Bianca e il suo contrario

bianca-e-il-suo-contrario.jpg un progetto di Marzia Migliora

Inaugurazione venerdì 21 settembre 2007 ore 18

Galleria Lia Rumma Milano – Via Solferino 44.

Tel. +39 02 29000101 – info@gallerialiarumma.it – www.gallerialiarumma.it

orario della galleria: dal martedì al sabato dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19

Il nuovo progetto di Marzia Migliora riassume attraverso un video e due installazioni, le tematiche principali che hanno caratterizzato il percorso dell’artista in questi ultimi anni: desiderio, memoria, perdita quali punti focali di una riflessione sull’identità.

In Bianca e il suo Contrario – video che dà il titolo alla mostra – l’artista è in piedi, immobile e con lo sguardo fisso rivolto all’osservatore. Come una sposa, indossa un abito bianco e ha in una mano un bouquet di rose dello stesso colore. La staticità della scena è interrotta all’improvviso da alcune gocce d’acqua nera che cominciano a cadere dall’alto. Progressivamente l’abito si tinge, così il corpo e il viso della protagonista. In questo modo, in un arco di tempo che simboleggia un vissuto, il soggetto si trasforma radicalmente e l’abito come la pelle della protagonista assorbe il liquido nero come segno indelebile del passaggio del tempo. La scelta di proiettare la figura nella sua dimensione reale determina un coinvolgimento diretto dell’osservatore che diventa partecipe dell’evento come se si svolgesse nello stesso istante in cui lo osserva. Le immagini sono accompagnate da un canto corale del Balletto Civile i cui melismi rimandano ad un racconto in “assenza di parole”.

L’installazione dal titolo La morte tornò a letto, si abbracciò all’uomo e, senza ben capire quel che le stava succedendo, lei, che non dormiva mai, sentì che il sonno le faceva calare dolcemente le palpebre. Il giorno seguente non morì nessuno. (dal romanzo Le intermittenze della morte di José Saramago), collocata all’ingresso della galleria, si ispira al recente ritrovamento, nei pressi di Mantova, di due scheletri risalenti al periodo neolitico. Appartenenti a un uomo e una donna, i due corpi sono stati sepolti l’uno di fronte all’altra, con gli arti sovrapposti come congiunti in un abbraccio. L’intimità di questo gesto rimasto immutato attraverso i secoli allude alla capacità del sentimento amoroso di oltrepassare qualsiasi barriera temporale e per questo assume un profondo significato simbolico. Partendo dalle foto del rinvenimento, l’artista ha fatto realizzare dei calchi in ceramica dei due scheletri, collocati in modo da riprodurre la loro posizione al momento del ritrovamento. La seconda installazione, intitolata Everyman, si ispira all’ultimo romanzo di Philip Roth. Si tratta di un arco luminoso con motivi floreali, come quelli costruiti nei paesi per alcune feste e ricorrenze. Al suo interno si legge la scritta “everyman”. L’arco designa una soglia, diventa il simbolo di un passaggio, di un attraversamento, che è il destino comune ad ogni uomo, e allo stesso tempo sancisce il legame tra vita, amore e morte. La struttura della mostra è costruita in modo da enfatizzare l’idea dell’attesa, il legame inscindibile tra amore e vita, il passaggio inesorabile del tempo sospeso dalla nascita alla morte.

Si ringraziano per la collaborazione Michele Lucenti per il canto tratto da Corpo Sociale, cantato da Balletto Civile; Ilenia Corti e Matteo Mena che hanno ideato l’abito.

Marzia Migliora è nata ad Alessandria nel 1972. Tra le sue più recenti personali ricordiamo Tanatosi, alla Fondazione Merz di Torino, The Agony & The Ecstasy al FACT – The Foundation for Art & Creative Technology di Liverpool e Download now all’Italian Cultural Institute di Londra nel 2005; Appassionata, al MART di Rovereto e Pari o dispari, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino nel 2004; infine Punto croce, alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel 2001. Attualmente l’artista vive e lavora a Torino.

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andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010), lettere nere (milano, effigie, 2013), le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017) e o!h (pavia, blonk, 2020). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.
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