Il caso Neruda

di Gianni Biondillo

Roberto Ampuero, Il caso Neruda, Garzanti, 332 pag., trad. di Stefania Cherchi

Diventato una sorta di culto in Cile, al punto che se ne vendono copie pirata ai semafori, Il caso Neruda di Roberto Ampuero, è in buona sostanza la storia di una iniziazione.

Il sommo poeta, al volgere ultimo della sua esistenza vuole che un tassello del suo passato torni al suo posto. Mettere ordine in una vita così complicata, trovare un uomo e attraverso lui una delle donne che Neruda amò in gioventù, implica un’indagine a ritroso che il vecchio e malato (terminale) poeta non può permettersi. Ma un giovane cubano col passaporto yankee può aiutarlo. Non è un investigatore, non ancora. È un uomo, poco più di un ragazzo, che ancora non sa che fare della propria esistenza. Sarà Neruda che determinerà il suo futuro, con l’aiuto della letteratura: il giovane cubano, Cayetano Brulè, si troverà a leggere avidamente i romanzi di Simenon e a girare il mondo alla ricerca del passato del capriccioso poeta cileno.

Ampuero sa che in un giallo non è mai la soluzione del caso la cosa più importante, ma il percorso intrapreso. Cayetano viaggerà per il mondo degli inizi del decennio infuocato, gli anni Settanta, e con lui conosceremo le mentalità e le esistenze di chi viveva “fuori” dai modelli occidentali. Dall’esperimento socialista cileno di Allende al Messico postrivoluzionario, dalla Cuba asfissiata dal castrismo imperante alla kafkiana e oppressiva DDR. Un percorso che è anche quello personale di Roberto Ampuero, che ventenne dovette emigrare dal regime militare cileno trovandosi esule per oltre due decenni.

Ma l’autore evita di appesantire la narrazione con annotazioni geopolitiche autobiografiche. Alla fine quello che fa è regalarci una storia e farci conoscere un volto inedito e umano (pure nelle sue piccinerie) di Pablo Neruda. L’agonia del poeta diventa così la metafora perfetta dell’agonia della democrazia socialista cilena: un baratro di violenta e disumana assurdità verso il quale ancora oggi il Cile non ha fatto del tutto i conti.

[pubblicato su Cooperazione n. 20 del 18 maggio 2010]

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54 Commenti

  1. biondillo, ho una domanda per lei in qualità di osservatore-lettore del *suo* blog
    le chiedo: ha mai pensato, prima di riciclare queste *schede di lettura* (vabbè, m’è scappata), di ampliare il discorso e di dire qualcosa di più specifico e sostanzioso sui libri che legge?
    mi spiego: quando scrive per questi fogli, come cooperazione in questo caso (che immagino essere una testata con notevoli problemi di ogni genere, a questo punto), avrà a disposizione un certo numero righe, di battute, di parole, ma qui, a casa *sua*, queste restrizioni dovrebbero cadere – o no?
    lei è uno scrittore serio, chi glielo fa fare di mettere on line questi suntini sui quali anche gli studenti del cepu avrebbero qualcosa da ridire – tanto sono insulsi e inutili?

    non mi risponda, se vuole, ma nel caso lo facesse mi eviti la (sua) formuletta (solita): *qui è casa mia e pubblico quello che mi pare*. mi farebbe cadere le palle – che di questi tempi, con mozzi a piede libero per la riserva, è già un problema tenere attaccate all’albero di natale

  2. A me sembra un ottimo risultato: come recensire in poche righe efficaci un testo. Ci vuole un dono della sintesi particolare, che qui mi sembra molto ben delineato.

    Inoltre concordo particolarmente con questo passo: “in un giallo non è mai la soluzione del caso la cosa più importante, ma il percorso intrapreso”-

  3. baldrati, chi si accontenta gode. buona goduta
    io vado al semaforo, chi sa mai che non mi imbatta in una copia pirata

    comunque questa solidarietà tra nuaristi è una cosa fantastica, così come lo spirito di gruppo e di scuderia che qui rifulge più che astro in ciel

  4. Osservat’orio lei di palle è il massimo esperto con tutto il cocuzzaro di nickname dietro cui crede di nascondersi.

  5. Osservatorio, non si tratta di accontentarsi, ma di chiedere un certo tipo di lavoro al posto di quello offerto. La natura di questo è la sintesi, tu chiedi una disamina. E’ come andare al cinema a vedere un documentario naturalistico e uscire insoddisfatti perché si voleva un poliziesco.

