Articolo precedente
Articolo successivo

È sempre verde…

rosacolor-s.jpg
Di Giorgio Mascitelli

Se la traduzione di un libro è sempre un momento significativo nella storia dei rapporti culturali tra due paesi, a maggior ragione lo è quando il libro appartiene a una cultura e a una lingua poco note nella nazione in cui viene tradotto. È questo il caso del romanzo È sempre verde… dello scrittore slovacco Pavel Vilikovsky, appena pubblicato presso la casa editrice Anfora, una casa editrice meritoriamente specializzata nelle letterature dell’Est europeo, nella versione di Alessandra Mura ( prezzo euro 11). Il romanzo è imperniato sulla confessione- racconto di una grande spia internazionale fatta a un giovane, e alquanto disprezzato, allievo, seguendo e parodizzando tutti gli stereotipi del genere spionistico.

L’ironia e la verve intellettuale di Vilikovsky però non mettono in scena una classica storia di spie, seppur rivisitata con consapevolezza postmoderna, ma offrono l’occasione allo scrittore, attraverso una sapiente e godibile rete di divagazioni, di puntare un cannocchiale acuminato e demistificatore sui tipici miti che hanno percorso l’Europa centrale e la Slovacchia in particolare: quello asburgico, quello socialista, quello nazionalista, ora attaccati con un’ironia diretta, ora con procedimenti linguistici più sottili. Un libro di questo genere per la forza e la furia demistificatorie ricorda senz’altro il romanzo forse meno noto di uno scrittore molto conosciuto Ho ammazzato Kennedy di Vazquez Montalban, ma nelle pagine di Vilikovsky, peraltro lontane da qualsiasi inquietudine lirica o introspettiva, si agita una sguardo realistico e perciò poco consolatorio, rivolto a cogliere la debolezza umana nelle sue più o meno miserabili contraddizioni senza alcuna nobilitazione esistenzialistica. Insomma anche Vilikovsky sembra credere che l’uomo non sopporti troppa realtà. Pubblicato in patria nel 1989, cioè nell’anno in cui venne abolita la censura, è probabilmente il romanzo di maggior successo di questo scrittore che, dopo aver esordito negli anni sessanta, per circa vent’anni preferì non pubblicare testi propri, limitandosi all’attività di traduttore dall’inglese. E certo verrebbe da chiedersi quale altra censura, defunta quella di quel socialismo troppo reale, abbia finora impedito la circolazione di un testo così significativo da noi.

articoli correlati

Con Primo Levi tra le macerie del genocidio. Il mondo dopo Gaza di Pankaj Mishra

di Michele Sisto
‘Aprire gli occhi’ su Gaza rappresenta «la condizione essenziale della coscienza politica ed etica del Ventunesimo secolo».

Da “Lux Aeterna”

di Sophie Di Silvio
dov’è il mio cordone ombelicale? / chi è il dottore che mi ha reciso / il contatto con la vita? / in che barattolo è conservato?

Su “Parte lesa”

di Ugo Fracassa
Le voci si affollano e si sovrappongono anche nel dettato strenuamente citazionale di Parte lesa, al punto che il recensore si rende conto ben presto di non poter raccogliere la sfida del testo a riconoscere, fuori e dentro le virgolette, l’intero repertorio sotteso ed esibito fin nei titoli (cfr. il kafkiano Teatro naturale di Oklahoma).

Da “L’ozio dei pavoni”

di Michelangelo Zizzi
Vedete? La scena si compone di tre elementi, tra l’altro qui citati ma certamente non evidenti né facilmente accostabili, quindi frutto di un’azione di scissione; come dire: sciogliere, calcinare, fare analisi.

Non c’è bisogno della terza guerra mondiale per estinguersi!

di Andrea Inglese
sono tutti programmi catastrofici e violenti, quelli che vengono portati avanti sia dal “regime change” sia dal “climate change”: bombe di qui e di là, oppure tandem di tsunami e desertificazioni. Grazie al cielo, qualcuno ha capito che solo un’IA ci può salvare, quella generativa, di ultimo conio.

La mia bolla e Eichmann. Spunto per un’autoanalisi di gruppo.

di Andrea Inglese
Se togliete una minoranza di fanatici, di sadici, di pazzi, che sono riusciti a insediarsi in posti di potere, la maggior parte delle persone che li segue, che accoglie la loro propaganda, che crede alle loro parole e che obbedisce ai loro ordini è gente “normale”...
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023 (Premio Pagliarani 2024). Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Storie di un secolo ulteriore, DeriveApprodi, 2024. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato i volumi collettivi Teoria & poesia, Biblion, 2018 e Maestri Contro. Brioschi, Guglielmi, Rossi-Landi, Biblion, 2024. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: