Il DRM in Windows Vista

di Bruce Schneier, traduzione di Communcation Valley

Windows Vista comprende una serie di “funzionalità” assolutamente indesiderate. Tali funzionalità renderanno i computer meno affidabili e meno sicuri. Li renderanno meno stabili più lenti. Causeranno problemi di supporto tecnico. E in alcuni casi potrà essere necessario aggiornare le periferiche e il software che già possediamo. E queste funzionalità non fanno nulla di utile, anzi lavorano contro di noi. Si tratta di funzioni di gestione dei diritti digitali (DRM) incorporate in Vista per ordine dell’industria dell’intrattenimento.

E non si possono rifiutare.

I dettagli sono piuttosto tecnici, ma fondamentalmente Microsoft ha revisionato gran parte del nucleo del sistema operativo per aggiungere una tecnologia di protezione per nuovi formati media come i dischi ottici HD DVD e Blu-ray. Certi percorsi di output ad alta qualità, sia audio che video, sono riservati a periferiche protette. A volte la qualità di output viene degradata artificialmente; altre volte la riproduzione è del tutto inibita. E Vista impiega continuamente le risorse della CPU per monitorare se stesso, cercando di capire se l’utente sta cercando di fare qualcosa che Vista ritiene inopportuno. In caso questo avvenga, il sistema operativo limita le funzionalità e in casi estremi riavvia il sottosistema video. Non sappiamo ancora i dettagli precisi a riguardo e quando in profondità il sistema si spinga, ma le prospettive non sono buone.

Microsoft ha inserito in Vista tutte quelle feature che inibiscono le funzionalità perché vuole dominare l’industria dell’intrattenimento. Questa ovviamente non è la versione dei fatti secondo Microsoft, che dichiara che non ha avuto scelta, che è Hollywood a esigere il DRM in Windows così da permettere la visione di “contenuti premium” (cioè quei film da poco usciti e che stanno ancora facendo profitti) sui nostri computer. Se Microsoft non si adeguasse, sarebbe relegata a un ruolo secondario perché Hollywood toglierebbe il supporto alla piattaforma Windows.

Sono tutte sciocchezze. Microsoft avrebbe potuto facilmente dire all’industria dell’intrattenimento che non avrebbe volontariamente castrato il proprio sistema operativo, punto e basta. Microsoft detiene il 95% del mercato dei sistemi operativi: quali alternative avrebbe avuto Hollywood? Certo, Big Media ha sempre sostenuto il DRM, ma di recente altri, come Sony dopo il disastro del 2005, ed EMI Group, stanno rivedendo le loro posizioni.

Quel che le aziende dell’intrattenimento stanno finalmente capendo è che il DRM non funziona, ed è solo un fastidio per i loro clienti. Come qualsiasi altro sistema DRM inventato finora, quello di Microsoft non impedirà ai pirati professionisti di copiare tutto ciò che vogliono. La sicurezza del DRM in Vista è stata compromessa il giorno stesso del rilascio di Vista. Certo, Microsoft ci metterà una patch, ma poi il sistema verrà compromesso nuovamente. Il solito braccio di ferro dove chi si difende non l’avrà mai vinta.

Credo che Microsoft lo sappia, e che sappia che non ha importanza. La questione non è fermare i pirati e quella piccola percentuale di persone che scaricano liberamente film da Internet. E non è nemmeno un discorso di preferenza di Microsoft verso Hollywood a scapito di chi fra noi paga per poter utilizzare Vista. Si tratta invece della stragrande maggioranza di utenti onesti da una parte e di chi possiede i canali per distribuire loro i contenuti dall’altra. E anche se è iniziata come una partnership, alla fine Microsoft finirà con l’obbligare le aziende cinematografiche a vendere contenuti nei suoi formati proprietari.

Abbiamo già visto questa tattica in azione: è ciò che ha fatto Apple con l’industria discografica. Inizialmente iTunes funzionava in accordo con le major discografiche per distribuire contenuti, ma ben presto Edgar Bronfman Jr., CEO di Warner Music, si è reso conto che non poteva dettare un modello di prezzi a Steve Jobs. La stessa cosa accadrà qui: quando Vista si sarà fortificato all’interno del mercato, Howard Stringer di Sony non sarà in grado di dettare prezzi o condizioni a Bill Gates. Questa è una guerra per la distribuzione cinematografica del XXI secolo, e quando la polvere tornerà a depositarsi, Hollywood non saprà che cosa l’ha colpita.

A essere onesti, giusto l’altra settimana Steve Jobs si è schierato pubblicamente contro il DRM in ambito musicale. È una posizione ragionevole, dal punto di vista del business, ora che Apple controlla il mercato della distribuzione musicale online. Ma Jobs non ha parlato di film, ed egli è il maggiore azionista Disney. Si fa presto a parlare. La vera domanda da porsi è: Jobs permetterà la riproduzione del contenuto comprato sull’iTunes Store anche su dispositivi Microsoft o Sony, oppure questa è soltanto un’abile strategia per deviare le accuse verso le già odiate etichette discografiche?