  6. hai ragione qt, mai sfiorare nemmeno con una piuma il padrone di casa

    ma se leggi attentamente, ed esci fuori almeno per un attimo dalla sacca scrotale in cui vivi, ti accorgi che la mia critica conteneva un implicito complimento all’autore del p(r)ost. del genere: da uno scrittore come lei, biondillo, ci si aspetterebbe ben altro in fatto di recensione e di scrittura critica.

    riesci ad arrivarci?

  7. baldrati, non chiedo una disamina ma una recensione, cioè un particolare tipo di scrittura critica – per quanto sintetica sia la resa del testo

    questa qui di biondillo è una *cosa* che può andar bene per libero e i suoi lettori. ma NI è come libero?

    punto.

  8. Ma, osservatorio, scusa se insisto ma è una questione interessante. Se tu chiedi a Biondillo di scrivere recensioni “oltre” a questi testi brevi va bene, ma se invece li critichi perché scadenti, da sostituire con la recensione, è un altro discorso. Per dire, le recensioni cinematografiche brevi di Tullio Kezich erano simili a queste, e io le apprezzavo proprio per la capacità di dire in poche righe. Guarda che non è da tutti.

  9. baldrati, siamo alle solite, ormai nessuno di noi è più in grado di leggere quello che scrive l’altro. se hai la bontà di ritornare al mio commento, dicevo più o meno questo: biondillo, quando scrivi per un giornale, hai dei limiti imposti e devi arrabbattarti alla meglio – e va bene. ma se decidi di far conoscere qui *quel* libro, qui dove non hai nessun limite di nessun genere, cosa ti costa, partendo anche da quello specifico testo già scritto, ampliarlo, dire qualcosa di più sulla qualità della scrittura, etc. etc.

    ti saluto

  10. Ma no, guarda che cerco di leggere bene. Hai scritto che questi scritti sono “insulsi e inutili” ecc. Per cui chiedi una recensione articolata, che l’autore può benissimo scrivere viste le sue capacità ecc. Io invece sostengo che questo scrittino lo trovo valido per i motivi di cui sopra, ed è “altro” rispetto a una recensione articolata. Cioè è un lavoro di altra natura, che io apprezzo in quanto tale.

    Guarda che non dico queste cose per la solidarietà di noirista o familista o altro.

    Ti saluto ank’io.

  11. Sono d’accordo con te, “l’osservat’orio (sul serio)”,
    le mie sono schede di lettura, non ho mai preteso fossero altro.
    E allora?

  12. Ho letto pezzi lunghi e articolati di Biondillo qui su NI, e anche una esaustiva intervista a Banville, autore irlandese non molto conosciuto in Italia. Ma le sue mini-recensioni per me sono una miniera. Mi ha fatto conoscere libri molto diversi fra loro, è stato il primo a parlare di H. Muller in Italia, quando ancora mesi dopo, alla vittoria del Nobel, tutti si chiedevano chi diavolo fosse.

  13. È certamente singolare che Biondillo accenni alla storia di un’iniziazione come se questo qualificasse in qualche misura il libro, mentre non ha fatto altro che osteggiare i miei interventi, ritenendoli inutili, superflui e assurdi quando, invece, non accennavano ad altro che ai principi universali che costituiscono la centralità di ogni iniziazione che non sia una vendita o una parodia caricaturale di ciò che ogni iniziazione spirituale, quindi a carattere universale e intellettuale (nel suo senso superiore di intuizione immediata, che ha poco a che fare con la sfera della mente) deve essere.

  14. Uns scheda di lettura non è un saggio critico; mio nipote dice che la pipì non è la popò.
    Allora i casi sono due:
    o educatamente si chiede all’autore se puo’ e vuole approfondire la sua critica sul libro in questione, oppure non avendo interesse per le schede di lettura si passa oltre.
    A volte succede che la frustrazione, l’invidia, problemi irrosolti nell’infanzia o semplicemente la stupidità rigorosamente e vigliaccamente anonimo, irrompe nei blog per vomitare un po’ di offese.
    A questi virus parassiti non bisogna mai rispondere altrimenti si cade nella trappola che tendono con le loro stronzate!

  15. Massimo, non ho mai osteggiato i tuoi commenti (altrimenti li avrei già censurati) ma la tua incontinenza.
    A dimostrazione di una tendenza deleteria: oltre 20 commenti e nessuno che parla del libro. Che senso ha?

  16. @ domenico pinto in cabina di regia

    qui non c’è niente da censurare, a quanto pare: il commento del signor carmelo è regolare, perfettamente in linea col leccaculismo a cui state educando i nuovi lettori del blog nell’ultimo anno e mezzo. poi mi spieghi, anzi non mi spiegare niente, qual è la differenza tra i colonnini dei commenti di alcuni vostri post (guarda un po’ più in basso, tanto per dire) e quelli di blog alla melassa candita e rosario al seguito

    al quale signor carmelo, poi, che crede di essere meno anonimo di me solo per il fatto che compare con la lucina al seguito, prima di mandarlo a fare in culo, pipì e popò compresi, vorrei chiedere: chi ha scritto, e dove ha letto, insulti vomitati su biondillo? che, guarda caso, non ha niente da ridire nemmeno lui in questa circostanza

    se è a me che ti riferivi, ti faccio un riassunto adatto alle tue capacità di comprensione: ho chiesto a biondillo perché, quando riporta le sue noticine sul blog, non amplia il discorso in un resoconto più articolato

    ci ho aggiunto una punzecchiatura – che non è un insulto – su uno dei suoi pregiatissimi e democraticissimi tormentoni: *questa è casa mia*

    la sua risposta è stata: *e allora?*, che tradotto sta per: *questa è casa mia*

    e adesso, visto che siete a casa vostra, divertitevi pure a spompinarvi a vicenda

  17. L’osservatorio,
    Non so perché ti rivolgi a Pinto, qui.
    Il mio “e allora?” non vuol dire affatto “questa è casa mia” altrimenti l’avrei scritto.
    Rileggiti il commento di Pietro che mi sembra abbia compreso il senso di queste mie schede (solo una cosa: anche Zangrando aveva recensito Herta Muller. Solo noi due, per mesi e mesi).
    (e rileggiti la definizione della categoria “carte”. Identica fin dal primo giorno).

    Una piccola precisazione: non so cosa intendi per solidarietà fra noiristi. Se mi conosci anche solo per orecchiato dovresti sapere che gli ultimi 5 volumi da me pubblicati sono di tutt’altra natura. Non per ripudiare alcunché, ma per dire che io solidarizzo con le persone, non con le categorie.

    Quella de “NI era meglio due anni fa” (con tutte le varianti del caso) è la più antica delle critiche che ci fanno. Praticamente già da pochi mesi dalla fondazione.

    Ora devo lasciarti perché ceno con la famiglia.

  18. Perché dovrebbero parlare del libro? Non ti aspetterai che chi non l’ha ancora letto, dopo la tua scheda, corra a comprarlo, vero? O pensi che con quel poco che hai detto ci sarebbero da discutere molto? Per quel che riguarda la mia incontinenza tranquillizzati, posterò poco così da non infastidire la pochezza intellettuale di chi si aspetta di essere corteggiato, al posto che si discuta delle cose prive d’interesse che ha scritto.

  19. è un articolo uscito più di tre mesi fa, oggi forse qualcuno potrebbe averlo letto, riproposto come consiglio di lettura. Interessante potrebbe essere il libro non un consiglio. Al massimo interessato, Biondillo ai semafori ci stai tu vero? Gente, ma che vi prende certe volte?

  20. lei lo sa, signor gianni biondillo, io sono di parte, ma queste sue schedine sono iresistibbili. lei a quel criticone di cortelesa ci fa un baffo, con rispetto pariando.

    una sua afezzionata lettrice

  21. Architetto Biondillo, mi scusi,

    come mai riprende Vaj (che unpo selo me rita), ma non altri, altrettanto rancorosi e insultanti? Sarà perché stanno dalla sua parte? Mi scusi di nuovo.

