di Andrea Melone
Eravamo seduti a tavola. Mi pareva di sentire nel mio ventre le cellule schiantarsi e moltiplicarsi. Era come ali che battono appena,...
di Domenico Pinto
«Erice, odoranti di salvia i suoi paradisi, ingiù dallo scosceso il mare cresputo immobile, terse come stoviglie le strade spirali, ingressi ed...
di Andrea Cirolla
L'unico modo per uscirne è scrivere. Usare parole come colpi di piccone, e come piccone la lingua. Lavorare, giorno dopo giorno, di...
di Giovanni Catelli
Dimmi, forse tu sai, ancora, i numeri degli anni, tutta la catena infaticabile dei giorni, che hai ceduto all'avvenire, o alla memoria,...
di Stefano Gallerani
Illustre Dottore, lei mi ha detto, durante il nostro ultimo incontro, di tenerla avvertita d'ogni avvenimento che per me avesse peso o...
di Franz Krauspenhaar
Sono a Roma Termini, verso le 17.30 di un venerdì di dicembre. Nella mia devastante ingenuità penso di poter acquistare un biglietto...
di Emmanuela Carbé
Un cavernicolo, un essere primitivo vestito sempre con magliette cavallo e cavaliere. Brutto, col broncio appeso in faccia e la capacità di...