Microsoft sta cercando di ottenere molto di più: non solo Hollywood, ma anche i produttori di periferiche. Il DRM di Vista obbligherà gli sviluppatori di driver a conformarsi a ogni genere di regolamentazioni e a certificarsi, altrimenti i driver non funzioneranno. E Microsoft sta pensando di estendere questa situazione anche ai produttori indipendenti di software. È un’altra guerra per il controllo del mercato informatico.

Purtroppo noi utenti ci troviamo nel bel mezzo del fuoco incrociato. Non solo siamo costretti a convivere con sistemi DRM che interferiscono con i nostri legittimi diritti d’uso del contenuto che acquistiamo, ma dobbiamo forzatamente accettare sistemi DRM che interferiscono con l’intero utilizzo del computer, anche con quegli utilizzi che nulla hanno a che vedere con il copyright.

E non vedo come il mercato possa rimediare a questo torto, perché la posizione monopolistica di Microsoft le garantisce molto più potere di quel che noi consumatori potremmo mai sperare di avere. Forse non sembra ovvio come quando Microsoft sfruttò il proprio monopolio nei sistemi operativi per eliminare Netscape e dominare il mercato dei browser, ma non c’è alcuna differenza. La presa del mercato dell’intrattenimento potrebbe fortificare ulteriormente questa posizione di monopolio, ma danneggerà gravemente sia l’industria informatica che quella dell’intrattenimento. Il DRM è negativo sia per i consumatori, sia per l’industria dell’intrattenimento, un concetto che quest’ultima sta finalmente cominciando a capire; ma Microsoft continua a combattere. Alcuni ricercatori ritengono che questa sia la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, che spingerà l’utenza Windows verso altre piattaforme, ma io credo che qui siano necessari i tribunali. Nel frattempo, l’unico consiglio che posso dare è quello di non acquistare Vista. Sarà difficile: gli accordi che Microsoft intrattiene con i fabbricanti di computer faranno sì che sarà difficile non ricevere il nuovo sistema operativo preinstallato sulle macchine nuove. E Microsoft ha tasche così profonde che può permettersi di aspettare che tutti, prima o poi, passino a Vista. Certo, molti passeranno a Macintosh, alcuni a Linux, ma la maggior parte di noi è costretta a usare Windows. Tuttavia, se un numero sufficientemente alto di consumatori dirà no a Vista, forse Microsoft si metterà ad ascoltare.

Letture:
Paul Gutman sul costo del DRM in Vista
The Inquirer: Microsoft spins DRM tale in ‘blog’
Karel Donk: Microsoft on Content Protection in Vista
Il disastro di Sony
EMI oppure Schneier sul DRM.
The Register: Compromesso il DRM di Vista
Steve Jobs sul DRM

Questo articolo è originariamente apparso su Forbes.com.

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6 Commenti

  1. Sono grato all’estensore di questo articolo. Proprio in questi giorni devo acquistare un nuovo PC per sostituire un vecchio Pentium 3 devastato dai virus, ed ero sospettoso riguardo a Vista. Oggi ho risolto tutti i dubbi. Niente Vista.

  2. Da soddisfattissimo utente Gnu-Linux mi pemetto di segnalare alcuni link per chi volesse saperne di più:
    http://linux.p2pforum.it/wiki/Perch%C3%A9_Passare_a_GNU/Linux
    http://www.freepenguin.135.it/
    http://www.whylinuxisbetter.net/index_it.php
    http://www.whylinuxisbetter.net/faq_it.php

    @mauro boldrati :
    guarda che un PIII e’ usabilissimo, con distribuzioni Linux con interfacce leggere (xfce4, fluxbox etc.)
    Io ad esempio uso un athlon800 (roba di 7 anni fa’) senza colpo ferire.

    Un saluto a tutti e grazie per l’ospitalità.

  3. Potrebbe essere un buon motivo per passare a Mac, finché reggerà lo status quo dei sistemi operativi. Mi pare di aver letto da qualche parte che anche il prossimo OS X (10.5) non gestirà i DRM.
    I nuovi Mac montano processori Intel e possono far girare Windows. Resta da verificare se Vista funzionerà, e come potrà gestire i DRM su un Mac.
    È una soluzione temporanea. Nonostante sia un utente Mac da anni, sono convinto che se Apple dovesse detenere la maggioranza del mercato dei pc saremmo nelle solite condizioni di oggi, se non peggiori.

  4. Ringrazio a mia volta dell’attenta lettura tutti voi. Ho pubblicato questo pezzo anche per sottolineare che sono anche le nostre scelte consapevoli in campo informatico a dare forma e valore a quel che facciamo. Indipendentemente dal sistema operativo che usiamo.

  5. oltre al sistema operativo, non sono anche i dual core ad avere qualcosa a che fare con drm e limitazioni alla libertà informatica?

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