  22. Ovviamente no, Larry. Sul batti e ribatti iniziale, semplicemente non avevo letto, non ero a casa. E poi, più avanti, l’Osservatorio ha difeso benissimo la sua posizione nei confronti di Carmelo. Ma se la discussione fosse continuata su quei toni avrei chiesto a tutti e due di smetterla.
    Io non ho nulla nei confronti di Vaj e mai mi sono permesso di insultarlo (magari ho avuto reazioni di fastidio). Come lui tanti altri sono apparsi negli anni su NI. Alcuni perseguivano una strategia distruttiva, altri hanno preso le misure e compreso le dinamiche di scambio e sono ancora ottimi commentatori (che non significa servili: magari mantengono la loro oppositività). Non è facile, ti assicuro, gestire un commentario cercando da una parte di tenere libere le voci e dall’altra evitare lo sperpero e l’entropia. (molto più comodo sarebbe l’iscrizione dei commentatori, la tracciabilità, o direttamente la chiusura dei commenti, ma noi illusi insistiamo a non farlo).
    Resta il fatto che se NI è questo posto colmo di leccaculo o di gente che pubblica ciarpame, perché frequentarlo, leggerlo di continuo, commentarlo? Io non vado a radere al suolo con i miei commenti i blog che non mi piacciono, non lo trovo economicamente (economia del tempo a disposizione in una vita) utile e sensato.

  23. Il mio rancore, se il rancore potesse avere una natura intellettuale, sarebbe intellettuale. È per questo che sono disposto a metterlo da parte quando si tratta di valori che devono essere di riscontro all’intellettualità. Perché l’intelletto è sinonimo di spirito e lo spirito, restando sul piano individuale, lo è del senso e il senso esprime il valore e la qualità di un individuo. Così, pur se a malincuore, sono costretto dalla mia stessa consapevolezza a dirti che sì, sono disposto a impilare il rancore nello sgabuzzino, dell’ego di cui è sindacalista, per riprendere la tenzone senza gravare sulle motivazioni di principio che sono più che sufficienti a motivare la dialettica insana che ne uscirà… ;)

  24. Io ho consigliato ad un amico di entrare su N.I. per leggere la sua scheda Biondillo: l’amico è appassionato di Neruda, e mi ha ringraziato per avergli segnalato il sito e il libro che non aveva avuto modo di leggere.

    Io grazie a questa “schedina” ho fatto un favore ad un amico e ho ricevuto i suoi ringraziamenti, cosa che fa sempre piacere..

    ..hem.. io ora dovrei rigraziare Biondillo, ma non lo posso fare perchè verrei accusato di essere un naso marrone, un leccaculo..

    ..che dilemma.. non so che fare..

  25. Architetto Biondillo carissimo

    prima cosa la ringrazio (ti?) per la ben argomentata risposta. Però sul finale… si dà il caso che voi siate la prima piazza letteraria d’Italia, è un po’ autoritario suggerire a chi non ci passa a piegato a 90 gradi di passare solo dai vicoli, non ti pare? Magari uno ci passa perché sa che qui bene o male c’è la sua gente. A me risulta che siamo pochi, in Italia, a interessarci ai fatti espressivi. Quanto dobbiamo dividerci ancora?

  26. Larry, non è un dividi e impera. Il web non ragione per esclusioni. Ci sono ottimi blog letterari, di diversa natura. Chi più “pop”, chi più legati alla poesia, o di ricerca:
    Lipperatura
    Il Primo Amore
    Carmilla on line
    Vibrisse, bollettino
    La dimora del tempo sospeso
    La poesia e lo spirito
    Absoluteville
    etc. etc.
    Io li seguo, chi quotidianamente, chi in modo più saltuario. Ci si può ritrovare da altre parti, se ci si sente più a suo agio.

  27. Il titolo di questo blog suggerirebbe una realtà diversa da quella della specificità culturale. Gli indiani d’america erano certamente divisi in tribù che componevano un insieme eterogeneo di culture e persino razze diverse, ma tutte legate dagli stessi princìpi originati da quella realtà non relativa che chiamavano Manitou (Wakan Tanka).
    Credo che accetterò il suggerimento tanto benevolo di Biondillo ed eviterò di condividere le mie cose, insieme alle cose non mie, in questo salottino bene tanto esclusivo e borghese. Mi scuserete, ma queste discussioni sono da stronzi colti. Saluti a tutti.

