Canto del turismo e del comunismo

scabia08
[è con vero piacere che pubblico questo inedito che Giuliano Scabia, sotto consiglio di Marco Belpoliti, ha deciso di regalarci. G.B.]

di Giuliano Scabia

1.
Nuvole, freddo, rotolio
del vento che porta da Nord
del comunismo i sogni, gli incubi
e la catastrofe – e quei grandi poeti
Majakovski Picasso Eizenstein Lissitzski
Eluard Breton Neruda Pasolini
comunisti
che faranno? A Praga
è autunno – sono sulla Montagna Bianca
e vedo che ancora imperversa la battaglia
fra hussiti e papisti – e intorno, redivivi,
gli eserciti delle guerre di religione
e di Napoleone, del Terzo Reich, l’Armata Rossa
là nella valle (nella fossa)
ancora (loro credono) stanno combattendo.

2.
Com’è entusiasmante
l’epica! E noi
cavalieri erranti (in sogno)
come porgiamo l’orecchio
al verso che si forma
fra morte e vento –
le trombe dei narratori le suona – col tempo –
il fiato dei morti.

3.
Su un colle nel bosco canta il maggio
un poeta morto giovane:
ha in mano fiori, bacia l’aria
ed è baciato – intorno, a maggio,
vengono a darsi il primo bacio
gli innamorati di Praga – il vento
li tiene in volo, il tempo
dell’amore. Quando si sveglia
amore è volo, Eros lo sa,
volo del fermentio
e della vita. E appena cade
è morte. D’amore e morte
si nutre, o vento, ogni poema –
e trema.

4.
Ma un sorriso (sembra)
sulle guerre e le pesti (sembra)
viene dal turistico vagare, carissimi
Marx Engels Lenin (Stalin) Mao e tutti
maometti e mistici profeti, un sorriso
sembra rileggere le guerre e le pesti
come racconti epici e teatro
e tempo antico. O poeti maledetti,
tisici, drogati, suicidi, assassinati
larillalero larillallà
Mozart turismo con libertà.

5.
Sarà così? Jupiter Diana Dioniso Afrodite
nomi di alberghi agenzie di viaggi: la rete
del denaro: global talvolta per profitto
cerca pace: ma
se il profitto si rivelasse più alto
distruggendo/ricostruendo
tornerebbero gli eserciti armati
al posto dei turisti disarmati?
O Muse, ispirate Apollo turista!
(Ma intanto, più d’ogni guerra, morte
ogni anno sulle strade centimigliaia falcia,
vera non epica battaglia!)

6.
Quanti nomi, amate Muse,
fanno la mente sognare:
Oriente, Occidente, Gerusalemme,
Comune, Comunismo, Rivoluzione,
America, Graal, Rock, Shangri-La:
nelle arterie della specie
il turismo che sarà?

7.
Ah, com’è bello essere stamane
nel vento freddo che viene da Nord
turista: e ricordare quando
l’armata russa (rossa) apparve
il 21 agosto 1968 – è storia –
invadendo. (Ma che ideali immensi
che utopia e gloria aveva il comunismo
sognando l’uguaglianza, la buona vita,
l’uomo nuovo che verrà. Verrà?)

8.
Memoria, madre delle Muse,
di Orfeo e dei poeti nonna,
chi sei? Tutto, o Memoria, sembra,
su questo monte, sopra quei tetti,
sembra stamane dolce souvenir.

Praga, 13/14 ottobre 2009

10 Commenti

  1. caro biondillo
    su indicazione di marco belpoliti stamattina ho aperto su nazione indiana al canto del turismo e del comunismo
    a rileggerlo, intanato là da voi, in quella nazione, mi sono emozionato, ho sentito
    mi è parso di sentire, quel bel vento che ogni tanto sorge dalle poesie e va oltre oltre oltre oltre a toccare il chissadove – i capelli del vento – gli occhi umidi della segretezza e dello scambio intento, intenso
    viva nazione indiana e i suoi guerrieri
    giuliano scabia

  2. “com’é entusiasmante/l’epica”, sempre e dovunque per quel bordo brunito, fiammeggiante, che eros condivide col morire, fuoriuscendo dall’on/off del binario; bello l’impianto teatrale di Scabia

  3. una piacevole sorpresa incontrare qui Giuliano Scabia, uomo-teatro, uomo-poesia. voce tra le più significative, funambolo del pensiero e delle emozioni.
    un caro saluto
    Francesco C.

  4. Davvero emozionante questo scivolamento continuo e sorridente/dolente di piani, dal passato che dal lucore epico sgretola in croste fotografiche da cartolina o diapositiva post-turistica. La sensazione che ne consegue è quella di un affanno delle umane cose che strozza e insanguina senza una autentica necessità. Quei richiami sonori che cantilenano un inventario affollato di topoi che ormai non sono che quello, qualcosa di cui avere nostalgia e da deplorare (all’occorrenza) quando ormai il danno è irreparabile.

    mdp

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Iroko

di Simone Redaelli
Le mattine che usciamo di casa assieme, è ancora buio. Se è inverno, come oggi, troviamo il furgone pieno di ghiaccio. Io entro e mi siedo al mio posto. Papà apre la portiera del guidatore, mette in moto, e la richiude.

Thrilla in Manila

di Gianluca Veltri
Cinquanta anni fa, il 1° ottobre del 1975, si tenne a Manila, tra Joe Frazier e Muhammed Alì, l’incontro di box più drammatico che si ricordi. Terzo e decisivo appuntamento tra due rivali acerrimi.

Via dalla pazza folla olimpionica

di Gianni Biondillo
A Milano le olimpiadi invernali che si inaugurano fra tre mesi sembra che interessino a nessuno. Non c’è più alcun cuore di milanese che batte all’avvicinarsi di questo evento globale. Cos’è successo?

Vi avverto che vivo per l’ultima volta

Gianni Biondillo intervista Paolo Nori
Dopo il 24 febbraio 2022 mi è sembrato chiarissimo che la vita di Anna Achmatova, la società crudele, orribile e insensata nella quale viveva erano molto simili alla nostra.

Milano, a place to bye

di Gianni Biondillo
Fossi ricco sarebbe bellissimo vivere a Milano. “Portofino è a due ore di macchina; in 45 minuti si può pranzare sulla terrazza di Villa d'Este sul Lago di Como; e in tre ore si possono raggiungere St. Moritz, Megève o Verbier”. Il problema è che non sono ricco.

Quell’amore lì

di Linda Farata
Da ieri è in libreria il romanzo d’esordio di Linda Farata, autrice che qui su Nazione Indiana abbiamo già conosciuto, in quanto partecipante (e finalista) del concorso “Staffetta Partigiana”. Con vero piacere pubblico un estratto dal romanzo, ringraziando l’editore che ce lo ha concesso.
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: