione: la scrittrice austriaca a berlino, in uno stato di turbamento, registra la malattia della città, il muro che divide fa ammalare berlino, come la separazione dei genitori fa ammalare i figli, è ben più di una disarmonia, è qualcosa di peggio: solchi nella psiche e nella città – e comunque quelli non si meritavano...

Le bleu du malheur


di Augusto Petruzzi

Surriscaldato da forze centrifughe, il ‘900 si torce al centro intorno ad una catastrofe, l’unica vera tragedia del nostro tempo.

Corona

di Paul Celan Dalla mano l’autunno mi mangia la sua foglia: siamo amici. Sgusciamo il tempo dalle noci e gli insegniamo a camminare: il tempo rientra nel guscio. Nello specchio è domenica, nel sogno si dorme, la bocca dice il vero. Il mio occhio discende al sesso dell’amata: ci guardiamo, diciamo cose oscure, ci amiamo l’un l’altra come papavero e memoria, dormiamo come vino nelle conchiglie, come il mare nel fiotto della luna. Abbracciati stiamo alla finestra, dalla strada ci guardano: è tempo...

Ingeborg Bachmann Invocazione all’Orsa Maggiore

Orsa Maggiore, scendi irsuta notte,
animale dal vello di nuvole
e gli occhi antichi, occhi stellari;
sbucano dall’intrico scintillanti
le tue zampe e gli artigli,

Terezia Mora, Tutti i giorni

di Stefano Zangrando In un intervento apparso di recente sul blog Nazione indiana, Dubravka Ugrešić, scrittrice croata di stanza ad Amsterdam, si esprime in modo pressoché definitivo sul vizio molto euro-occidentale di affibbiare etichette in difesa delle «minoranze»: «la ricezione delle opere letterarie ha mostrato che il fardello dell’identità finisce per impantanare l’opera. Perché è stato dimostrato chiaramente che le etichette alterano la sostanza di un’opera e il suo significato....
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