  28. Architetto Biondillo equilibratissimo (ma poco equo)

    quando sarà il momento smetterò di frequeuggiarvi, se è questo che si intende segnalandomi altri blog letterari. Del resto li seguo anche io, nel mio piccolo, ne seguo anche altri, e mi trovo assai poco a proprio agio ovunque. Ciò non vuol dire che debba smettere di considerarvi la mia famiglia, seppure unpo sciaguarata. Comunque qui ho incontrato ottime penne e menti, che magari sono i commentatori più invise agli amministratori. Qui mi sono successe delle cose non proprio urbane… che forse meritano un loro epilogo. Qui le mie considerazioni hanno trovato elogi a volte sconsiderati, che mi suggeriscono di continuare, finché mi va e finché non verrò censurato di nuovo, con il mio argomentare assolutamente negativo (ma ci sono tanti modi per fare i mattoni, in tanti paese si fanno ancora con la merda). NI avrebbe consigliato a Thomas Bernhard di non lavorare con il maggior teatro austriaco? A Carmelo Bene di non fare spettacoli per la Scala? Lungi da me paragonarmi ai rari maestri…

  29. ahahahahaha..

    oddio, temo che abbia ragione .. pero’ giuro che mi ci applico e ci provo con una certa costanza..

    .. dicono che la consapevolezza.. sia un buon sintomo.

  30. .. poi ci sono altri sintomi con non promettono nulla di buono .. rivelano una cronicità.. una sorta di evoluzione verso la necrosi intellettiva… la maleducazione è uno di questi sintomi..

  31. Ah!.. ma me l’aspettavo.. si..si..

    .. proprio io che non ho neanche i soldi per pagare il conguaglio del gas.. 96,00 €..

    ..non me lo meritavo °|°

  32. in Italia ? .. rischio di essere menato, poi ho l’assessore leghista che ha fatto piazza pulita ai semafori.. poi mi tocca pagare pure la cauzione per uscire dalla galera..
    ..no no.. faccio qualche lavoretto qua e la.. °-°

  33. A me non fanno impazzire le schede di lettura, pertanto non le leggo quasi mai oppure lo faccio in un nanosecondo e poi vado altrove. Ciò premesso, dichiaro che mi pare incredibile che tali piccole cose vi facciano scatenare così! C’è del marcio in Danimarca…

  34. a me questa scheda è piaciuta, semplicemente, per quello che vuole essere. un “passaggio”. e il libro di ampuero mi è venuto voglia di leggerlo. contento biondillo? :) mi dispiace notare, dopo un po’ di tempo che mancavo, che tra i commentatori di nazione indiana ci sono sempre troppi pedanti e frustrati rosiconi (caratteristiche diffuse tra gli aspiranti scrittori, mi sa). nazione indiana l’ho adorata e l’adoro tuttora. imparo tante cose entrando qui dentro (non è forse questo il motivo per cui vengono portate avanti queste iniziative? diffondere, condividere ecc.) ammiro la cultura, il modo di esprimersi ed argomentare di alcuni commentatori, oltre ovviamente le qualità e la competenza di chi pubblica gli articoli. però, sì, insomma, perchè non parlate con biondillo del libro recensito anzichè dell’articolo in sè? un po’ di umiltà ragazzi. eddai.

  35. raga scusate loff targhet, ma vi volevo dire a tutti che se per caso comprate repubblica state attenti a non leggere l’opera di baricco se avete finito la pomata. grazie e scusate

  36. Macchie solari stizzose e frustrate dal caldo,sul capino di questi commenti? ( anche le macchie solari soffrono il caldo…).
    Biondillo buttaci ancora schede di libri superbenvenute e muj interessanti.
    L'” intelighenzia ” del terziario avanzato soffre di ” COMPLICAZIONE AL POTERE ” ?
    Pardon,senza offesa ed come al solito,esclusi i presenti.
    W la libertà di opinione!!
    W Biondillo!
    Adios Muchachos e questo libro è bellissimo. Scusate se è poco. AMP

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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