la cosa che più mi ha sorpreso è che l’affaire è stato letto da sinistra e da destra piuttosto a favore del terribilly che non del lucido intervento critico di Aldo Grasso. Why? Mi chiedo…
effeffe
Mi sembra una collezione di momenti televisi , con occhiolino agli angeli biondi anche. Gioco, umorismo, e forse critica della critica televisiva: troppo visibilità.
Come non conosco la TV italiana, qualcuno puo dirme che trasmissione è parruche e critica letteraria: mi curiosità è svegliata.
La spirale televisiva attrae e divora.
io sto con aldo grasso.
e con forlani. indignamoci.
:-)
bel taglio, forlani.
ri-taglio, come dire non assuefarsi, oltre
Per tutta risposta, propongo di mutare il nome di Nazione Indiana in Benjamin! (senza nulla togliere alla potenza dell’invenzione di Moresco…)
Scherzi a parte,l’episodio mi appare assai emblematico e degno di attenzione.
Fantastico Benjamin , anche se fa fico di sinistra
effeffe
…Continuavo a pensarci su e la differenza tra Billy e Benjamin mi appare fondamentalmente questa: da una parte l’immagine di uno scaffale,nemmeno uno qualunque ma il più economico e commerciale possibile,che sui suoi ripiani accolga tutto,qualsiasi cosa, in una prospettiva programmaticamente aselettiva e atematica -prospettiva dal conduttore definita impropriamente “democratica”, e che invece é semplicemente irresponsabile.
Dall’altra, il critico e filosofo (“che solo in pochi conoscono”, si asserisce ancora impropriamente, come se ciò basti a delegittimarlo), il cui ricordo equivale a garantire almeno la minima presenza di orientamento critico alla base della rassegna letteraria.
Quando l’orientamento critico lascia il posto allo spirito del grande calderone inizia il declino e la cultura (conoscere anche poco,ma quel poco conoscerlo in profondità,quel poco renderlo oggetto di una meditazione personale,da cui saper trarre nutrimento per i nostri dilemmi più segreti e personali) si trasforma in accumulazione nozionistica, un sapere aggiunto,da sfoggiare come accessorio,e che non ha nulla a che vedere con noi.
Mio Furlen,
la forma mi interessa più del contenuto. Che quando è grande forma, fa il contenuto. E’ geniale il tuo photò, direi neo-lumière o post-televisivo.
Un abbraccio.
PVita
di Gigi Spina Potrei cominciare prendendo a prestito e adattando una frase di Lilian Terry, jazzista e divulgatrice di jazz scomparsa il 29 giugno a Nizza: “Io non leggo con l’occhio del filologo recensore, io leggo con l’orecchio dell’appassionato di jazz”. Parlare del libro di Antonio Milano significa, infatti, eseguirlo di nuovo, quasi un’improvvisazione jazz, seguendo la linea armonica e riproponendolo con suoni di parole diversamente modulati.
Perché il libro è fatto così, dalla prima all’ultima pagina.
di Luca Maiolino Un racconto breve su un tizio che lavora nelle fogne, scritto pensando ai giochi di Kafka, o più vagamente al rapporto con la scrittura.
di Nicola Vacca A cento anni dalla nascita lo scrittore svedese è una pietra miliare della letteratura e leggerlo ancora oggi significa interrogarsi su cosa sia rimasto da salvare del Novecento.
di Fernando Arrabal A nulla potrà soccombere
nera e profonda come muti scrocchi
la mia pena di perdere colui che ha misurato
meglio di chiunque altro
l'ombra dell'ombra, il frastuono del tumulto
e il bailamme e furia delle faccende rosse
di Federico Nervi Le chiedo: a chi in questo maledetto paese farlo leggere? Dove cercar riscontro? Un riscontro serio, concreto, affidabile: cinque righe, ma generose, anche severe, oneste, non ciclostilate. Editori? Redattori? Agenti? Professori di belle lettere in congedo?
di Marco Vitale Uscito per la prima volta nel 1907 L’intelligence des fleurs (ora in italiano nella bella edizione a cura di Giuseppe Grattacaso, Elliot, 2022) costituisce una significativa tappa che il poeta belga, tra i maggiori della grande stagione simbolista, dedica all’investigazione del mondo naturale.
la cosa che più mi ha sorpreso è che l’affaire è stato letto da sinistra e da destra piuttosto a favore del terribilly che non del lucido intervento critico di Aldo Grasso. Why? Mi chiedo…
effeffe
Mi sembra una collezione di momenti televisi , con occhiolino agli angeli biondi anche. Gioco, umorismo, e forse critica della critica televisiva: troppo visibilità.
Come non conosco la TV italiana, qualcuno puo dirme che trasmissione è parruche e critica letteraria: mi curiosità è svegliata.
La spirale televisiva attrae e divora.
io sto con aldo grasso.
e con forlani. indignamoci.
:-)
bel taglio, forlani.
ri-taglio, come dire non assuefarsi, oltre
Per tutta risposta, propongo di mutare il nome di Nazione Indiana in Benjamin! (senza nulla togliere alla potenza dell’invenzione di Moresco…)
Scherzi a parte,l’episodio mi appare assai emblematico e degno di attenzione.
Fantastico Benjamin , anche se fa fico di sinistra
effeffe
…Continuavo a pensarci su e la differenza tra Billy e Benjamin mi appare fondamentalmente questa: da una parte l’immagine di uno scaffale,nemmeno uno qualunque ma il più economico e commerciale possibile,che sui suoi ripiani accolga tutto,qualsiasi cosa, in una prospettiva programmaticamente aselettiva e atematica -prospettiva dal conduttore definita impropriamente “democratica”, e che invece é semplicemente irresponsabile.
Dall’altra, il critico e filosofo (“che solo in pochi conoscono”, si asserisce ancora impropriamente, come se ciò basti a delegittimarlo), il cui ricordo equivale a garantire almeno la minima presenza di orientamento critico alla base della rassegna letteraria.
Quando l’orientamento critico lascia il posto allo spirito del grande calderone inizia il declino e la cultura (conoscere anche poco,ma quel poco conoscerlo in profondità,quel poco renderlo oggetto di una meditazione personale,da cui saper trarre nutrimento per i nostri dilemmi più segreti e personali) si trasforma in accumulazione nozionistica, un sapere aggiunto,da sfoggiare come accessorio,e che non ha nulla a che vedere con noi.
Mio Furlen,
la forma mi interessa più del contenuto. Che quando è grande forma, fa il contenuto. E’ geniale il tuo photò, direi neo-lumière o post-televisivo.
Un abbraccio.
PVita